Capitolo 4

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GALE
Due settimane non passano così in fretta, soprattutto con questo coso in bocca e Johanna che viene dimessa una settimana prima di me, ma almeno Katniss mi fa compagnia. Meglio di niente, almeno non sprofondo nella noia. Finalmente il fatidico giorno è arrivato, mi tolgono l'apparecchio e mi dimettono, poi prendo il primo treno che porta al 2, dopo aver salutato Katniss e gli altri. Forse un po' mi sono affezionato di nuovo a Katniss, e non voglio perdere un'altra volta i contatti con lei, ma so che devo andarmene da questo posto che mi ispira solo ricordi pessimi. Non che ora stia facendo una vita migliore: combatto ancora nel 2, ma non è la stessa cosa di 15 anni fa. Allora ero ancora adolescente, quando ho portato nel 13 i pochi profughi del 12, e mi sono trovato in prima linea nella guerra quasi senza rendermene conto. Gli scontri nel distretto 2 sono un'altra cosa, perché intanto sono maturato e ho deciso da solo di far parte dei combattenti, senza che ci sia qualcuno che mi dica cosa fare.
Sto alla stazione ferroviaria, ma prima di prendere il treno diretto al 2 cambio idea e vado al binario dove passa quello per il 12. Voglio rivedere i miei fratelli e mia madre, adesso che ne ho l'occasione, perché non si sa mai cosa possa succedere in futuro. Spero solo che si trovino ancora in questo distretto, penso mentre mi rilasso sul morbido sedile del treno, e chissà se mi riconosceranno, ammesso che io riesca a riconoscerli per primo.
In fin dei conti, sono passati 15 anni, mia madre sarà invecchiata e i miei fratelli cresciuti... mi basterà solo salutarli ed abbracciarli, poi mi sentirò davvero meglio; infatti non sono tornato dalla mia famiglia da quando decisi di abbandonare il 12 per dedicarmi alla guerra nel 2. Senza volerlo mi addormento e dopo un'ora e mezza circa vengo svegliato da qualcuno che continua a scuotermi la spalla.
-Mi scusi, signore, il treno è arrivato al capolinea.- mi dice colei che mi aveva svegliato, una signora dall'aria amichevole.
-Oh sì, grazie- rispondo. Noto che ho la voce impastata, non solo dal sonno, ma anche dal fatto che ho dovuto tenere la bocca chiusa per due settimane. Ripeto ciò che ho detto e mi alzo. Una volta uscito dalla stazione, mi accorgo che 15 anni sono bastati eccome a far ripartire da zero il distretto. Si vede che Katniss ha fatto le cose veramente in grande da quando è diventata sindaco: me lo aveva detto durante la degenza in ospedale. Rimango allibito da come, da distretto molto povero e coperto di polvere di carbone dappertutto, il 12 sia diventato elegante e senza fuliggine, nonostante le miniere di carbone ancora attive. Questo lo capisco da solo, perché vedo dei minatori che stanno tornando dal lavoro. Tra di loro scorgo Bristel e Thom, due miei vecchi compagni della squadra di minatori. Mi avvicino e li sto per salutare, l'intero gruppo mi fissa con aria confusa, ma io rivelo la mia identità e improvvisamente mi si forma intorno un capannello di vecchi amici e compagni di squadra. Mi chiedono tante cose, cosa mi sia successo dopo la rivoluzione, se sono ancora il cugino di Katniss e cose simili. Ho molta fretta, voglio sempre andarmene al più presto dal distretto, perciò rispondo velocemente a un paio di domande e poi chiedo a Thom dove abitino mia madre e i miei fratelli.
-Tua madre vive ad un isolato dalla piazza, e i tuoi fratelli se ne sono andati, tranne Rory, quindi se vai là trovi solo loro due.- mi risponde. Saluto tutti e vado verso verso il posto che Thom mi ha indicato, ma per farlo devo prima attraversare la piazza. Mentre passo davanti al macellaio vedo una figura femminile familiare che si dirige verso l'ortolano. È Katniss. Non voglio intralciare la sua strada, sembrerebbe che la stia pedinando, quindi decido di confondermi con la folla, e sembra che ci stia riuscendo, visto che non mi ha notato. Mi allontano dalla piazza, e al primo isolato svolto a sinistra, dove qualche casa più avanti trovo una piccola villa elegante. Al cancello è appeso un cartello di legno con scritto Villa Hawtorne- Grapelder e decido che quella è la casa che cercavo, perciò suono il campanello.

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