Perplessa

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Ero nel più totale panico!
Continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, che sarebbe stata la serata perfetta, che sarei riuscita a dirle ciò che volevo ... no no avevo bisogno di aria, mi sentivo soffocare.
Così uscii sull'enorme terrazza della nostra camera di hotel e mi accesi un sigaretta: Erica si stava ancora preparando mentre io ero in mutande e maglietta, su un balcone a fissare quell'immensa città.
Avrei voluto mandare tutto a monte e dormire perché odiavo quella sensazione di impotenza, quella sensazione di panico in cui non puoi fare nulla... ma svaní non appena Erica mi raggiunse indossando una canotta quasi trasparente nera infilata nella gonna a vita alta azzurra e le sue adorabili vans nere.
Aveva lasciato i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle pallide e le incorniciavano il viso e facendo spiccare i suoi meravigliosi occhi.
Quando mi resi conto del mio sguardo ebete stampato sul viso scrollai un po' la testa, sorrisi ed esclami:-"sembri uscita da una rivista... una di quelle piene di modelle fighe si intende"-
-"Ma grazie... ma quella bella qua anche se in mutande e maglietta sei tu"-
Sì avvicinò a me e mi afferrò per i fianchi, appoggió il suo viso sopra la mia spalla e mi strinse forte lasciandomi abbastanza spazio per poter respirare.
Poi sentii le sue manine sfiorarmi i glutei, stringerli con delicatezza e poi più forte facendomi sussultare e facendomi scappare un risolino; piano piano salì facendo alzare la maglietta sotto la quale fece scivolare le sue mani che mi accarezzarono la schiena per poi fermarsi sui fianchi dove titubó per qualche istante ... si sposta dietro di me abbracciandomi da dietro, mi accarezzó il ventre tracciando dei piccoli cerchi con le dita, saliva piano piano senza alcun timore mentre mi lasciava baci leggeri sul collo e sulla spalla ... arrivó vicinissima al mio seno ....
Poi mi voltò, mi baciò con passione, piena di desiderio ma poi si allontanò con un ghigno stampato in faccia e disse:-"Abbiamo una cena... vai a vestiti se no faremo tarti"-
Perplessa e con il sospiro ancora affannato me ne andai in bagno dove caddi per terra ansimante. ...
Ora ero certa .... non volevo andare cena volevo andare a letto con Erica e chiederglielo tra un ansimo e l'altro .... ma nonostante tutto mi prepari maledicendo le sue carezze e i suoi baci.

Scusa mamma ma sono lesbicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora