Unspoken || Sirius Black (Da Revisionare)

4.

Mi sono seduta al mio solito posto nella sala grande, accanto a Sirius che stava guardando l'orario, un'espressione di dolore sul viso. Alzai gli occhi al cielo per la sua esagerazione e presi una fetta di pane tostato e della marmellata. Ho guardato oltre la sua spalla per vedere perché sembrava che stesse per sbattere la testa di qualcuno contro un muro, ma non mi ha fatto vedere l'orario.

"Fammi vedere, bambino grande." Ho detto mentre cercavo di prenderlo da lui, dopo minuti in cui lo ho colpito fisicamente ripetutamente sulla spalla, ha lasciato andare e finalmente ho visto perché soffriva.

I miei occhi si spalancarono. "Merlino, vogliono ucciderci?" ho detto ad alta voce. "Rune antiche, aritmanzia, erbologia e poi pozioni!"

Sirius infilò il cibo con una forchetta, "Sto seriamente pensando di pugnalarmi in un occhio con questa forchetta." borbottò

Ho preso un boccone del mio toast e ho deciso di rispondere alla maniera di Sirius, "Oh no. Sarebbe un peccato dato che l'unica cosa carina di te sono i tuoi occhi". dissi, sbattendo le ciglia verso di lui.

Alzò lo sguardo dal cibo e soffocò una risata: "Stai flirtando con me?"

Ho riso, "No, stavo cercando di comportarmi come te".Ha deriso: "Non flirtare in quel modo".

Alzai le sopracciglia verso di lui, appoggiando il mento sulla mia mano. "Oh, hai qualche consiglio per flirtare che vorresti condividere con me, oh grande e potente?"

Mi fece un sorriso arrogante come se avesse aspettato tutta la vita per dire a qualcuno questo: "Certo che lo so! Prima di tutto, non dovresti includere un insulto nel mezzo di una frase. Secondo-"

L'ho interrotto e ho riso, "Sirius, stavo scherzando, in realtà non mi interessa."

Si accigliò, "È stato incredibilmente scortese".

Gli ho dato una piccola gomitata sperando che sapesse che stavo scherzando e mi sono voltata verso la porta quando ho visto entrare un lampo di capelli rosso fuoco. Ho sorriso e ho preso a calci la gamba di James da sotto il tavolo.

Fece una smorfia e mi lanciò un'occhiata. "Ow! A cosa serviva?"

Rabbrividii leggermente, "Scusa, ma ricordi cosa ti ho detto ieri? Di Lily?"

"La parte in cui dovrei lasciarla in pace" disse miseramente.

Annuii eccitata: "Esattamente! Lei si siederà da un momento all'altro e tu devi ignorarla." Dissi saggiamente.

Le sue sopracciglia si alzarono. "Cosa? Hai detto che dovevo lasciarla in pace, non ignorarla." Sembrava sul punto di piangere.Mi sporsi in avanti e sussurrai: "Sì, cambio di programma. Lasciala in pace e ignorala".

"Perchè dovrei farlo?"

"Fidati di me, funzionerà."

"Non mi fido molto di te Josie"

Mi sono alzata e ho afferrato la mia borsa, "Beh, è ​​meglio che tu impari a farlo. Ci vediamo, James".

Ho deciso che non ci sarei andata a rune antiche oggi perché non l'ho fatto davvero avere qualche interesse per esso e per qualche altro motivo.
Ho sentito il bisogno di prendermi una pausa e basta
lontano da tutto, non era perché non l'avessi fatto come i miei amici o altro, l'ho fatto. Ma mi sentivo come se avessi bisogno di un po' di tempo per fare
niente e solo pensare.

Salii le scale e mi infilai nel corridoio che mi portava alla torre dell'orologio, come al solito era abbandonata. Questo era il mio posto preferito perché potevi vedere tutti, ma dato che nessuno avrebbe mai alzato lo sguardo, nessuno ti avrebbe visto. I miei occhi erano vitrei sugli studenti che erano fuori, lì ho individuato il fantasma di Helena Corvonero che era attualmente tormentata dai Serpeverde.

I miei occhi si strinsero, tirai fuori la bacchetta e mormorai: "Tarentellagra". L'incantesimo dei piedi danzanti.

I Serpeverde che per caso erano Mulciber e Avery iniziarono improvvisamente a ballare in modo incontrollabile, si guardarono urlando per farla smettere. Gli studenti intorno a loro iniziarono a notare le loro strane azioni e iniziarono a ridere e fischiare, alcuni addirittura chiamavano i loro amici perché venissero a guardare.

Soffocai una risata mentre guardavo le loro gambe muoversi a velocità irregolari. "Gli stà bene." dissi con orgoglio.