Rivelazioni

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POV Betty
-bhe avrò te, se non sbaglio ha una stanza per il sadomaso. Lei dovrà vedere come io distruggo te in quella stanza, ti farò perdere la dignità,il rispetto che lei aveva nei tuoi confronti-
-e se non lo faccio?- le dico io cercando di rimanere impassibile
-bhe ti denuncio, niente lavoro, niente più Betty e tu in galera- io deglutisco
-domani verrò qui dopo scuola decidete e fatemi sapere-
.....continua

Siamo io e Cloe ferme nella stessa posizione da quando la prof di latino non se n'è andata, Cloe è vicino alla porta con la mano sulla maniglia e guarda la porta io invece sono nel corridoio tra il soggiorno e la porta.
Io sono sconvolta di quello che ha detto e sinceramente non so cosa deciderà Cloe, ho paura che mi lasci di nuova nelle mani di quella donna spregevole.
Credo che quello che lei ha detto non sia del tutto sbagliata, contrariamente da quello che mi aspettavo credo di provare qualcosa per Cloe, perché in alcune situazioni ho visto delle parti che credevo non avesse mai fatto vedere a nessuno.
Io sono immersa nei miei pensieri quando mi sento sbattere al muro dalla mia professoressa
-ha detto la verità?-mi chiede lei, non so decifrare il suo sguardo.
Io non so che rispondere visto che non lo so neanche io
-HA DETTO LA VERITÀ CAZZO-mi urla in faccia, adesso sembra arrabbiata
-SI SÌ ha ragione ma che te ne frega, tanto tu non provi sicuramente lo stesso e non te ne frega nulla di me-il mio tono di voce si abbassa ad ogni parola che dico e delle lacrime rigano il mio volto.
Lei non mi risponde, mi guarda solo. Mi sento quasi presa in giro, cerco di staccarmi dalla sua presa, ma lei è come sempre più forte e mi riporta al muro
-chi ti ha detto che non mi frega niente di te?-
-ohh hai ragione a te frega così tanto delle tue puttane ma come ho sempre detto IO NON SONO UNA PUTTANA E NON SONO TUA-le urlo in faccia le ultime parole perché mi fa incazzare
-tu mi vedi solo come un corpo di cui abusare, un giocattolo che quando si romperà butterai via e ne prenderai un altro. Ma se non te ne fossi accorta io sono già distrutta ma, peccato per te, non è per merito tuo- sto piangendo perché non resisto più.
Sento le sue braccia avvolgermi in un caldo abbraccio quasi protettivo
-io non ti considero un corpo di cui abusare o un giocattolo, o almeno non più- mi dice sussurrandolo all'orecchio
-non ti credo sei solo una Troia-si stacca da me, mi asciuga le lacrime e si abbassa per poter fissare i suoi occhi nei miei
-credimi piccola non lo penso più tu mi hai cambiato e non lascerò che nessuno ti faccia più male ok?-.
Guardandola negli occhi posso vedere molte emozioni come la rabbia, la frustrazione e persino paura
-hai paura?-le chiedo di getto quasi senza pensare
-si ho paura di perderti seriamente, ho paura di molte cose in questo momento ma soprattutto ho paura che non provi davvero quello che ha detto lei e che i miei sentimento non siano ricambiati-.
Mi perdo nei suoi bellissimi occhi e quando realizzo che sta dicendo la verità e le sue paure sono pure e vere mi butto di getto sulle sue labbra e la bacio, come prima reazione lei sembra sconvolta ma dopo poco si lascia andare, ci stacchiamo dopo poco tempo per me
-tranquilla io mi sto innamorando di te e se  non fai cagate non mi perderai ok?-
-però mi prometti una cosa?-
-cosa piccolina?-
-mi prometti di proteggermi sempre?-
-si te lo prometto-e dopo questo lei mi bacia.
All'improvviso sentiamo il campanello suonare e sento un verso di fastidio pronunciato da lei, appena realizzo mi metto a ridere
-smettila stronza volevo stare qui con te-
-ma le nostre pizze dove sono?-
-oddio hai ragione pizzeeeeeee- urla lei, ma che le succede non l'ho mai vista così è troppo "chiooooo".
Lei si alza e va ad aprire la porta erano finalmente le nostre pizze mentre lei paga io vado in cucina a preparare la tavola.
Appena entro in quella stanza mi ricordo quello che è successo la scorsa volto in questo luogo così tranquillo se non fosse di sua proprietà.
Appena mi riprendo vado a caso verso i cassetti e trovo tutto quello che mi serve per preparare una tavola decente
-vedo che sai fare le faccende come una brava sottomessa- sento che mi abbraccia da dietro e appoggia la testa sulla mia spalla
-ah ahah molto divertente Stronza. Uh pizza-e detto questo le rubo uno dei due cartoni e spero che sia la mia
-no piccola impertinente quella non è la tua quella è per una persona adulta-appena la sento apro il cartone e mi accorgo che non è la mia patatosa
-ti odio dammi la mia pizza-
-come si dice?-
-per favoreeeeee-le dico facendo il musetto da cane bastonato
-dio un tempo non mi avresti fatto effetto ti odio- e detto questo mi passa la mia pizza.
Il pranzo passa abbastanza tranquillo tra lei che fa battutine e provocazioni che mi fanno impazzire.
-dobbiamo capire cosa fare con quella-all'improvviso sento queste parole dette con una serietà che fa quasi paura
-bhe la scelta mi sembra ovvia-

Ciaooo spero vi piaccia e bhe non odiatemi😈

la perversione della mia profDove le storie prendono vita. Scoprilo ora