Roma

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La mamma negli ultimi mesi era diventata più serena e tranquilla, urlava di meno con papà e anche con me, cosa assai positiva perché finalmente sembrava essersi tutto assestato nel migliore dei modi.

Con Erica andava sempre meglio: eravamo passate dal vederci una volta a settimana allo studiare quasi tutti i giorni insieme. All'inizio mamma non era molto propensa per questa cosa ed era addirittura arrivata a dirmi:-"Vediamo di non prenderla come abitudine questa cosa di vedere Erica tutti i giorni"- ma cambiò idea quando incominciai a portarle a casa tutti 8 e 9. 

Non dico tutti perché la domenica Erica doveva andare in oratorio come animatrice perché sua mamma la obbligava  e io cercavo  in tutti i modi di convincerla a dire a sua madre che non aveva voglia ma era inutile.

E IO NON AVREI MAI FATTO L'ANIMATRICE!

Era un martedì pomeriggio quando andai al parco con Erica.

Era il primo giorno di aprile e c'era un sole bellissimo, infatti ne avevamo approfittato per studiare al parco anche se alla fine liquidammo i compiti in un'oretta scarsa perché non dovevamo fare nulla di particolare, né io nè lei.

Eravamo stese sotto l'ombra di un'albero: Erica guardava il cielo e io guardavo lei e i suoi lineamenti perfetti.

Avrei voluto stringerla a me e accarezzarle i capelli, avrei voluto poterle sussurrare ti amo e poi baciarla ...ma lei sicuramente non avrebbe ricambiato e sarebbe scappata via spaventata e confusa.
Così trattenni la mia voglia sfrenata per evitare inconvenienti che mi avrebbero costato anche la sua amicizia... già non potevo averla come mia ragazza, ma almeno come amica volevo tenermela stretta.
Come al solito ci trovammo a parlare del più e del meno senza evitare però i commenti stupidi dove lei scoppiava a ridere e la sua dolce risata contagiava anche me; ma quel giorno feci una mossa azzardata che avrebbe potuto avere anche un riscontro negativo se non fosse per il fatto che sua madre era diventata più dolce e simpatica.
In poche parole le dissi con un po' di esitazione:-"Ehm .. sai che ti ho parlato di Roma no?"-
-"Si certo, chi ti conosce bene sa che parli ogni due per tre di Roma"- ammiccò con un sorriso e tirandomi un pugnetto sul braccio, per poi stringermi in un abbraccio affettuoso ma sempre troppo breve.
La guardai un po' di sbiesso e poi ripresi:-"Beh si okay lo ammetto...sono follemente innamorata di quella città e quindi? ... No dai a parte gli scherzi ... io ... ecco.."-
-"Tu cosa? Non dirmi che parti e non torni più Chiara... non puoi lasciarmi qua!"-
-"No no, ehi rallenta... ti pare che potessi dirti una cosa del genere in tutta tranquillità per caso?"-
-"Ah cazzo mi hai fatto morire di una qualche strana malattia"-
Scoppiammo a ridere e l'abbracciai.

Quella sera Erica era andata a casa presto perchè era stanca ed io ero sul divano con mamma e papà.
Stavamo guardando uno dei film sdolcinati di mamma quando presi coraggio e dissi:-"Non vorrei disturbare la visione di questo, come dire, orribile film ma volevo chiedervi una cosa..."-
Papà come al solito mi diede ragione e mamma fece finta di mettere il broncio quando poi ritornarono su di me e dissero:-"Cosa ci dovevi dire'"-
-"Sapete che ha me piace Roma no? Ecco so che noi l'abbiamo già vista e tutto ..."-
Mamma odiava i miei monologhi titubanti così mi incitò ad arrivare al dunque, così dissi tutto d'un fiato:-"Erica non ha mai visto Roma e volevo portarcela per il suo compleanno. Prometto che mi pagherò tutto con i soldi che mi hanno dato le zie per le varie feste e se non bastano farò qualche lavoretto"-
Mamma si guardarono un po' sconcertati ma sapevano che io tenevo a Erica più di ogni altra cosa.

Non li pressai e andai in camera mia per lasciarli parlare e decidere.
Era ovvio che mi avrebbero chiesto come ci saremmo arrivate, quanto saremmo state giù e tutto il resto così mi misi davanti al computer, presi un foglio e una biro e preparai tutto.. cercai addirittura il biglietto aereo o del treno che costava meno facendo anche tutti i calcoli per le varie spese.
Mamma e papà entrarono in camera mia quando stavo curiosando ancora sui siti per trovare un biglietto che costasse ancora meno rispetto a quello che avevo già trovato.
Si sedettero sul letto mentre io rimasi per terra tra i miei mille foglie con i vari conti, poi con molta calma iniziarono a parlare o meglio mamma iniziò a parlare:-"Abbiamo deciso che ..."-
Ecco adesso si era messa anche a fare un minuto di silenzio per i caduti .. perchè non strappava il cerotto e basta?
-"Avete deciso ...."- Esclamai con un po' di insistenza perchè stavo per collassare dall'ansia anche se ero già per terra.
Papà mi salvò per un pelo dalla morte:-"Puoi andare ma a una condizione"-
-"Tutto quello che volete basta solo che mi mandate"-
-"Questo mese andrai a dare una mano in oratorio insieme a Erica"-
Non ci volevo credere, sapevano che era una cosa che odiavo e loro avevano avuto il coraggio di ricattarmi, ma dovevo portare Erica a Roma così sospirai e acconsentii.

Quella sera sarebbero venuto i genitori di Erica a cena per parlare con i miei e decidere le ultime cose prima della partenza.
Non potevo ancora credere che saremmo partite davvero e saremmo state via per bene due settimane.
C'è da dire però che è tutto merito di papà che ha ricordato che io ed Erica :-"Sono delle ragazze responsabili e hanno quasi 18 anni... da quando si conoscono vanno anche molto bene a scuola .."
Ero diventata una figlia esemplare se non fosse per il fatto che la mia femminilità era ancora sotto terra e la mamma cercava disperatamente di buttare via le mie felpe.

Mancava una settima prima della partenza e mia mamma lavava e stirava tutti i miei vestiti come una forsennata così che io potessi averne abbastanza.
Stavo incominciando a scegliere le magliette e i jeans da portarmi via quando mi squillò il telefono e una voce agitata e rotta dal pianto mi parlò.
-"Non trovo nulla da mettere in valigia, sono brutta come la fame e ...."-
-"Ehi Erica stai calma, ora arrivo da te e vedi come cambi idea"-
Mi infilai una felpa e presi le chiavi di casa.
Mentre uscii dissi alla mamma che Erica aveva avuto una delle sue solite crisi e come al solito, da brava madre apprensiva mi accompagnò in macchina ed entrò in casa Merti con una torta.

Mentre le nostre madri parlavano tranquillamente in cucina io raggiunsi Erica in camere sue:-"Ma che cazz..? E' passato un uragano per caso?"-
Le mi guardò disperata senza proferire parola.
Si stava guardando allo specchio con gli occhi fuori dalle orbite.
-"Ehi calmati"- le disse piano e abbracciandola da dietro.
-"La vedi quella ragazza nello specchio? Ecco quella ragazza è la ragazza più bella che abbia mai visto: non ha mai un capello fuori posto, ha un sorriso da togliere il fiato e due occhi che fanno invidia anche a Venere. Sei stupenda Erica non dimenticarlo okay?"- e le lasciai un bacio sul collo mentre lei si girava e mi abbracciava il più forte possibile.


Salutammo i nostri genitori che ci raccomandarono per l'ennesima volta di fare attenzione, poi salimmo sull'aereo.
Stavamo per decollare e io stavo letteralmente morendo di infarto: ho sempre avuto paura degli aerei ma costava meno il biglietto aereo di quello del treno (cosa abbastanza strana ma okay).
Erica mi guardò e poi mi strinse la mano:-"Non avere paura, è solo un'aereo"- Poi mi lasciò un bacio in fronte.

Quando arrivammo in hotel lei aveva su la mia felpa ed eravamo entrambe stanchissime così ci infilammo nel letto matrimoniale.
Parlammo per un po' fino a che non mi addormentai secca senza nemmeno accorgermene.
Quella notte mi svegliai in preda al panico poi sentii le braccia di Erica che mi cullavano e mi sussurrava che era solo un'incubo... mi stavo per riaddormentare quando le sentii dire con un filo di voce:-"Se solo potessi baciarti senza perderti lo farei tutte le sere e tutte le sere ti direi ti amo ... "-
Non sapeva che fossi sveglia così mi sollevai, le presi il viso tra le mani e la baciai.

Scusa mamma ma sono lesbicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora