back in the days, 3

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Dopo il piccolo incidente della doccia, Emma aveva cercato di ignorare il ragazzo per più tempo possibile. Ma fu inevitabile incontrarlo ancora quando Emma non trovava più la maglietta che aveva deciso di mettersi dopo la famosa doccia. Riuscì a ricordarsi di aver lasciato tutto nel bagno quel famigerato giorno, e dopo aver bussato molte volte alla porta del bagno ed essersi assicurata che il passaggio fosse libero e sicuro, entrò per trovare i vestiti ben piegati sopra un piccolo cestino dove solitamente andavano i vestiti sporchi. Notò per puro caso un piccolo biglietto ripiegato sopra; incuriosita lo aprì delicatamente per non romperlo e lesse: li ho lavati, mi dispiaceva averti spaventata in quel modo. non credevo di essere così brutto da far prendere paura!. Ed Emma semplicemente rise, per la sua figuraccia, per la gentilezza di lui, per il fastidio che provava nel sentire le farfalle allo stomaco e per quanto cliché fosse! Subito dopo, sentì la porta d'ingresso aprirsi: Simon era probabilmente tornato a casa per pranzo. Emma, sospinta da una non ben chiara ventata di coraggio si diresse in cucina con i vestiti sotto braccio e il biglietto in mano. Entrata in cucina salutò il ragazzo, che notò subito quello che lei teneva in mano, e arrossì leggermente.

"Volevo ringraziarti per avermi lavato i vestiti" esordì lei, posandoli su una delle sue piccole valigie che ingombravano il salotto.

"Non c'è di che" risposte lui, prima di continuare con qualcosa che letteralmente stordì Emma: "Se ti va puoi cominciare a tenere qualcosa direttamente in bagno o nel mio armadio, tanto è mezzo vuoto ... solo se vuoi, così è più comodo per tutti". Lei rimase con la bocca schiusa per qualche secondo prima di riprendersi.

"Sai, non so ... mi sa che così non riuscirai più a liberarti di me" disse ridendo e cercando di nascondere il proprio nervosismo.

"Chi ha detto che voglio liberarmi di te?" rispose lui, facendole l'occhiolino con la sua ritrovata sfacciataggine.

Emma decise di ignorare l'argomento e di aiutare Simon a preparare qualcosa per pranzo. Erano ormai una decina di giorni che lei viveva a casa sua e non avevano mai trascorso un singolo pasto insieme. Tra che lei non voleva sembrare una scroccona e il nervosismo che Simon le metteva, cercava sempre di mangiare fuori sia per pranzo che per cena. Anche lui parve stupito, ma decise di rimanere in silenzio e di lasciarsi aiutare. Simon imparò in fretta quanto Emma fosse una cuoca disastrosa (e per fortuna che stavano preparando una semplice pasta al pomodoro). Si sedettero a tavola e tutte parve naturale, come se ogni giorno si fossero seduti insieme a mangiare qualcosa in fretta prima che ognuno continuasse negli impegni della propria giornata. E fu naturale anche il piccolo bacio sulla fronte che Simon lasciò alla ragazza prima di uscire per tornare nello studio.

Ars Gratia ArtisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora