𝐈𝐈𝐈.

216 17 45
                                    

☾︎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐓𝐄𝐑𝐙𝐎 ☽︎

𝐷𝑜𝑣𝑒 𝐺𝑖𝑛𝑒𝑣𝑟𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑒𝑑 𝑖𝑛𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑢𝑛'𝑖𝑛𝑠𝑜𝑙𝑖𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝐶𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑛𝑡𝑒.

• ☀︎︎ •

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

• ☀︎︎ •

Erano oramai cinque giorni che i quattro fogli bianchi sulla scrivania del capitano rimanevano illesi da ogni tocco, con gli occhi dell'uomo fissi su di loro. La notizia era ovviamente già giunta alle famiglie. Soprattutto al padre di Petra, al quale non aveva risposto mentre parlava della sua amata figlia e del fatto che fosse in età da matrimonio. Per colpa sua non avrebbe mai attraversato la navata di una chiesa in un vestito bianco, a fianco della persona che amava. Era stato lui a toglierle questa possibilità. Aveva cancellato il possibile sorriso di suo padre mentre la accompagnava all'altare.

Udì un leggero bussare intimorito ed emise un grugnito per indicare che la sua assistente provvisoria impacciata e incompetente poteva entrare.

Sì, provvisoria. Perché non avrebbe mai potuto sostituire la sua squadra in meno di una settimana. Non era la sua assistente. Petra lo era. Ancora. Così come la sua squadra erano Gunther, Erd e Oluo.

<< Che vuoi?>> Le domandò, senza troppe cerimonie, girandosi verso la porta ed appoggiando l'avambraccio sulla sedia, una posizione che assumeva spesso.

<< Volevo sapere solo... Solo che cosa dovevo fare. >> Si portò una mano alla bocca, iniziando a mordicchiarsi un'unghia.

Il corvino alzò l'indice e il medio e li piegò, facendo lei segno di avvicinarsi alla scrivania, fino a fermarsi davanti a lui.

<< Senti, Willard. Avvicinati e ascolta per bene. >>

Lei annuì, in silenzio, senza sporgersi ulteriormente verso l'uomo, per paura di invadere il suo spazio personale.

<< Non sei tu, a decidere quando mettere piede qui. Sono io a chiamarti. È l'ultima volta che te lo dico. E smettila di metterti le dita in bocca con una poppante. Con quelle mani sporche di inchiostro e saliva scrivi sugli stessi documenti che mi consegni?>> Alzò il volume della voce senza intaccare il tono in alcun modo. La castana indietreggiò, leggermente smarrita, di qualche passo e smise immediatamente di rossicchiare l'unghia oramai decimata: <<M-Mi scusi io... Io ho compilato i documenti e... E non so chi mi verrebbe a chiamare... Visto che dovrei essere io a chiamare le persone di cui lei ha bisogno... >> Biascicò, imbarazzata e sinceramente perplessa per la mancanza di logica della prima parte del discorso del capitano.

<<Aspetta fuori come hai fatto tutta la settimana. E compila i documenti. >> Allungò il braccio verso il luogo dove teneva le scartoffie ma lo trovò incredibilmente vuoto. Tastò ancora per qualche frazione di secondo e poi alzò lo sguardo verso l' assistente provvisoria, che congiunse le mani e storse la bocca:<<Li ho compilati tutti signore. E li ho consegnati ad Erwin, signore. Ah, e ho domandato əllə Caposquadra Hange di comprare una riserva privata di inchiostro e non usare la sua. >>

𝐑𝐈𝐕𝐀𝐍𝐄𝐕𝐑𝐀 : 𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀𝐍𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 ( 𝐋𝐄𝐕𝐈 × 𝐎𝐂)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora