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Le ore passarono in fretta,e allo stesso modo le settimane,i mesi. Ogni giorno era diverso dall'altro,ma speciale. Aveva da regalarci singoli momenti di felicità,eppure noi non chiedevamo niente,tutto veniva da sé,la gioia era sempre tanta,e forse,questo derivava dall'amore che c'era in noi. Da tutto quello che in un'anno siamo riusciti a costruire,passo dopo passo,sacrificio dopo sacrificio. Le nostre mani unite,la nostra forza,lo stare sempre insieme,ha permesso di scaturire un'emozione così grande e pura. Indissolubile ed immaginabile,agli occhi delle persone,di quelle persone che per un motivo o per un'altro non hanno creduto in noi e a ciò che potevamo essere. "Chri" sussurrò dalla camera da letto. Sembrava come spaventato da qualcosa,che evidentemente io non avevo ancora notato. Lo raggiunsi,subito. "Che succede?" mi venne d'istinto domandare,mentre con il braccio,come d'abitudine,circondai le sue spalle e lo attirai verso il mio petto. "Sono preoccupato per Andrea" disse secco. "Perché cosa succede?ci sono cose che io non so?" mi sentì deluso dal fatto di non aver notato strani comportamenti dentro casa,soprattutto che riguardavano nostro figlio. "Non l'hai notato tu?in questi giorni l'ho visto silenzioso,mangia poco e niente,sembra molto triste. Secondo te,dovremmo parlargli?" "Sei sicuro amore?fino a ieri qualche parolina l'abbiamo scambiata,mi sembrava normale" "È la sera,gli capita la sera,si chiude nella sua stanza e non so cosa gli prende" Abbassai lo sguardo pensieroso. "In questo momento dov'è?" "È in cortile con il suo amico,Luigi" "Va bene,appena torna,proveremo a parlargli,stai tranquillo" Annuí,sperando di trovare sicurezza nelle mie parole. Era molto legato a lui,più di quanto si immaginasse. Lo amava tanto quanto lo amavo io. Calò la sera,e con essa tutte le sue continue preoccupazioni,che insieme non eravamo ancora riusciti a capire. Ritornò a casa,dopo la sua solita giornata giù in cortile insieme al suo migliore amico. Di solito, veniva a salutarci con le sue calorose braccia che emanavano tutto il suo affetto,ma quella sera non successe. Preferì chiudersi nella sua stanza,lontano da tutti. "Andiamoci" sussurrai. Stava sul suo letto,si guardava intorno,mentre dai suoi occhi scendeva qualche lacrima. Si guardava intorno,come se cercasse delle risposte a delle domande che la sua testolina continuava a farsi. E chissà quali. "Ei amore" gli sorrisi,raggiungendolo nel letto. Presi la mano di Mattia e lo feci sedere insieme a noi. Infine presi anche la sua mano,così tenera e di poco tremolante. "Che cosa succede?"
Silenzio,non proferì parola. "Siamo qui,lo sai che con noi due puoi parlarne" aggiunse. Ma niente,continuava a stare in silenzio,con lo sguardo perso. Lo guardai preoccupato. "Su amore,parlane con noi,possiamo aiutarti,qualsiasi cosa tu abbia"
Dopo vari minuti,finalmente aprì bocca e riuscì a esternare qualche parolina incerta. "I-io io non s-so se ce la f-faccio" disse fra una lacrima e un'altra.
"Ce la fai" lo incitai a continuare. "mi prendono in giro a scuola,ogni giorno me ne combinano una.."
Ero senza parole,ma con una rabbia dentro inspiegabile. Non era per niente bello vederlo soffrire in quel modo. "Ieri per fino,mi hanno picchiato.." lo abbracciai,cercando di calmarlo e colmare il suo dolore. "Chri dobbiamo fare qualcosa." i suoi occhi emanavano un mix di rabbia e dispiacere messi insieme. "Qual'è il motivo?lo sai?" "Si.." "E qual'è?" "Per voi due.." "Perché ho due genitori come voi,dicono che siete uguali,è per questo che mi prendono in giro" "Perché siamo dello stesso sesso,per questo allora" Guardai Mattia. "Amore devi lasciarli parlare,io e papà ti abbiamo spiegato le cose della vita,e di alcune scelte che fanno le persone,tu lo sai quello che ci lega a me e papà. Noi due siamo come tutti gli altri,solo che ci amiamo entrambi. "Ma questo io lo so,e lo accetto perché siete la mia famiglia ormai,non ho niente da giudicare,perché io vi voglio così,per me siete perfetti così. E si,proverò a non ascoltare ciò che a da dire la gente,proverò a farmi forza,anche per voi" "Bravo,così ti vogliamo,devi reagire e non avere mai paura di nessuno.Proprio come ti diciamo sempre." "Ha ragione" aggiunsi io,attirandoli nel nostro abbraccio speciale.
"Ora basta,basta lacrime,vogliamo vederti con il sorriso,ok?" "Ok,promesso" sorrise.
Nei giorni successivi,nonostante le critiche e gli insulti,la sua vita continuava ad andare avanti,con una delle sue armi più speciali e importanti:il sorriso. Sempre con il sorriso,nonostante tutto.

il mio riflesso.🤍 Christian e MattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora