PROLOGO

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Ho sempre avuto paura di far leggere le mie storie, fino a quando ho capito che un racconto è una vita per qualcuno.


Flashback 2 anni prima

Una voce in fondo alle scale iniziò a cantare:
“Tanti auguri a teee, tanti auguri a te, tanti auguri a Grace, tanti auguri a te”.
“Andrew” urlò una ragazzina correndo in cucina, saltando in braccio al fratello
“Buon compleanno sorellina”
“Grazie fratellone….Mamma e Papà riusciranno a tornare per il mio compleanno?”
Il ragazzo la guardò accigliato e con uno sguardo triste: “Non lo so Grace, sai come sono fatti…” egli esitò un istante e la ragazza annuì con la testa:
“Si, hai ragione non ci dovrei nemmeno più sperare. Dopo 14 anni avrei dovuto capire che sono solo degli egoisti”.
Andrew abbracciò la sorella: “Ora devo andare, ci vediamo stasera per festeggiare e per darti il mio regalo”.
“Ok” rispose lei dandogli un leggero bacio sulla guancia.
Ormai era arrivato il pomeriggio. Il sole era alto e qualche nuvola decorava il cielo celeste.
Grace uscì per fare un giro con la bici. Il clima di fine agosto rendeva le giornate calde ma, il pensiero dell’inizio della scuola, rovinava quei pochi attimi prima della fine delle vacanze estive.
Pedalò, senza mai guardarsi indietro. Era delusa dai suoi genitori. Non c’erano per il suo compleanno. Delle lacrime iniziarono a rigarle il viso, ma vennero subito spazzate via dal vento provocato dalla velocità con cui viaggiava. I suoi polmoni si riempirono di aria afosa. Inspirò ed espirono una decina di volte prima di riuscire a calmarsi.
Circa un ora dopo, decise di fermarsi. Il sole stava calando e non aveva la benché minima idea di dove fosse. Vide un bar e decise di avventurarsi al suo interno. Un aroma di alcol e fumo le intaccò il naso appena varcò la soglia del locale.
Il bar era ricoperto di legno e al suo interno vi era un grande bancone, dove vi erano seduti degli anziani signori, e molti tavoli, sparsi per la stanza.  Si avvicinò titubante al cameriere, che iniziò ad osservarla insistentemente. Il cameriere era alto, sulla cinquantina, con una barba trascurata e degli occhi marroni.
Quando si guardò in torno notò che tutti gli occhi erano puntati su di lei. “S..scusi, em.. vorrei un bicchiere d'acqua e mi potrebbe dire dove ci troviamo?” balbettò, cercando di non far trasparire la leggera ansia che si stava diffondendo in lei,
“Non è un posto per ragazzine questo, ho di meglio da fare.” disse l'uomo, lasciando Grace completamente a bocca aperta. "Che insolente", pensò.
“Il fatto che io sia una ragazzina non le dà il diritto di trattarmi così. Le ho chiesto se gentilmente mi potesse portare un bicchiere d’acqua. Ho i soldi per pagarlo tranquillo”. rispose lei alquanto infastidita.
Un gruppetto di ragazzi, che era seduto ad un tavolino in fondo alla sala, si girò per osservare la ragazza che, così audacemente, aveva risposto al cameriere, che non solo era visibilmente più grande di lei, ma sembrava anche un po’ ubriaco. L’uomo la guardò scocciato “Sei una ragazzina maleducata e insolente” Grace alzò gli occhi al cielo “Maleducata io??? Qui l'unico maleducato è lei” sputò acida.
A queste parole l’uomo alzò una mano pronto per coprirla ma, un ragazzo alto, ben piazzato, con occhi e capelli scuri come la pece, ricoperto di tatuaggi, un piercing sul labbro inferiore e sul sopracciglio, le si piombò davanti, per arrestare il colpo. “Robert, la lasci stare, è con noi” disse il ragazzo davanti a lei.
“Mi scusi signor Gray, non sapevo fosse con lei” disse abbassando lo sguardo verso il pavimento. Aveva paura?
“Si ho notato, portale subito il bicchiere d’acqua che le ha chiesto" disse il ragazzo,
“Arrivo subito signor Gray”.
La conversazione tra i due finì apparentemente così. 
“Ragazzina, vieni a sederti con noi”  ordinò con un tono agghiacciante a Grace che, nel frattempo, stava cercando di rallentare il battito del suo cuore, accellerato quando gli occhi del ragazzo erano entrati in contatto con i suoi.
“Em s..sicuro? Non vorrei disturbare” rispose lei incerta,
“Se mi avessi disturbato, non te l’avrei chiesto”.
La squadrò da cima a fondo, senza un minimo di ritegno e sul suo viso comparve un sorrisetto malizioso, poi insieme si diressero verso il tavolo.
Un ragazzo biondo iniziò a parlare
“Ciao io sono Alex, lì c'è Rose, stai attenta è una che graffia; mentre lei invece è Blue”. Bei nomi pensò Grace. L’unico ragazzo di cui ancora non conosceva il nome era quello seduto alla sua destra che fumava una sigaretta con estrema tranquillità . La risposta alla sua domanda non tardò ad arrivare:
“Che c'è ragazzina, ti piace quello che stia guardando? Comunque io sono Cole, e tu sei?” Grace si affrettò a distogliere lo sguardo dal ragazzo,
“Mi... mi chiamo Grace”
“Bel nome” disse lui sorseggiando del whisky
"Anche il tuo è carino. Em... grazie per avermi aiutata prima”
Un alone di risate si alzò tra i presenti.
“Non devi essere una abituata a stare in questi posti vero?” disse Alex con tono divertito.
“In realtà mi sono persa, ero con la bici e probabilmente ero un po’ distratta” rispose Grace. “Quel tipo non ha risposto alla mia domanda. Voi sapete dove siamo?”.
A parlare fu Cole: "Hai un bel coraggio ragazzina, anche ora non sembra che tu abbia paura"
Grace lo guardò dritto negli occhi assottigliando lo sguardo:
“Dovrei averne?”.
Tra i ragazzi si creò un'atmosfera di panico, come se avessero paura della reazione del loro amico
“No, credo di no” rispose Cole portandosi nuovamente la sigaretta alle labbra carnose "Comunque siamo nel Bronx”.
Grace sgranò gli occhi “MERDA”.
Non era un bel quartiere quello.
“Che c’è?” chiese Belle accigliata,
“Nulla, sono un po’ lontano da casa e questo quartiere non è dei migliori”
“Certo una ragazzina viziata come te evidentemente non è abituata a questo tipo di vita vero? sei del quartiere ricco di Manhattan?” chiese Rose sghignazzando.
Era una ragazza dai capelli rosa scuro e occhi verdi. Aveva molti piercing soprattutto sul viso.
“Si, ma cosa c'entra?"
"Siete tutte delle troiette senza carattere" disse lei facendo una smorfia compiaciuta.
Grace strinse i pugni “Amore non c’è bisogno di essere invidiosa, fossi in te anche io vorrei essere me” disse beccandosi un'occhiataccia da tutti i componenti del gruppo.
“Giuro che ti ammazzo!” Rose si alzò di scatto afferrando il braccio di Grace ma Cole, ancora un’altra volta, la liberò.
“Che cazzo fai Cole dovresti difendermi” Rose sbottò attirando l’attenzione di tutti.
“Smettila” la zittì. “Qui comando io” concluse con uno sguardo pieno di odio, che fece rabbrividire Grace.
“Vieni ragazzina ti riporto a casa” disse per poi uscire dal bar insieme a Grace. La ragazza all'inizio sembrò titubante ma poi accettò il passaggio.
Il tragitto non durò molto. Un’aria di disagio si era creata nel veicolo.
“Bell’anello” ruppe il ghiaccio Grace.
“Grazie. Tutti quelli del mio gruppo ne hanno uno”
“Avete buon gusto”
“Lo so” concluse Cole.
Dopo un attimo di silenzio riprese a parlare.
“Sei una ragazza curiosa”
“Si un pochino”
“No non in quel senso, intendo c’è qualcosa di curioso in te” precisò lui per poi continuare “Hai risposto a Rose anche se era il doppio di te e avrebbe potuto ucciderti con un pugno. Ammirevole" disse accennando un sorriso.
“Credo di essere semplicemente fuori di testa”.
“Per andare con una bici così lontano, sicuramente si”
“Oh beh ero assorta da un po’ di pensieri”
“Tipo?” chiese rivolgendole un'occhiata interrogativa
Grace si fermò a pensare. Poi, emettendo un respiro profondo, iniziò a raccontare.
“Oggi è il mio compleanno e i miei genitori non potranno esserci a causa del lavoro. Mio padre è a Los Angeles, mentre mia madre credo sia in Brasile. Sinceramente non lo so e non mi interessa.” concluse.
Cole la guardò mentre portò la sua mano sulla spalla della ragazza.
“I genitori fanno schifo non darci troppo peso. Comunque tieni” disse lui sfilando l’anello dal suo dito e porgendolo a Grace “Buon compleanno”.
Grace lo mise addosso e in contemporanea arrivarono davanti a una casa ad un isolato dalla sua, non si fidava molto di quel tipo e non voleva sapesse dove abitasse. "Non dovevi, sei sicuro? Hai detto che tutti quelli del tuo gruppo” ma Cole la zittì “Posso prendermene un altro quando voglio. C’è qualcosa di te che mi attira”. Grace divenne rossa per l’imbarazzo. Scese dalla macchina. Salutò il suo nuovo amico e si avviò verso il vialetto della villa, avendo cura che non la vedesse mentre imboccava la vera via di casa.  





⚠️AVVISO⚠️

Ecco a voi il prologo, spero vi piaccia, mi raccomando lasciate una stellina e scrivete un commento.
kisses kisses Cristina

𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora