☾︎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐈𝐌𝐎 )
𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑎 𝑏𝑎𝑡𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑖𝑙 𝐺𝑖𝑔𝑎𝑛𝑡𝑒 𝐹𝑒𝑚𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎𝑛𝑡𝑒
( 𝑁𝑜𝑛 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖 𝑒𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙'𝑎𝑛𝑖𝑚𝑒 𝑜 𝑎𝑙 𝑚𝑎𝑛𝑔𝑎, 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑒𝑠𝑡𝑜)Gli occhi freddi del capitano, che erano stati impegnati nel lanciare un'occhiata fiammante alla sua assistente, erano tornati sul suo obbiettivo principale: Il comandante della Gendarmeria Nile Dawks. Quello che Erwin reputava ancora un amico nonostante stesse per piantargli una pallottola in mezzo alle folte sopracciglia che lo rendevano talvolta oggetto di derisione tra i soldati.
<< Hey, Nile. Per caso il tuo cervello ha la stessa consistenza del tuo pizzetto? Hai sentito cos'ha detto?>>
Trattenne l'impulso di saltare addosso all'idiota che aveva davanti e metterlo al tappeto. Erwin gli aveva fatto cenno di non agire in alcun modo. Era inutile lamentarsi su come il Wall Sina fosse sempre stato sicuro. Adesso non lo era e dovevano catturare quel dannato Gigante Femmina:<< Forse non hai inteso la situazione. >>
L'uomo lo ignorò, continuando a puntare il fucile contro Erwin:<< Togliti subito quell'equipaggiamento.>> Intimò, avanzando da qualche passo. No, il comandante aveva ragione, non gli avrebbe sparato davvero. Le mani tremavano, il volto era pallido e sudato. Più che ordini i suoi sembravano miagolii disperati nascosti dal titolo di comandante.
Il terreno tremò al suono di un rigoroso tonfo. Il Gigante era caduto, o aveva demolito un palazzo piuttosto imponente? Ginevra non aveva avuto di nuovo il coraggio stare con il naso e le mani appiccicate al vetro della carrozza, ma le domande nella sua testa non cessavano neanche per un secondo. Perché Eren non riusciva a trasformarsi? Armin come stava? Era riuscito a rimanere illeso? Aveva seguito il piano, o aveva fatto un passo falso? Certo avevano previsto anche questa situazione, ma sarebbe stata un'altra quella favorevole.
E poi, era straziante udire tutte quelle urla. Stohess stava piano piano collassando su sé stesso. Anche dopo l'attacco, a molti non sarebbe rimasto neanche un posto in cui dormire la notte. Certo, come abitanti del Wall Sina, sarebbero stati trattati con maggiore onore nonostante fossero dei profughi, non come durante l'attacco a Shinganshina. Avrebbero trovato in qualche modo un rifugio.
Levi alzò lo sguardo, ignorando le decine di fucili puntati verso di lui e vide la chioma bionda del Gigante brillare alla luce del sole da sopra il tetto del palazzo. Si era rialzata velocemente: doveva essersi rigenerata. Udì il suono metallico di corde d'acciaio che venivano tese e un grido sommesso. Ci fu un secondo tonfo, più pesante del primo e più duraturo. Dovevano essere i macchinari di Hange: Aveva piazzato dei macchinari per sparare degli arpioni con lunghe corde che immobilizzassero il Gigante, per poi tagliarle la nuca con maggior facilità.
Le urla si intensificarono, e i macchinari vennero distrutti. Merda, anche il Piano C aveva fallito. Si voltò verso Erwin, il quale non sembrava minimamente scosso dal fatto. Mantenne lo sguardo sul comandante di Gendarmeria. Aveva intenzione di rimanere lì impalato fino a ritrovarsi sotto il piede del Gigante Femmina? Nonostante lo conoscesse da anni oramai, alcune azioni erano per lui ancora un mistero. Sicuramente, Erwin non era un essere umano.
Abbassò gli occhi, stanco di assistere al massacro in corso. Non aveva reagito quando era stato il suo momento, non vi era alcuna ragione di rimanere a guardare adesso.
Un secondo lampo illuminò il cielo, colorando l'intero distretto di un giallo brillante che quasi feriva gli occhi. Ginevra si catapultò al finestrino e esultò in silenzio quando un profondo ruggito squarciò l'improvviso silenzio. Eren si era finalmente trasformato.
<< Che diamine succede adesso?!>> Gridò il Comandante Dawks, cercando di sovrastare il rumore e voltandosi verso i sottoposti ancora più confusi di lui. Si guardavano smarriti e preoccupati come dei cagnolini impauriti. Qualche secondo dopo la fine del lampo, le parve di udire il crollo di un edificio non indifferente. A giudicare dalla zona, doveva essere la chiesa del culto delle Mura. Scosse il capo cercando di non pensare ai fedeli, tra i quali anche bambini, schiacciati dal crollo dell'edificio e il peso del Gigante Femmina, nonostante Hange avesse detto che i giganti sembravano essere più leggeri di quanto si immaginasse. Era abbastanza sicura che non ci sarebbero stati sopravvissuti.
Aveva ideato lei questo piano. Era colpa sua se stava accadendo tutto questo. Era una dei mandanti del massacro. Si morse la guancia, mentre le si stringeva il cuore. Era dall'inizio della battaglia che aveva questo pensiero fermo nella mente. Dal primo urlo che aveva udito.
Il Gigante si avvicinò al viale dove sostavano le carrozze. Dal ponte sarebbe stato possibile osservare i due enormi esseri rincorrersi e i civili scappare in lacrime.
Atterrarono davanti al Capitano e il comandante due soldati della Gendarmeria, che abbassò il fucile, trafelati.<<S-Signore! Ci sono due Giganti che combattono nelle mura!>> Informò quasi urlando il primo, guardando crucciatamente i membri del corpo di ricerca come se fossero il diavolo in persona. Storse la mascella in una espressione alquanto buffa data dalla tensione, mentre le gocce di sudore gli scorrevano sul viso come se fosse in atto una pioggerella leggera.
<< Abbiamo anche subito molte perdite>> Aggiunse il secondo sottoposto:<< Sia tra i soldati che i civili. >> Abbassò lo sguardo in rapido segno di lutto.
Dawks si voltò con uno scatto fulmineo verso Erwin, puntandogli di nuovo l'arma alla fronte:<< Hey Erwin! Scommetto che ci sei tu dietro tutte queste uccisioni!>> Gli gridò, avvicinando il fucile cercando di farlo arretrare. Il Comandante, di nuovo, non parve minimamente scosso o colto di sorpresa. Non era pallido, né vergognoso:<< Sì. Sono io il responsabile di questo piano. E non ho intenzione di chiedere scusa. >> Dichiarò, con una sincerità mostruosa.
A quel punto, Nile si pose faccia a faccia con il biondo, tirandolo per il colletto della camicia. Levi arricciò il naso, mentre segretamente fremeva sotto una voce della sua testa che gli diceva di agire e fare qualcosa.
<<Quei due... mostri stanno distruggendo l'intera città.>> Gli ruggí in volto:<< Come diamine hai potuto fare una cosa simile? >>
Smith rimase in silenzio, continuando a guardare il pari con i suoi profondi occhi azzurri. Non oppose alcun tipo di resistenza all'essere sbatacchiato a destra e manca dal corvino.
<< Allora? Che fai, non rispondi?>>
<< Io l'ho fatto per la vittoria del genere umano. >>
<< Mi prendi per i fondelli? >> Alzò di nuovo il fucile:<< Tu... Tu sei solo un rivoltoso. >> Sputò, caricando la voce con tutto il disprezzo possibile:<< E se anche ti giustiziassi adesso, i superiori non avrebbero niente da ridire!>>
Levi corrugò le sopracciglia quasi allo stremo, mentre la pelle della fronte prendeva la forma delle rughe d'espressione. Perché Erwin non gli faceva alcun cenno? Perché non gli impartiva un ordine?
<< Per me va bene. >> Esortò il biondo:<< Ma prenderai tu il comando. >>
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𝐑𝐈𝐕𝐀𝐍𝐄𝐕𝐑𝐀 : 𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀𝐍𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 ( 𝐋𝐄𝐕𝐈 × 𝐎𝐂)
Fanfiction𝐆𝐢𝐧𝐞𝐯𝐫𝐚 𝐖𝐢𝐥𝐥𝐚𝐫𝐝 è una giovane soldatessa, affidata al Capitano Levi come assistente dopo la tragica cinquantasettesima spedizione. 𝐋𝐞𝐯𝐢 𝐀𝐜𝐤𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧 è il soldato più forte dell'umanità, reduce dai tragici avvenimenti del Corpo...