capitolo 13

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Ethan's pov

"Non è come pensi" dico entrando in camera di Jason.

"senti fratello non mi importa cosa stavate facendo" era disteso sul letto, la mia entrata l'ho fatto alzare a sedere "solo, non dire stronzate a Tif "

" non è successo niente, e niente succederà, solo che ieri non stava bene e io l'ho semplicemente ascoltata"

"si l'hai ascoltata quasi del tutto svestito nella doccia, Ok ti credo" sospiro mentre mi guarda scettico "non dirò niente, ma avresti dovuto dirmelo, perché non mi parli più come prima?"

"non c'era niente da raccontare, non è successo niente, ci siamo andati vicino, ma nulla"

"e questo in parte mi tranquillizza"

"dico sul serio tra noi non ci sarà mai niente" ripeto per l'ennesima volta la parola niente

"Ethan non sono un esperto di queste cose" batte con la mano sul materasso per incitarmi a sedermi e così faccio "ma tra voi c'è una tensione sessuale palpabile, ma sta attento, lei e-" lo interrompo prima che finisca di parlare

"Jason stai volando troppo lontano con la fantasia; è attraente, voglio dire sexy, ma oltre a qualcosa di puramente fisico non andrò mai oltre, ce l'ho sempre in mente semplicemente perché vorrei scoparmela, quando lo avrò fatto se ne andrà dalla mia testa. Sai come la penso a riguardo" si prende un po' di tempo per rispondere

"lei non è Megan" quel nome mi fa congelare "e lo sai "

"la conosci da quanto, un mese? Le persone non sono mai quelle che ti aspetti, Aura vorrebbe da me quello che vogliono tutte, ma stavolta non mi farò ingannare da un paio di begli occhi"

"è vero non la conosciamo molto bene, ma Ethan, guardala negli occhi e dimmi se vedi quello che vedevi in quelli di Megan "

"Smettila di nominarla!" il mio respiro accelera e mi alzo, improvvisamente ho bisogno d'aria. Esco sulla terrazza e faccio dei respiri profondi.

Lei non è Megan.
Mai è come lei.
Sono tutte come lei.

Però poi mi tornano in mente i suoi occhi ieri invasi dalla tristezza e dallo sconforto quegli occhi grigi con delle sfumature azzurri. Come se in un cielo completamente nuvoloso, in tempesta ci fossero degli squarci di azzurro, di quiete. Quegli occhi cosi sinceri. Ma non posso permettermi di abbassare la guardia.

Non mi fido di lei, non riesco, non penso riuscirò mai a farlo.
E per lei sono sicuro sia lo stesso. Ieri ha parlato con me perché non c'era nessun altro. Quello che mi ha detto mi ha fatto capire un po' di più. Ma mi rimangono sconosciute molte cose; posso immaginarle solo, sono sicuro abbia passato cose brutte, molto brutte so che qualcuno le ha fatto del male, probabilmente un uomo. E solo il pensiero di mani, non desiderate, sul suo corpo o su quelle di ogni altra persona mi fa andare in bestia.

Faccio un ultimo respiro e rientro dentro, sono quasi le 4 e sono tentato di darle buca e non andarci, ma sarebbe troppo da stronzi, ora ha bisogno di qualcuno su cui poggiarsi e, non perché mi importi chissà che di lei, ma sento semplicemente le dovere.

Cazzate, ci vai perché i tuoi occhi hanno bisogno di rivederla.

Vado in camera mia e mi cambio velocemente. "Ethan" mi chiama Tif dall'altro lato della porta "entra" rispondo di rimando

"ha detto Aura, di dirti che devi portarti la muta, l'acqua è molto fredda "dice con gli occhi fissi sul telefono mentre digita qualcosa

"non poteva dirlo direttamente a me?" alza le spalle e se ne va via.
Prendo quello che mi serve e scendo

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