Gelo.
E' quello che sento nelle vene ora, come ogni notte dopo un incubo. Si presentano almeno qualche volta al mese, non spesso come prima, certo, ma sono così forti, così realistici che quando mi risveglio ho bisogno di guardarmi intorno per essere sicura che non sono più in quella casa; ho bisogno di guardarmi allo specchio per rendermi conto che ormai non sono più quella ragazzina indifesa.
Sono immobile sul letto, lacrime spingono dagli occhi per uscire ma non cedo, la fronte imperlata da sudore, e labbra secche vengono torturate dai denti così forte che sento il sapore metallico del sangue sulla lingua.
Mi sento così debole ogni volta che succede, che il passato ritorna; tutte le notti, tutte, ho l'ansia di addormentarmi, non so se una volta chiusi gli occhi precipiterò nel mio inferno personale. Per questo solitamente passo la maggior parte delle mie notti sveglia
Mi alzo e vado in doccia, come facevo da bambina, apro il getto dell'acqua ghiacciata e mi siedo contro le piastrelle fredde.
A volte penso che forse c'è davvero qualche Dio lì su che mi odia così tanto che anche quando sto cercando di andare avanti con la mia vita, ci tiene a ricordarmi che ciò che sono stata, il fardello che mi porto ancora sulla schiena, lo sporco e le cicatrici che mi porto dietro, anche se non si vedono alla luce del sole, ci sono.
In un'altra vita probabilmente eri proprio una stronza.
Altre volte penso a come sarebbe potuta essere la mia vita se fossi nata in una famiglia normale, con dei genitori normali che mi amavano; invece sono nata da una "madre" che mi odiava e sono cresciuta con un padre che mi ha amato per due. Eppure i 9 anni passati con mio padre non li cambierei mai con una vita intera insieme ad una famiglia che mi darebbe stabilità.
Darei qualsiasi cosa pur di avere un abbraccio di mio papà. Sono passati così tanti anni che nemmeno ricordo più il suono della sua voce, o il suo odore; mi sembra sia passata una vita dall'ultima volta che l'ho visto sulla sulla tavola, che ora è la mia; anche se più o meno è così, Sono passati più di 10 anni, pensare che la maggior parte dei miei anni li ho vissuti senza di lui e quelli davanti a me li passerò altrettanto sola, senza nessuno che mi abbraccerà quando sarò triste, che mi disinfetterà le ferite quando cadrò, come faceva lui mi fa stringere lo stomaco in una morsa dolorosa.
L'unica cosa che mi rimane di lui è il bar, che andò in rovina dopo la sua morte e che insieme a Ryan siamo riusciti a tirarlo su, e il surf.Se mi vedesse in questo momento non penserebbe bene di me, mi ha insegnato ad essere forte e ora sono qui con le ginocchia strette al petto e l'acqua che mi scorre addosso procurandomi brividi di freddo.
Ma lui non mi sta guardando, non è al di là delle nuvole che veglia su di me come mi piaceva pensare la piccola.
Trovo la forza di alzarmi, chiudo gli occhi ed esco gocciolante dalla doccia, prendo un asciugamano e, dopo essermi tolta i vestiti zuppi Mi asciugo. È inutile mettermi a letto ora sono già passate le 5, esco fuori sul terrazzo con un libro di Dostoevskij e aspetta che facciano le 7 per cominciare la giornata dall'università
Il trucco, come sempre, è riuscito ad eliminare ogni segno della nottata passata dal mio volto, e il mio sorriso a coprire le ferite, che ogni notte si riaprono, dal mio cuore.
Ho sempre pensato che crogiolarsi nel dolore sia una delle cose più inutili che ci sia, tu resti là nel tuo angolino a piangerti addosso e a pensare a quanto il mondo sia crudele con te ma nel frattempo il tempo scorre, la vita va avanti e tu ti perdi tutto, anche l'unica possibilità di vivere. A quel punto anche la speranza diventa inutile.
Per questo mi sono sempre tirata su, o almeno ci ho provato.
Persa nei miei pensieri vado al bar della facoltà, considerato che sono arrivata molto presto oggi, a fare colazione. Mi siedo al bancone e mi si avvicina Pete
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Mille spine
ChickLitTrama Aura è uno tsunami; quel genere di persona che riesce a dire e fare sempre quello che nessuno si aspetta. e nonostante dentro si porti un grande vuoto non è quel genere di persona che resta a crogiolarsi nel suo dolore ma cerca sempre di sorr...