7.

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-"Ho incrociato Viktor fuori dalla cucina."- le comunicò Dimitri nel tragitto verso il luogo in cui le avrebbe insegnato un minimo di autodifesa -"Quel ragazzino crescendo si sta rivelando un vero palo nel culo, neanche quell'idiota di Zakhar era così sgradevole alla sua età."-.

Quell'ammissione fu altamente liberatoria per Dimitri, aveva la necessità di parlare con qualcuno delle cose che lo tormentavano e stranamente quella ragazzina sembrava essere disposta ad ascoltarlo. Non aveva più paura di un possibile tradimento da parte sua, non dopo aver visto come guardava suo fratello. L'aveva vista riporre tutta la sua fiducia nelle mani dello Zar e quello sguardo, così carico di necessità di approvazione che aveva rivolto a Mikhail, gli aveva fatto tremare le viscere. Qualunque cosa stesse succedendo tra suo fratello e quella giovane donna sembrava andare ben al di là della sua comprensione.

Thalia non rispose e si strinse nelle spalle. Aveva ancora addosso lo sguardo carico di ostilità del minore dei Petrov e lo stomaco le si chiuse in una morsa di disagio. Inconsapevolmente era riuscita a mettersi in un casino mille volte più grande di lei, coinvolgendo anche un numero spropositato di persone. Per quanto Viktor fosse stato duro, era stato l'unico fino ad allora ad averle messo i fatti così come stavano davanti agli occhi.

-"Togliti quella muso lungo, Bambi"- la ammonì senza però staccare lo sguardo dal corridoio davanti a loro -"Quando avrò finito con te non abbasserai la testa davanti a nessuno, hai capito?"-.

Thalia rimase sbalordita davanti a quell'affermazione e annuì convinta davanti a tutta quella determinazione. L'avrebbe fatto per se stessa e l'avrebbe fatto per tutti quelli che credevano in lei. Doveva riuscire a riscattarsi e a riprendere in mano la sua vita. D'altronde aveva solo venticinque anni, non poteva permettersi di rinunciare a vivere. Non a causa di quell'uomo. Annuì appena, non sapendo però se Dimitri avesse percepito quel leggero cenno del capo.

Si fermarono quasi alla fine del corridoio e Thalia dovette fare attenzione a non incespicare nei suoi stessi passi a causa di quell'interruzione nell'andatura.

-"Vatti a cambiare, ti ho fatto prendere due cose che a occhio e croce sono della tua taglia. Appena hai finito vieni in palestra, è quella porta sulla sinistra"- le indicò l'uomo con un cenno del capo verso una delle porte alla sua destra.

-"Dimitri"- lo richiamò lei prima di chiudersi la porta alle spalle -"Grazie"- ammise sinceramente con un leggero sorriso sulle labbra.

Dimitri sembrò confuso da quel ringraziamento genuino che gli stava rivolgendo. Non era abituato a ricevere ringraziamenti così sinceri, soprattutto considerando il fatto che di cose per cui essere ringraziato ne aveva fatte ben poche.

Tirò leggermente le labbra in un sorrisino stretto e poi le fece cenno di sbrigarsi, muovendo la mano in un gesto molto eloquente -"Non ringraziarmi. Non sai ancora cosa ti aspetta, Bambi"-.

Thalia rise per quel soprannome e si chiuse all'interno della stanza. Era un bagno dall'aspetto minimal sui toni del grigio, con una doccia gigantesca incastrata nell'angolo sulla destra, i sanitari bianchi e un grande specchio illuminato sopra al lavandino.

Come promesso da Dimitri, Thalia trovò sul ripiano in marmo sotto lo specchio una pila di indumenti femminili. Si avvicinò cauta, senza soffermarsi troppo sul suo riflesso nello specchio. Afferrò titubante il reggiseno sportivo scuro e se lo portò al petto, sorpresa che avessero indovinato la sua taglia. Si era aspettata una terza piena, dal momento in cui Dimitri l'aveva vista solamente in divisa da cameriera, nella quale il suo seno era strizzato all'inverosimile e spinto verso l'alto, gonfiandolo maggiormente. Invece evidentemente era riuscito a capire che la materia prima non fosse altrettanto prosperosa. Il pensiero di Dimitri che studiava con occhi esperti il suo corpo, però, le fece venire i brividi e le chiuse lo stomaco. "Nessuno ti farà mai più del male" la voce di Mikhail la fece riscuotere dalla serie di pensieri negativi nella quale si stava addentrando. Poteva davvero fidarsi? In quel momento sperò vivamente di poterlo fare.

ZARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora