Carrie

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"Mi raccomando amore, scrivimi quando arrivi e vai piano!"
"Mamma, lo sai che l'aereo non lo piloto io vero? E che la velocità è sempre la stessa da una vita?"
Sorride, si stringe al suo piumino rosso autunnale che abbiamo appena comprato in un negozio vicino all'aeroporto.
Le sta leggermente più lungo di come dovrebbe vista la sua altezza ma le dona molto e le risalta i capelli ramati che ricadono sulle spalle.
Finalmente sorride, sono passati trentasei giorni da quel maledetto giorno e quindici da quando ho iniziato ad esprimere ai miei, la volontà di voler abbandonare la mia vita per un po'.
Ci ho messo molto a convincerli, per quanto io abbia trentadue anni, non riesco a prendere una decisione senza consultare la mia famiglia.
Ma anche loro hanno capito che in quello stato, per lo più assente, non sarei stata d'aiuto a niente e a nessuno.
Non so quanto ci vorrà, ma per ora voglio solo respirare aria nuova anche se fosse solo di rinchiudermi a casa. Basta che non sia QUELLA casa!
Mi incammino finalmente verso i controlli in aeroporto, dopo aver lasciato la mia valigia enorme al banco e aver fatto il
check-in.
Quando la ragazza mora che fissava il piccolo monitor di fronte a lei, mi ha guardato dicendomi "Mi scusi signora, dovrebbe pagare venti euro per il peso extra" , che per lei sicuramente era la normalità, ho capito di aver perso la mia vita.
Io, maniaca organizzativa, che viaggio con il mio pesa-valige da venti euro ad ogni vacanza e che visiono ogni singolo costo con le eventuali offerte delle compagnie aeree a seconda del peso.
Ecco, quei venti euro, hanno ufficialmente dato ancora più valore alla mia decisione di partire!
Sto per salutare mamma quando finalmente arriva papà, pur di esserci e fare in tempo non è passato neanche da casa per levarsi la divisa, il nome del nostro Hotel è ben visibile, a caratteri cubitali, sul retro della sua giacca. "Hotel Lorena"
"Papà ma dov'eri finito?"
"Non c'era un parcheggio da nessuna parte, -riprende fiato per la corsa- pensavo di non fare in tempo a salutarti e darti questo."
Mi passa nelle mani una busta, senza parlare, ma io so che vorrebbe dirmi "spendili e goditi questa pausa".
Non li conto, proprio come si faceva con le buste che la nonna dava a tutti noi nipoti a Natale, come quando apri il biglietto di compleanno e fai scivolare i soldi facendo capire che il regalo più importante sono le firme dei tuoi amici.
Ci abbracciamo tutti e tre senza dire nulla.
Afferro il mio zainetto nero che avevo fatto cadere nell'abbraccio e mi incammino continuando a salutare finché, le due figure che mi fissano abbracciati, diventano due puntini. Sento che non saranno pochi giorni ma glielo lascio credere, e so che capiranno.
Passati i controlli manca ancora mezz'ora all'imbarco e mi rifugio nel giardino dell'aeroporto.
Tengo tra le mani un caffè preso nel bar vicino e mi siedo al sole.
Una brezza autunnale muove leggermente alcune foglie di una pianta vicino al mio tavolino, ma si sta davvero bene, sono le 14e30 e ci saranno almeno 18°.
Il sole si riflette sugli specchi d'acqua che la pioggia del giorno precedente ha lasciato dietro di sé.
Finisco il caffè e mi accendo una sigaretta. Questa è la pace dei sensi e vorrei esattamente un angolo così nella mia prossima casa.
Si, perché ho già deciso!
Quando tornerò non voglio più stare in QUELLA CASA, mi sto già informando sulla sua valutazione e ne comprerò un'altra.
Per ricominciare da capo serve esattamente un nuovo mondo!
Decido di chiamare Sophie per avvisarla che sono già in aeroporto, so per certo che mi farà trovare un cambio pronto senza possibilità di scelta e mi farà uscire stasera stessa.
Mi ospiterà lei per un po', ho provato ad insistere di aiutarmi a trovare una casetta tutta per me, che fosse vicina alla sua, ma dopo le sue incantevoli opere di convincimento ho accettato.
Non mi dispiace per nulla coccolarmi con lei, dormire abbracciate come quando eravamo piccole.
Sophie ed io ci conosciamo da ventinove anni, dall'asilo non ci siamo mai separate.
Le nostre mamme hanno rivoluzionato le liste di ogni scuola pur di farci capitare insieme.
Lei poi ha scelto l'università mentre io avevo già iniziato a lavorare nel nostro Hotel, ma ci sentiamo talmente tanto al telefono che è come averla qua.
Io sono stata il suo sole per tutta una vita, povera, la fortuna non era mai dalla sua parte in amore e in amicizia.
I suoi ex, di cui ho rimosso anche i nomi, più che uomini erano degli emeriti stronzi.
Chi la tradiva, chi la usava e chi voleva solo sesso mentre lei ci metteva il cuore ed ora, per la legge del contrappasso, si trova lei a dover essere la mia luce, e ci sta mettendo tutto il suo impegno.
Quando le ho comunicato che sarei andata da lei dopo vari tentativi persuasivi da parte sua, accompagnati spesso da foto dei suoi colleghi di lavoro, il suo grido credo lo abbiano sentito anche all'altro capo del mondo.
"Signori e signori il volo per Milano Linate è ora pronto all'imbarco"
Quando l'hostess di terra annuncia l'imbarco Sophie sta ancora parlando di cosa faremo una volta arrivate a casa. "Sophie, tesoro, lo sai che saremo a casa non prima delle 17e30? Quante ore pensi di avere a disposizione per far sì che tutte queste tue idee si realizzino?"
"Senti bella, - e me l'immagino con il suo ditino perfettamente laccato puntato in avanti - a costo di dormire un'ora noi stasera faremo tutto ciò che ho elencato"
"Io avevo già pensato ad una serata di Netflix, schifezze e gossip per concludersi poi con una camomilla fumante e dritte a letto"
Dall'altra parte regna il silenzio.
Scoppio a ridere, immagino il suo viso in questo momento
"Sophie sto scherzando, ho già bevuto cinque caffè perché intuivo cosa avresti potuto organizzare, stai tranquilla! Le Veline stanno tornando!"
La sento ridere e non vedo l'ora di abbracciarla.
"Senti tesoro ci vediamo tra un'ora, stiamo imbarcando. Ti voglio bene"
"Ti voglio bene bionda del mio cuore, a tra poco"
Sistemo il telefono nello zaino e consegno i documenti all'hostess di terra che li attende con la mano tesa.
Mi incammino lungo il corridoio che porta all'aereo.
Quando finalmente mi siedo nel mio posto faccio un grande respiro, ammiro ancora una volta la vista di ciò che chiamo casa, chiudo gli occhi e finalmente realizzo.
Ho davvero perso tutto e, mentre una lacrima mi riga il viso, decolliamo verso il mio futuro.

Ti voglio vicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora