𝐕𝐈.

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☾︎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐒𝐄𝐒𝐓𝐎 ☽︎

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☾︎ 𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐒𝐄𝐒𝐓𝐎 ☽︎

𝐷𝑜𝑣𝑒 𝑙𝑎 𝑏𝑎𝑡𝑡𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑖𝑙 𝐺𝑖𝑔𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑒𝑚𝑚𝑖𝑛𝑎 ℎ𝑎 𝑖𝑛𝑖𝑧𝑖𝑜.

La primavera era giunta, portando con sé alberi in fiore e foreste colorate, le quali erano impossibili da rimirare per i cadetti al campo militare, limitati dalle mura del piazzale dell'addestramento e dall'allenamento continuo

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La primavera era giunta, portando con sé alberi in fiore e foreste colorate, le quali erano impossibili da rimirare per i cadetti al campo militare, limitati dalle mura del piazzale dell'addestramento e dall'allenamento continuo.

Ginevra era distesa su una delle panche del campo dove i cadetti si allenavano nel corpo a corpo, col fiato corto e sudata dal capo ai piedi. Shadis le aveva ordinato di correre fino alla conclusione dell'esercizio che stavano esercitando gli altri, dato che lei aveva già concluso l'incontro. Odiava correre. Le sembrava che il suo cuore stesse impazzendo mentre annaspava con il fiato corto e muoveva a malapena gli occhi.

Lo sguardo le cadde su Armin, che fissava il terreno con fare triste, quasi malinconico. Nei tre anni di addestramento durante la primavera aveva spesso quell'umore, soprattutto nelle giornate dove era possibile per i cadetti andare a visitare le famiglie a casa. Per distrarlo da quei pensieri aveva anche organizzato un viaggio nella capitale Mitras, l'anno precedente. Nonostante non guadagnasse alcun tipo di denaro come cadetta, solo il mantenimento fondamentale, aveva qualche soldo messo da parte e lo aveva impiegato in questa iniziativa.

La Capitale, tra i suoi grandi e sfarzosi edifici e l'enorme palazzo reale, capolavoro dell'architettura delle mura, li aveva piacevolmente sorpresi e intrattenuti.

<< Armin, t-tu...tutto bene?>> Gli chiese inutilmente con la gola secca, essendo perfettamente a conoscenza di cosa turbasse il biondo.

L'altro miagolò un " Sì " mogio e poco convincente, abbassando lo sguardo: << Sinceramente, invidio Jean e gli altri che hanno una casa dove tornare. >> Esternò con malinconia:<< Mi manca Shinganshina >>

La castana non rispose, tentando con tutte le sue forze di donargli uno sguardo confortante: "Non che io sia in una condizione migliore." Pensò tra sé, mantenendo le labbra serrate.

𝐑𝐈𝐕𝐀𝐍𝐄𝐕𝐑𝐀 : 𝐉𝐔𝐒𝐓 𝐀𝐍𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘 ( 𝐋𝐄𝐕𝐈 × 𝐎𝐂)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora