Capitolo quindici

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"Bro"- Mattia si rivolse verso quello che considerava il suo fratello maggiore.
"Fra che successo?" – Christian notò il suo sguardo ormai angosciato che proseguì:
"Oggi non mi sento proprio bene. Ti dispiacerebbe aiutarmi con le garze?" - l'aiuto non facendoselo ripetere due volte.
Se per il biondo era come se fosse un fratello maggiore, il moro lo reputava il suo fratellino minore.
Non si sarebbe mai aspettato che tra tanti eventi che avevano condotto a modificare radicalmente la sua vita, "Amici" gli avesse donato una persona come lui.
Era una delle migliori potesse conoscere.
Infondo era grazie a lui se aveva preso il coraggio di scrivere a Victoria.
Era grazie a lui se il suo essere introverso in quella casa si era modificato radicalmente.
Gli doveva parecchio.
"Lascia, faccio io. Ieri quando ti sei fatto medicare da Vic ho capito come si fa, mi ha insegnato" - si sentì fiero di ciò, cercando comunque di ironizzare e non andare sempre a parare sulla questione della caviglia.
Quando insieme a lui apprese la notizia della microlesione cercò di mostrarsi forte per essere una giusta spalla.
Dentro di lui purtroppo si celava il suo dispiacere.
Continuò, ripiegato sulle gambe, vedendo ancora la sua espressione abbastanza afflitta:" Dai che adesso hai due infermieri personali" - circondandogli le garze con una striscia di cerotto, che rintagliava stesso con le mani.
"I migliori che potessi avere" - Mattia sorrise debolmente mentre ammetteva ciò che realmente pensava.
La presenza della professionista nella casa non influì sulla loro amicizia, anzi.
Christian sapeva ben regolare i rapporti, in particolare quello che aveva con lui.
Con Victoria, in verità, la situazione era ancora confusa.
Loro non stavano insieme, non avevano mai ammesso a parole di provare qualcosa per l'altro ma lo sapevano e dimostrato.
Non era di certo un rapporto di amicizia, sarebbe stato ridicolo dichiararlo come tale.
Probabilmente si nascondevano dietro la frase frequentazione.
Erano così complicati?
Si, ma allo stesso tempo quelle settimane non volevano pensare al futuro e godersi quel loro piccolo angolo di paradiso.
Ritornando a Mattia.
Di amici ce ne sono tanti ma pochi rimango e lui aveva la sensazione che un'amicizia come la loro sarebbe durata tutta la vita.
Nel corso della nostra esistenza accadono molteplici vicende.
Trascorriamo il resto del tempo a imparare a conoscere il carattere di una persona.
Come primo impatto ameremo i suoi pregi, le sue virtù e ci sembrerà meraviglioso.
Ma un vero amico è colui che rimane anche quando conoscerà i tuoi difetti, arrivando fino infondo.
È colui che c'è durante delle paure inutili ed è l'unico in grado di farti riacquistare le forze.
Quello che quando ti senti inutile ed incompreso c'è nel pieno dei tuoi guai ad aiutarti a rialzare.
Le risate condivise, le canzoni cantante a squarciagola, le ore passare a provare una coreografia o a scegliere un film da vedere al computer, le promesse, i sogni, i ricordi, le emozioni sono gli aspetti essenziali per descrivere un'amicizia magica.
La loro lo era di sicuro.
"Vediamo se ti faccio ridere un po', mamma ci ha spedito le felpe che tanto volevi.
Credo che le nostre mamme ci abbiano adottati entrambi."
-

"Raga ma vi rendete conto sui tacchi" – affermò Christian giungendo nella sua camera, dove vi erano Victoria, Mattia, Guido e Dario, una volta aver terminato le prove.
La sua reazione di sconforto fu causata dalla maestra Alessandro Celentano, la quale gli assegnò una coreografia da eseguire sui tacchi, da preparare nell'arco di una sola settimana.
Come se non bastasse quella che doveva realizzare con la professionista.
"Fratè ti invidio" - asserì il ballerino modern, procurandosi un'occhiataccia da quello di hip hop.
Non era tanto il fatto che fosse una coreografia complessa ma piuttosto, essendo molto lontana dal suo stile, sarebbe stato complicato impararla in così poco tempo.
"Frà secondo me ce la puoi fare, per me sai che spacchi sempre" - stavolta fu il ballerino di latino a parlare, appoggiando una mano sulla sua spalla come per esortarlo.
La ragazza in un primo momento rimase in silenzio, ascoltando lo sfogo e le opinioni degli altri.
Voleva che in qualche maniera potesse esternare le sue preoccupazioni, invece di tenerle dentro.
Fu solamente quando rimasero da soli che provò a dargli il giusto supporto.
Lei credeva molto nelle sue capacità, per di più non sopportava che lui tendesse a considerarsi sempre inferiore agli altri.
"Chri, io sono sicura che ce la farai, ne sono sicura" - dichiarò Vic, in posizione supina sul letto nel contempo, che il ragazzo, quasi come sfogo, frugava nell'armadio in cerca di una maglia da indossare.
"Vix non penso proprio" - sfilò a quel punto una t-shirt rosa dalla gruccia.
"Smettila di sottovalutarti. Ma poi che te ne frega? Non è una conferma maglia dal tuo maestro, è solo un modo per apprendere e metterti in gioco.
Che poi se la maestra faccia commenti positivi o negativi, prendili e basta" - sperò di aver utilizzato le parole opportune per incitarlo a non preoccuparsi ulteriormente del compito.
A dirla tutta, lei era anche curiosa di vederlo sui tacchi e il pensiero che invase la sua mente la divertì poiché se lo immaginò.
Ciononostante, si chiese mentalmente, pure se stesse sostenendo quel discorso con lucidità e grinta, dato che il moro aveva appena concluso la doccia.
Oltre a essere a torso nudo, aveva dei capelli ricciolini, suoi naturali che finalmente grazie a Mattia, stava decidendo di lasciarli scendere sulla sua fronte, ancora bagnati.
Era scalzo ma aveva indossato lo stesso dei pantaloni neri della tuta.
Victoria aveva un debole per questo genere di ragazzi, erano il suo prototipo, nonché lo era Christian.
"Perché credi così in tanto in me? Se perfino gli altri, ultimamente non lo fanno? – chiese lui, avvicinandosi a lei, avendo ancora la maglia ripiegata in mano.
Qualche gocciolina d'acqua discese dal suo riccio ribelle sul volto della rossastra, poiché si accomodò affianco a lei.
Prima di risponderlo, lei pensò solamente quanto fosse dannatamente bello.
Caspita se capiva le sue ammiratrice, lo era anche lei.
Non gliel'avrebbe mai ammesso benché assunse un'espressione assente, in quell'attimo, presagendo tutt'altro.
"A parte che io ho una mia opinione libera e so chi sei. E cazzo se mi arrabbio. Smettila di pensare a cose futili.
Tu sei Christian Stefanelli. Oltre a essere la persona migliore che conosca, sei uno dei ballerini per i quali punterei tutto. Lascia le tue paranoie, so che difficile ma fallo." – stavolta lo sguardo del ragazzo, verso i suoi confronti era evidente.
Sembrava volesse dirle qualcosa ma non lo fece.
Si limitò ad accarezzare la sua guancia col polpastrello, e quasi d'impulso a poggiare le labbra sulle sue con estrema dolcezza.
"Grazie, sei la giusta carica" – si staccò di poco, per poter far fuoriuscire dalla bocca quelle parole.
I loro sguardi erano intensi e incantati.
Se li si osservavano si poteva cogliere il loro sentimento reciproco.
In contemporanea, questa volta, unirono le loro labbra in modo più desideroso, come se entrambi avessero la necessità di sentirsi vicini più che mai.
Vic posizionò una mano sul suo tricipite, trovandosi in quell'istante entrambi posizionati di fianco, uno di fronte all'altro.
Trasportati dalla situazione Chris fece invertì le posizioni, sdraiandosi sul proprio letto, adagiò la ragazza a cavalcioni su di sé.
Fu tutto così veloce e istantaneo da non comprendere nulla, ma essere persi totalmente.
In un lasso di tempo le labbra calde della ragazza sfioravano senza mai appoggiarsi il suo petto.
Le mani del ragazzo passarono lungo la sua schiena seminuda, a causa della maglia che indossava.
Lei scese lungo il suo collo, sia con le mani che con le labbra, dove con le seconde si soffermò sul suo pomo d'Adamo.
Deviò la direzione, non proseguendo dritto, arrivando alla sua clavicola sinistra.
Un improvviso calore si propagò lungo lo stomaco e il basso ventre di tutti e due.
Riprese il suo percorso e stavolta raggiunse il centro del torace, ancora bagnato.
Se in un primo momento, il ragazzo aveva le mani ben salde sui suoi fianchi che accarezzava e di tanto in tanto stringeva senza farla del male, discese pressandole sulle sue natiche.
Anche lui, in seguito posò le labbra sul suo collo, facendola rabbrividire lungo la colonna vertebrale.
Tale gesto a lei procurava sempre questo effetto.
"A saperlo rimanevo da Sissi" - a farli sobbalzare fu Dario, che rimase immobile sull'uscio della porta semiaperta.
In particolare il volto della ballerina divenne paonazzo, scaturendo una piccola risata dal ragazzo al suo fianco non appena discese dalle sue gambe.
"Ragazzi per me non ci sono problemi e direi nemmeno per i telespettatori a casa.
Forse vi direi di chiudere la porta la prossima volta ma non credo serva" - fu molto ironico, come il suo solito e seppure Christian emetteva quasi una risata nervosa, Victoria cercava di nascondersi dietro a un cuscino.
Tralasciando la vergogna e le telecamere, i due avrebbero continuato all'infinito.
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Portami a ballare || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora