Unspoken || Sirius Black (Da Revisionare)

17.

Ciao genitori, sono io.
Josie. Vostra figlia, nel caso vi fossi dimenticata di me. Non avevo intenzione di inviarvi una lettera, ma poi ho capito che se non l'avessi fatto avresti dato per scontato che fossi morta o morente. Ma no, sono viva e vegeta. Penso. Potrei benissimo essere in coma in questo momento e tutto questo potrebbe essere solo un sogno. Comunque! Il Natale è tra un mese così felice Natale in anticip3o.

Anche il mio compleanno sta arrivando. Nel caso ve ne foste dimenticati e avessi bisogno di un promemoria, quindi non dimenticare di inviarmi regali. Non voglio di speciale che voglio quindi non preoccuparti di procurarmi qualcosa di stravagante, onestamente mi piacerebbe anche un paio di calzini caldi e pelosi.

Comunque! Spero che tu sia vivo e vegeto, manda il mio amore a Greg. Oppure no.

Tutto il mio amore, Josie.

"Questa è la lettera più strana che abbia mai letto in vita mia." disse una voce dietro di me facendomi sobbalzare e far cadere la penna.

Giro la testa e vedo James appoggiato pigramente alla scrivania accanto a me, "Mai sentito parlare di privacy, Potter?" dissi, afferrandomi rapidamente  la mia penna in un rapido movimento come la professionista che ero.

Arricciò il naso e fece finta di riflettere su ciò che avevo appena detto: "Sai
che cosa? Non credo di averlo fatto." Disse, con un sorriso giocoso. "Ah, questo lo spiega." Dissi, riposando la mano sul mio mento.

"Comunque, ti stavo cercando a Hogsmeade, non avevo idea che te ne fossi andata. Perché non me l'hai detto?" disse, accigliandosi leggermente.

Gli rivolsi un sorriso di scusa, "Scusa, stavo uscendo con Sirius."

Mi lanciò uno sguardo sorpreso: "Ed è ancora vivo?"

Ho riso, "Sì, abbastanza su di me però. E tu! Com'è andata quella cosa dell'appuntamento?" dissi, rivolgendogli il mio corpo e prestandogli tutta la mia attenzione.

"Beh," disse grattandosi la parte posteriore della testa, "Non è andata male ma non è andata neanche molto bene. Ha continuato a parlare con Remus. Io ho continuato a parlare con Marlene, Mary e Peter ma lei non l'ha fatto. Sembra che odiasse la mia esistenza o sembrasse infastidita da me, quindi penso che sia un bene. Giusto?" chiese, inclinando incerto la testa verso il lato.

Mi sono morsa il labbro e ci ho pensato, ero un po' seccato con Lily per aver ignorato James, anche se James si è decisamente calmato un po' ed era molto meno simile a James di prima. Ma lei ancora non gli ha dato una possibilità! Ma forse ci vorrà del tempo prima che si abitui al fatto che James non è più uno "straccio arrogante", come le piaceva definirlo.

"Uhm, è buono ma non è eccezionale. Ma non preoccuparti. Piccoli passi, Potter. Almeno non si risente della tua presenza." dissi, alzando leggermente le spalle. Sapevo che le mie parole non sarebbero state di conforto se non gli avessi mentito e gli avessi detto che questo era il modo per prendere Lily Evans.

Annuì tristemente ma poi alzò lo sguardo come se si fosse appena ricordato di qualcosa: "Oh, ehi, stavo solo per andare alla Guferia. Ho una lettera da consegnare a mia madre, vuoi venire con me?" chiese James, con un piccolo sorriso.

"Certo, andiamo." dissi e balzai in piedi. "Come sta tua madre comunque?"

Alzò le spalle: "È davvero brava, ha chiesto di te - di nuovo. Non sorprenderti se ricevi un regalo di Natale da lei, ti ama davvero". Disse, divertito.

Sorrisi felice: "Anch'io la amo! È la donna più dolce di sempre. Probabilmente la amo più della mia vera mamma, ma non dirlo a mia madre". Risi.

"Debitamente annotata. Vai a casa per Natale?" Disse mentre ci dirigevamo verso la guferia. La guferia era abbastanza vuota una volta raggiunta, solo uno o due altri studenti erano lì oltre a noi. Il Natale era esattamente tra un mese ed era qualcosa che non vedevo l'ora. Regali, non dovermi svegliare presto e il fatto che non farei nulla tutto il giorno? Iscrivimi!

Annuii con entusiasmo: "Sì, lo sono. Non vedo l'ora di dormire tutto il giorno".

"Dovresti fermarti per allora", poi si fermò, "Sai, dovremmo incontrarci tutti a casa mia. Sarà divertente".

"Lo farei, ma devo dormire." Ho detto e poi ho chiamato il mio gufo e le ho dato la mia lettera.

Alzò gli occhi al cielo: "Dai, Josie".
Sospirai e mi arresi, sapevo che alla fine l'avrei fatto comunque. "Va bene, va bene. Perché no?"

Una lampadina si è accesa nella sua testa e lui ha schioccato le dita e si è rivolto a me con un sorriso eccitato: "Ehi, il tuo compleanno non sta arrivando presto?"

"No." Scuoto la mia testa. "No."
Il mio compleanno sarebbe arrivato molto presto, ma non volevo che si ricordasse perché sapevo esattamente cosa sarebbe successo. Qualcosa di folle questo è certo, i ragazzi avevano una reputazione per i loro scherzi. Gli ultimi cinque anni del mio compleanno sono stati assolutamente pazzi - esilaranti ovviamente ma folli. L'anno scorso i ragazzi mi hanno organizzato una festa e siamo finiti tutti al campo da quidditch senza alcun ricordo di quello che era successo, seminudi. Abbiamo riso tutti per anni dopo, ma anche dopo un anno nessuno di noi riesce a ricordare cosa sia successo quella notte. Inoltre, non solo è impazzito il giorno del mio compleanno, è stato così per tutti noi. I Malandrini semplicemente non sapevano come organizzare un compleanno generico.

Quindi l'idea di festeggiare il mio compleanno non era nella mia lista di cose da fare. Onestamente, lo farei va bene solo prendere un po' di torta e
facendo un pisolino di dodici ore, ma lo sapevo l'idea era quasi improbabile come un unicorno incrocio con un drago.

Potevo quasi vedere le ruote girare nella testa di James, "Sì, lo è, Josie! Sai cosa, quest'anno lo renderemo speciale. Così speciale che non lo vedrai mai arrivare. Quest'anno sarà il miglior compleanno di sempre ."

Non sapevo se ridere per il fatto che si riferiva alla promessa che aveva fatto a se stesso o se dovevo avere paura di ciò che stava pianificando. Era decisamente un mix di entrambi.