Hugo

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Quando si alza capisco che ha bisogno di aria, vedo i suoi seni alzarsi e abbassarsi sincronizzati con il suo respiro.
Prendo il telefono e le scrivo.
《Come ti senti ora che hai chiuso con il passato?》
Quando lo schermo le illumina il volto vedo i suoi occhi, bellissimi ma bagnati da queste fottute lacrime che ho causato io.
Le stesse che credevo avesse causato lei a me.
Il mio telefono suona, ha risposto.
《Diciamo libera, sento di aver finalmente chiuso una porta che rimaneva sempre semi aperta. Non avere avuto alcun effetto nel vederlo di fronte a me mi ha reso fiera... fiera di ciò che il dolore mi ha fatto diventare. Avevo anche deciso di chiamarti per dirti tutto, e di spiegarti che, finalmente, chiudendo con il passato, sarei riuscita a viverci...rispettando i tuoi tempi. In realtà credo di essere stata così possessiva e pretenziosa perché non volevo stare male e non volevo sentirmi sola... ero più sicura di me ma poi... 》
Poi...
Poi so benissimo che ho rovinato tutto, ho rovinato il magnifico castello che stavamo costruendo.
Quando il telefono suona lei si volta, dandomi le spalle.
Quando leggo il messaggio capisco il motivo.
《Se lui non avesse risposto a quel maledetto telefono, se nulla fosse accaduto, se...se... insomma, cosa mi diresti ora?》
Decido di cambiare le regole del gioco, mi avvicino a lei, è ancora voltata verso il giardino.
Avvicino la mia bocca al suo orecchio e le rispondo.
"Ti direi, anzi no, ti dico -la sento tremare, sta tremando per me- che ti stavo telefonando quel giorno perché avevo capito, in quelle poche ore in cui non eri con me, di non riuscire a starti lontano. Darci tempo non ci avrebbe aiutato perché sono certo mi avrebbe logorato. Ti dico che il mio cuore ha smesso di battere quando sei salita su quell'aereo. Mi hai rivoluzionato la vita Carrie. Io, ecco io, mi sto innamorando di te."
Si volta, sta piangendo ma, dal piccolo sorriso che forma una splendida curva sulle sue labbra, credo pianga di gioia.
Le sue mani prendono le mie, le tiene strette e con il pollice ne accarezza il dorso.
Non mi bacia, non salta come avrebbe fatto qualche giorno fa.
É comprensibile.
Si stacca da me per asciugare le lacrime e ne approfitto per prendere il mio telefono dalla tasca.
Non riesco a chiederglielo a voce, dalla sua reazione temo una risposta che sarebbe difficile dire e sentire.
《Se io non avessi rovinato tutto, se non mi fossi comportato in questo modo, cosa mi diresti ora?》
Mi guarda negli occhi, penso stia per parlare, posa le sue mani sui miei fianchi e mi fa voltare.
Poi le sue parole escono dalla sua bocca con un filo di voce, è stanca, posso sentirlo.
"Ti direi, anzi, ti dico che sicuramente ho bisogno di tranquillità, che voglio vivere tutto con calma per capire effettivamente se ciò che dici è reale. Sono stata male Hugo, sto male e tanto... non riesco a cancellare quell'immagine dalla mia mente. Io mi aspettavo di arrivare nel locale e correrti tra le braccia ed invece non riuscivo a reggermi in piedi, ma per il dolore. Devo, voglio fidarmi di te. Credo che, anche se io ti avessi spiegato il perché della mia partenza, da quella telefonata avresti tratto comunque le tue conclusioni e ti saresti comportato comunque in questo modo. Ho bisogno di conoscerti e capire che, qualsiasi cosa succeda, parleremo sempre e non ci volteremo le spalle alla prima difficoltà. Concordi?"
Sento una morsa nello stomaco, sentire da lei tutto questo e capire ulteriormente di essere io la causa di tutto, mi fa impazzire.
La vorrei abbracciare, stringerla a me e dirle che passerà.
Non so se lo vorrebbe ed in ogni caso so che il tempo che impiegheremo a riscoprirci dipende interamente da me.
Formulo la risposta dal cuore e le parlo, questa volta faccia a faccia.
"Hai perfettamente ragione, non voglio essere la causa delle tue lacrime. Voglio essere quello che ti fa sorridere, che ti fa essere felice di svegliarti la mattina, che ti fa piangere di gioia, voglio essere la tua spalla per i momenti bui, voglio farti godere in qualsiasi modo, voglio che il tuo cuore batta forte per me, sempre, così come batte il mio ora"
Le sue mani sono di nuovo sulle mie, ne prende una e se la porta al petto.
Sento il suo cuore martellare, è così forte che nessun medico avrebbe bisogno dello stetoscopio per sentirlo.
"Di questo puoi stare certo, l'ultima parte l'hai già conquistata"
Si mette in punta di piedi e avvicina le sue labbra a me baciandomi sulla guancia, teneramente ma con passione.
Si ricompone e ricambio il suo gesto.
Prendo il suo viso tra le mani e poso le mie labbra sulle sue guance, il suo profumo è inebriante.
Continuo a baciarla scendendo leggermente, solleva il viso e capisco che sta acconsentendo.
Non riesco a fermarmi, a staccarmi da lei.
Scendo leggermente verso il suo collo e nel frattempo la abbraccio, lei ricambia e finalmente respiro.
La bacio sul collo poi mi avvicino al suo orecchio.
"Mi sei mancata. Mi manchi."
Le sue unghie fanno ritorno sulla mia schiena, tutto sembra tornare alla normalità anche se so che ci vorrà tempo.
La sua pressione si fa leggera, mi accarezza e risale fino al mio orecchio.
Sta piangendo, la stringo più forte a me.
"Mi sei mancato. Mi manchi. Viviamoci piano. Abbiamo tutto il tempo. Vedrai che partendo dalle basi riusciremo a salire fino alla vetta. Ne sono certa."
Poi si avvicina a me, le sue labbra si posano tremanti sulle mie.
Lascia il segno di un tenero bacio che non ha bisogno di essere ricambiato, poggia la sua testa sul mio petto e finalmente la sento tranquilla.
La dondolo in quella posizione per un tempo interminabile.
"Ehi ti posso accompagnare a casa?"
Solleva il viso e accenna un timido sì con la testa.
Accendo una sigaretta per entrambi e andiamo verso la macchina.
Quando arriviamo sotto casa sua non so come comportarmi.
La bacio?
La abbraccio?
Le devo aprire la portiera?
Poi, come sempre, è lei a prendere in mano la situazione.
Si toglie la cintura e apre la portiera, si avvicina a me prima di scendere.
Sento la sua mano sulla mia gamba e un brivido si fa strada sulla schiena, avvicina le labbra e mi bacia sulla guancia, scende verso il collo per poi sussurrarmi all'orecchio la buonanotte più dolce che io abbia mai sentito.
Ricambio questa dolce melodia e scende dalla macchina.
Si volta ancora quando arriva al portone e mi saluta timidamente con la mano.
Percorro la strada di casa con un sorriso enorme.
Devo conquistarla.
Devo corteggiarla.
Non devo allontanarla da me, neanche per un istante.
Appena arrivo a casa vado subito nella mia camera.
Indosso una tuta, mi sdraio sul letto e prendo il mio telefono.
Sono le 23e45 di questo splendido mercoledì.
La scalata che mi porterà all'amore ha inizio.
《Buonanotte piccola mia. Spero che la notte corra veloce per vivere un altro giorno di te e di me. 》
Dopo tre giorni finalmente mi sento vivo, finalmente sono sereno, finalmente lei è accanto a me, non fisicamente ma di sicuro nel cuore.

Ti voglio vicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora