27.

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Leggete la nota autore alla fine, buona lettura 🥰

Era stata risvegliata da un movimento sotto alle sue ginocchia e dietro la schiena che la fece sobbalzare, riconoscendo le braccia forti di un uomo avvolgersi attorno al suo corpo rannicchiato contro ad uno dei cuscini del divano.
Si irrigidì e sbarrò gli occhi quando, ancora avvolta dal torpore del sonno, non riconobbe il proprietario di quelle mani grandi e calde che la stavano sollevando da dove si era addormentata e per un attimo fu tentata di gridare in cera di aiuto, pronta a reagire da quel panico momentaneo che le aveva fatto scattare il cuore in gola. Sentì il cuore schizzarle in gola, andandosi ad incastrare ad altezza della trachea impedendole di incamerare ossigeno, illudendola di star soffocando.

Fece saettare gli occhi scuri attorno a lei, sfarfallando le palpebre rapidamente in un vano tentativo di recuperare un briciolo di lucidità per poter capire che cosa stesse accadendo attorno a lei. Sentiva delle mani apparentemente estranee bruciarle a contatto con la pelle scoperta delle gambe pallide e lunghe che aveva portato verso il petto mentre veniva sollevata dal divano, mettendosi in una posizione fetale che le garantiva un minimo di protezione da qualunque fosse stata la minaccia esterna.

-"Sono io, uccellino"- mormorò con voce calda contro al suo orecchio Mikhail, facendola rilassare e collassando a causa della botta di adrenalina non indifferente che le aveva fatto schizzare il cuore in gola -"Torna a dormire, va tutto bene"- continuò stringendosela al petto e lasciandole un bacio morbido contro alla tempia sinistra, accarezzandole in modo esageratamente premuroso il polpaccio nudo.

"Sono io, va tutto bene" si ripetè mentalmente la ragazza, sentendo nuovamente il peso del sonno gravitarle sulle palpebre, attraendola verso un mondo onirico di cui aveva terribilmente bisogno in quel momento.
Thalia seguì alla lettera quel comando mormorato da Mikhail contro alla sua tempia, accartocciandosi contro il petto caldo dell'uomo e allungando una mano verso il collo robusto di Mikhail in cerca di conforto nel calore rassicurante della sua pelle che compariva dal colletto leggermente sbottonato della camicia che indossava.

Mikhail era tornato a casa, da lei e sembrava essere quanto meno tutto intero.

Per un attimo si sentì divorare dai sensi di colpa che, subdoli, si fecero largo all'interno della mente obnubilata dal sonno della ragazza.
Come aveva fatto ad addormentarsi senza avere la conferma visiva del fatto che stesse bene e che non gli fosse successo nulla di male? Si era ripromessa di aspettarlo sveglia, volendosi sincerare delle sue condizioni con i propri occhi. E invece era stata vinta dalla stanchezza che l'aveva colpita in pieno come uno tsunami, trascinandola in un sonno talmente profondo da essere privo di incubi.

Lui non lo avrebbe fatto se i ruoli fossero stati invertiti.
E quella consapevolezza le fece torcere le budella. Mikhail avrebbe messo a ferro e fuoco la città, andando a controllare dalle fondamenta alla soffitta ogni singola casa di New York City se fosse stato necessario.
Mentre lei si era lasciata vincere dal sonno, sotto il calore rassicurante di una coperta.

-"Mikhail"- mormorò come un litania quel nome che al solo pronunciarlo le scaldava il cuore, avvolgendolo in una carezza calda e rassicurante tanto da lasciarla in quello stato di dormiveglia, abbandonata tra le sue braccia senza il minimo riserbo. Perché di lui si fidava talmente tanto da dormirgli tra le braccia, lasciandogli piena gestione del suo corpo addormentato e consapevole del fatto che non le avrebbe mai e poi mai fatto del male.

-"Sono qui, Lia"- confessò lasciando che la ragazza si aggrappasse con le dita al suo collo, graffiandolo leggermente con le unghie lunghe ancora laccate di bordeaux, mentre ormai avevano varcato la soglia della camera da letto -"Non vado da nessuna parte"-.
Mikhail si concesse qualche secondo di troppo per apprezzare da così vicino tutti i particolari di quel viso da bambina che aveva imparato ad amare in quel poco tempo, sorridendo davanti al modo buffo in cui le sopracciglia le si erano increspate in una smorfia tenera, lasciando trasparire la sua lotta interiore per cercare di non addormentarsi e di rimanere lì con lui.
Sentì un fremito attraversargli la spina dorsale quando i suoi occhi si andarono a posare sulle labbra rosee e carnose che in quel momento erano leggermente socchiuse e screpolate, ma non per questo meno attraenti.

ZARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora