☽︎𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐃𝐈𝐂𝐈𝐀𝐍𝐍𝐎𝐕𝐄𝐒𝐈𝐌𝐎☾︎
Il sonno, quella sera, non aveva disturbato né il Capitano né l'assistente. Erano rimasti, ognuno nella sua stanza, a guardare il soffitto, chi spaventato e chi entusiasta.
Levi si era chiesto spesso nell'arco di quelle ore perché avesse deciso di punto in bianco di dirle una cosa del genere. E se fosse stata solo un impressione, quella che lei fosse interessata a lui? Magari Hange aveva voluto tirargli un tiro mancino, con quell'informazione? Forse la ragazza intendeva qualcos'altro e Hange gli aveva riferito qualcosa di completamente differente?E poi, anche se fosse stato vero che lei aveva un certo interesse, dopo che avrebbero fatto? Non era un esperto di relazioni. Se non avesse funzionato? O peggio... Se lei se ne fosse andata? Andata per sempre? Come tutti gli altri. Forse l'indomani le avrebbe dovuto dire che stava scherzando, o che non era quello che intendeva. Magari le avrebbe anche detto qualcosa di terribile che l'avrebbe sicuramente allontanata da lui per un buon periodo di tempo.
Dovette però ammettere che gli piangeva il cuore a pensare di fare qualcosa del genere. Allontanarla quando era oramai così vicina a lui gli sembrava quasi un crimine.Il sole era sorto inosservato e la giornata era iniziata con un certo silenzio. Uscito dalla sua stanza, il Capitano notò che neanche l'altra pareva aver chiuso occhio. Si domandò se fosse un fatto positivo o negativo.
<< Capitano>> La sentì chiamare. Non rispose, proseguendo indisturbato per la sua strada. Sì aspettò di essere chiamato una seconda volta, ma non fu così.
Di nuovo, dopo aver consumato il pranzo, tentò di avvicinarsi a lui, arrivando perfino a tirargli la giacca.
Ancora non rispose e lei non tentò di nuovo di contattarlo, lasciandolo nel suo silenzio con un espressione indispettita.Per la terza volta, non bussò neanche alla porta della stanza nella quale si trovava e si sedette di fronte a lui senza esitazione.
Il Capitano fece per alzarsi.<< Si sieda. >> Un tono perentorio e profondo scivolò dalle labbra della ragazza. Levi ebbe l'istinto di voltarsi per controllare se ci fosse qualcun'altro nella stanza. Era stata lei , a pronunciare quello che pareva quasi un rimprovero?
Si sedette immediatamente.<< Potrei, per cortesia, sapere perché mi evita, oggi? >> La sua voce si face sempre più spaventosa.
<< Non ti sto evitando.>>
<< Se mi permette penso proprio che mi stia evitando e... Mi-Mi rende alquanto... triste, Soprattutto dopo ieri sera. >>
Il corvino non disse nulla. Semplicemente sì guardò le mani girandosi i pollici.
<< Vorrei sapere cos'è che le ho fatto per farla arrabbiare, se le ho fatto alcun torto... >> Allentò la tensione nella voce, sfociando in un mugolio dispiaciuto.
<< Non mi hai fatto niente. >>
<< Eppure ci deve essere qualcosa! Glielo vedo negli occhi!>>
L'uomo fu alquanto sorpreso da quest'ultima frase. Gli occhi che spesso venivano descritti come gelidi e inespressivi, riuscivano in alcun modo a trasmettere ciò che provava?
<<Non c'è niente. >> Si ritrasse dalla conversazione, di nuovo.Calò brevemente il silenzio, interrotto poi dal rumore della sedia di Ginevra che veniva spostata vicino al Capitano:<< Riguardo a Ieri notte - iniziò, abbassando lo sguardo- Volevo dirle che ... Che neanche lei è morto insomma->>
Il Capitano impiegò lo stesso tempo che aveva impiegato l'assistente la sera prima per capire cosa le stesse dicendo. Schiuse impercettibilmente le labbra per lo stupore, prima che venissero premute leggermente su quelle della giovane, in un bacio a stampo timoroso ma sempre meno esitante. Come improvvisamente l'aveva baciato, subito si era rimessa a sedere sulla sedia rossa in volto.
<< Uh- mi scusi... Non volevo- credevo fosse una buona idea... Cioè... Non pensavo di metterla a disagio... Mi dispiace->> iniziò a mormorare, mettendosi le mani davanti alla bocca. Non aveva ' pensato' che fosse una buona idea, aveva agito d'impulso. Se avesse pensato, non lo avrebbe mai fatto. Presa dall'indecisione e dalla valutazione di tutte le possibili reazioni che avrebbe potuto ricevere, sarebbe rimasta lì con lo sguardo nel vuoto.
Lo sguardo vuoto come quello del Capitano, che pareva essersi spento completamente, bloccato quasi. Era in realtà una specie di automa e lei lo aveva in qualche modo rotto? Non pareva oramai avere alcun contatto con il mondo esterno.
<< Tutto bene, Capitano? Sta bene? C'è qualcosa che non va? Capitano...? >>
La sera era calata come il silenzio di tutti i commensali durante la cena, dovuto soprattutto al fastidio che il rumore e il gioco con il cibo davano al Capitano, il quale lanciava furtivamente degli sguardi a Sasha e Connie, muti come pesci.
<< Stasera chi è di guardia? >><< Shiamo io e Chonnie.>> Rispose Sasha, palesando a tutti la sua bocca ripiena di pane e patate masticati e sputacchiati dappertutto.
<< Braus! Chiudi quella bocca o te la chiudo io>>
<< Mi schushi Capithano!>>
<< Ti ho detto di chiudere la bocca e masticare >>
<< Shi ora la chiudo ma chome faschio a parlare altrimenti?>>
Gli altri seduti intorno al tavolo si scambiarono sguardi divertiti o preoccupati per Sasha.
Ginevra sorrise, ripensando a tutte le altre occasioni nelle quali Sasha era stata rimproverata durante il pasto e il suo sguardo confuso nel capire il motivo del rimprovero. Nonostante avessero la gendarmeria alle calcagna e fossero nascosti in quella casa, era felice che ci fossero momenti di quiete e di buona compagnia.
Avvertì qualcosa sfiorare la sua mano appoggiata sulla panca, poi poggiarcisi sopra. Abbassò lo sguardo e riconobbe la mano del capitano, seduto accanto a lei, sulla sua.
Lo guardò quasi piacevolmente perplessa, mentre lui evitava il contatto visivo nella maniera più assoluta.
Un sorriso le si dipinse sulle labbra e le sue guance si spolverarono di rosso. Avanzò goffamente la punta del piede verso quello del Capitano e lo mosse leggermente in una sottospecie di carezza.Avrebbe davvero voluto che fosse durato per sempre.
- - -
Ebbene sì, ho finito. Credevo di aver già pubblicato questo capitolo da un po', ma ho scoperto che non è così. In occasione del mio compleanno mi faccio dunque questo regalo. È la prima 'storia' che finisco.
Vorrei lamentarmi (e lo farò) del fatto che avrebbe dovuto essere più lunga, coprire fino alla quarta stagione, introdurre la backstory di Ginevra della quale non avevo mai parlato, seppur fosse una backstory 'falsata' a causa del mio timore che un OC multifandom non fosse accettato. La S3 parte 1 è anche la mia preferita.
Devo questo in gran parte alla mia lentezza e al declino di Wattpad. Magari Fanfiction giusta ma momento sbagliato. Che posso farci.Magari se mi gira bene me la stampo.
Comunque, per chi è arrivato fino a qua, temo pochi, grazie per aver letto tutto questo, davvero.
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𝐑𝐈𝐕𝐀𝐍𝐄𝐕𝐑𝐀 : 𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀𝐍𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 ( 𝐋𝐄𝐕𝐈 × 𝐎𝐂)
Fanfiction𝐆𝐢𝐧𝐞𝐯𝐫𝐚 𝐖𝐢𝐥𝐥𝐚𝐫𝐝 è una giovane soldatessa, affidata al Capitano Levi come assistente dopo la tragica cinquantasettesima spedizione. 𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 è il soldato più forte dell'umanità, reduce dai tragici avvenimenti del Corpo...