Barriere troppo spesse che ti tengono lontana da me

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Erano solo le 7 del mattino quando venni svegliata dallo scroscio dell'acqua che usciva dalla doccia.
Mi rigirai un paio di volte nel letto ma non ce la feci: il cuore aveva iniziato a battermi sempre più veloce, il mio corpo cercava di ribellarsi al calore delle coperte e non avevo più alcun desiderio di rimanere in quel letto vuoto.
Il ricordo della notte passata mi aveva messo una certa eccitazione perchè chi lo avrebbe mai detto che io avrei baciato Erica? Chi sa quante volte l'avevo abbracciata e chi sa quante volte avrò avuto le sue labbra a due centimetri dalle mie ma non avevo mai azzardato una cosa così tanto rischiosa... e quella notte invece avevo accorciato ogni distanza tra me e lei ....

Erica uscii dal bagno con una delle mie felpe e quando si accorse che ero sveglia abbassò lo sguardo imbarazzata
-"Scusa n..non volevo svegliarti e... e prendere la tua felpa, ma... ecco ... vedi mi ero dimenticata i vestiti in camera e avevo un po' freddo"-
Mi alzai dal letto e mi avvicinai piano piano a lei... sorridendo... le cinsi la vita tra le mie mani ossuto a le accarezzai dolcemente i fianchi, poi le stampai un bacio sulle labbra: uno di quei baci lunghi e delicati, dove assapori le labbra dell'altra con delicatezza per non farle male.
-"Non scusarti. Ti sta bene la tua felpa e poi non mi hai svegliata è stato il mio cuore a farlo ahah"-
-"L..la mia felpa"-
-"Sì te la regalo, è quella che avevi messo la prima volta che sei venuta a casa mia"- dissi allontanandomi da lei e afferrando i vestiti.
Mi diressi in bagno e mentre chiudevo la porta vidi Erica rossa in viso mentre stringeva a se la mia felpa: era fottutamente adorabile.


Stavamo camminando mano nella mano per le strade di Roma, lei si guardava in giro affascinata e sorrideva: tutto ciò che vedeva lo indicava voltandosi verso di me... sembrava una bambina alle prime prese con un giocattolo nuovo.
Avrei voluto poterle far vedere tutto in un solo giorno solo per ammirare quel suo sorriso inesperto!
Arrivammo al Colosseo: io feci la fila per prendere i biglietti mentre lei guardava in alto come se volesse scavalcare quella struttura imponente che si parava davanti a lei.
Non resistetti così le feci una foto e quando se ne accorse si girò verso di me e azzardò un sorriso timido dondolando un po' sulle sue gambette perfette rimaste scoperte per via delle sua solita gonna che questa volta era azzurra: era davvero bellissima con le sue vans nere, la gonna a campana azzurra,la mia felpa nera sopra e il suo solito fiocco tra i capelli.

Non seppi resisterle così la baciai tra gli sguardi stupiti, inteneriti e a volte schifati delle persone. Non riuscii a trattenermi proprio perchè la sollevai per i fianchi e le feci fare una giro.

Ero riuscita finalmente a prendere i biglietti quando lei mi afferrò per la mano e mi tirò dentro il Colosseo impaziente di vedere cosa si nascondeva dentro quel colossale edificio: entrò e rimase a bocca aperta.
Prendemmo un guida così che lei potesse capire un po' di più: la seguii per tutto il tempo; lei davanti che prima abbassava la testa per leggere sul libro poi la rialzava per guardarsi intorno, io dietro intenta a fare foto.
Ne avevo un sacco di foto di Roma ma poco importava perchè non avevo foto di Roma con Erica.


Rimanemmo tutto il pomeriggio dentro il Colosseo perchè voleva vederlo tutto per filo e per segno così quando tornammo in Hotel eravamo distrutte.
Ci lanciammo sul letto una accanto all'altra quando lei esclamò:-"Grazie Chiara"-
Mi voltai su un fianco per guardarla: sorrideva.
Così mi parai sopra di lei e presi a giocare con i suoi capelli: li accarezzai piano piano salendo fino al fiocco che con un colpo sfilai dai suoi capelli.
Le accarezzai il viso fino alle sue labbra che sfiorai con un dito per poi poggiarvici sopra le mie.
Delicatamente la baciai, le accarezzai i fianchi e le cosce.
Erica si fece scappare un sorriso un po' timido quando le sfiorai il sedere poi incominciò a baciarmi con foga lasciandosi trasportare dalla passione: mi tolse la maglietta esclamando:-"Ti ho sentito così lontana per tutto questo tempo nonostante gli abbracci, odio questa barriera di vestiti che è troppo spessa"- Poi riprese a baciarmi senza ritegno.
Le sfilai tutto di dosso lasciandola in biancheria intima: assaporai ogni parte dal suo corpo quando suonò il telefono.
Era la sveglia che avevo puntato per ricordarmi del ristorante.
Mi alzai e lei fece lo stesso.
-"Dai vai a vestirti che ti porto fuori a cena"- le dissi dandole una leggere pacca sui sui glutei perfetti.
Lei rise poi si chiuse in bagno mentre io mi ricaddi sul letto con un sorriso ebete stampato sul viso.


Scusa mamma ma sono lesbicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora