Chapter 6: The Kiss

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Michael tornò pochi minuti dopo con un'enorme coperta e dei pop corn imbustati. A luci soffuse, mi accomodai sul divano e nascosi il volto sotto la coperta lasciando liberi soltanto gli occhi. Michael azionò il film, poi mi raggiunse e si accoccolò al mio fianco.
<< Sono così contento che tu sia qui >> disse << mi sembra un sogno >>. Incapace di rispondergli, gli afferrai la mano sotto la coperta e la strinsi forte.
Il film partì, e riconoscendo le scene familiari e le adorabili espressioni di Charlie Chaplin non potei fare a meno di sorridere. Michael aveva ragione: sembrava davvero un sogno. Era così incredibile: eravamo assieme, da soli. Senza sguardi indiscreti, senza alcuna fretta; dopo più di due anni. Al pensiero, arrossii violentemente.
I primi dieci minuti della pellicola trascorsero senza che io e Michael ci dicessimo una parola. Nonostante non ci stessimo parlando, mi era impossibile concentrarmi sul film: mi sentivo così assorbita dalla sua presenza al mio fianco che non riuscivo a fare a meno di lanciargli occhiate fugaci continuamente. Ogni qual volta i miei occhi si posassero sul suo viso, lui sorrideva e il mio cuore perdeva un battito. Era una tortura, ma non riuscivo a farne a meno. Era così vicino... Come mai era così vicino? Riuscivo addirittura a sentire il suo respiro sul collo. Si era avvicinato lui così tanto? O ero stata io? O eravamo stati così vicini dall'inizio?
Un brivido percorse tutto il mio corpo, dalla testa ai piedi, talmente forte che ebbi uno scossone.
<< Hai freddo? >> mi chiese Michael, che ovviamente si era accorto del sussulto.
<< No, sto benissimo. Deve essere... >> iniziai a tremare come una foglia. Io stessa mi stupii di come il mio corpo mi stesse tradendo. Cosa diavolo mi era preso? << Non so neanch'io cosa sia >> dissi, infine.
Sperando di dissimulare l'imbarazzo, mi portai una mano sulla fronte. Ero così tesa che trasalii quando Michael la afferrò con la sua mano libera.
<< Chrissie, stai bene? Sembri febbricitante >> si portò la mia mano alla bocca e ne baciò il dorso. A quel contatto mi sciolsi completamente. Senti come un flusso di calore ed energia positiva che mi si irradiava lungo tutto il braccio, fino a raggiungere il cuore.
Mi resi conto di essere completamente in preda al panico. Non mi ero mai trovata in una situazione del genere. Ad ogni modo, decisi di non essere vigliacca e di sgusciare fuori dall'involucro che mi ero creata con la coperta, di modo che il mio intero viso fosse visibile. Ebbi un capogiro quando guardai Michael negli occhi. Non riuscivo a sostenere il suo sguardo; era così intenso che avevo l'impressione che potesse mescolarsi nelle mie pupille. Decisi di chiudere gli occhi, mentre mi concentravo sulla respirazione.
Inspira, espira.
Inspira, espira.
Respirare non era mai stato così difficile.
Quando finalmente aprii gli occhi, ebbi uno shock nello scoprire quanto i nostri visi fossero vicini.
<< Michael, io... >> sussurrai, credendo di svenire. Stavo richiamando tutte le mie forze e tutto il mio coraggio per cercare di dirgli qualcosa, qualsiasi cosa; ma lui mi precedette.
<< Ho aspettato così a lungo >> disse, e mi carezzò la guancia con il dorso delle dita. Tra le ciglia lo vidi annullare quegli ultimi centimetri di distanza che separavano i nostri volti. Tutto il resto era scomparso: dimenticai il film, la stanza intorno a noi, il mio flusso di pensieri sconnessi. Tutto perse significato quando lo sentii adagiare le sue labbra di miele sulle mie.

Il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi; probabilmente neanche stavo elaborando dei "comandi", perché non sentivo neanche la mia mente. La "vocina" della razionalità che di solito era sempre in grado di suggerirmi cosa fosse giusto o appropriato fare, era completamente scomparsa; così mi ritrovai a baciare Michael Jackson, senza alcuna logica, senza la consapevolezza di cosa stessi facendo. Sentivo le sue mani scivolare sulle mie guance, la mia pelle fremere sotto le sue dita, il mio cuore perdere il controllo. Ero incapace di interrompere quel contatto, sentivo la necessità di avvicinarmi sempre di più a lui; e quando avevo l'impressione che stesse per allontanarsi, lo attiravo di nuovo a me prendendogli il volto tra le mani.
Dovevo chiaramente essere impazzita.
Non saprei dire quanto tempo dopo, perché in quei minuti persi del tutto la cognizione dello spazio, del tempo e persino l'attinenza con la realtà, ma, ad ogni modo, ci separammo per prendere fiato. Istintivamente mi morsi il labbro, ancora ad occhi chiusi. Avevo come il desiderio di prolungare quel bacio nella mia mente, di riviverlo tra me e me... Di razionalizzarlo. Di credere che fosse davvero successo, e che fosse successo a me.
Fu Michael a interrompere il mio viaggio mentale verso il paradiso terrestre, cantando il mio nome.
<< Chrissie? >>
<< Sì? >> la mia voce suonò impastata e sognante, come se fosse stata intinta nel caramello fuso.
<< Ti piacerebbe restare qui per la notte? >>

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