Chapter 12: A brand new day.

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Mi risvegliai sentendo qualcuno bussare insistentemente alla porta.

<< Tesorino? >> sentii chiamarmi da una voce femminile. << Non dirmi che stai ancora dormendo. È mezzogiorno! >>

A quelle parole sgranai gli occhi.

<< Rina, sono sveglia! >> urlai a mia volta, per essere sicura che mi sentisse. Michael mugugnò al mio fianco in risposta a tutto quel baccano, e si girò dall'altro lato.

<< Posso entrare? >>

<< NO! >> gridai con veemenza. << Cioè, ehm... mi sto cambiando! Sono svestita! >>

<< Ti aspetto in sala tra 30 minuti. Non farmi preoccupare! >> rispose, dopo qualche secondo di totale silenzio.

Quando sentii il rumore decrescente dei suoi passi, tirai un sospiro di sollievo. Non avrei mai voluto che vedesse me e Michael dormire nello stesso letto. Chissà cosa diavolo avrebbe pensato.

Molto lentamente, sgusciai fuori dalle lenzuola per avvicinarmi scalza all'enorme finestra della stanza. Scostai le pesantissime tende bianche e, proprio come volevo, l'intera camera venne inondata dalla luce.

Il problema era che Michael continuava a dormire indisturbato. La situazione iniziava a mettermi seriamente a disagio.

<< Michael, svegliati >> sussurrai una volta avvicinatami a lui. << Michael, sono le dodici! >> Presi a strattonarlo.

<< Mmh-h... Ancora cinque minuti... >>. A quella richiesta che suonò così infantile, scoppiai a ridere.

<< Michael, vuoi che Rina ti veda dormire nel mio letto? >>

<< Sì >> rispose lui, voltandosi dal lato opposto e tirando su il lenzuolo fino alla testa. Io non persi tempo e lo scoprii totalmente, gettando il lenzuolo sul pavimento. Lui si girò e mi guardò accigliato - se non altro, però, aveva aperto gli occhi.

<< Alzati >> dissi, in un tono che non ammetteva repliche. Lui brontolò qualcosa, ma alla fine si fece coraggio e si mise in piedi. Io lo osservai per un po' mentre si stiracchiava, finché non mi diressi all'armadio cercando gli abiti opportuni da indossare.

<< Vado a vestirmi >> disse Michael quando sembrò essere tornato nel mondo reale. << Cercherò di non farmi vedere da nessuno, se preferisci così >> aggiunse.

<< Lo preferirei, grazie >>. Voltai il capo nella sua direzione e gli rivolsi un sorriso. Era così adorabile anche appena sveglio.

<< Va bene, allora >> mi si avvicinò, ricambiando il sorriso a trentadue denti << ci vediamo tra pochissimo >> disse, prima di stamparmi un bacio legerissimo sulle labbra.

Così uscì dalla stanza, lasciandomi ai miei preparativi.

Fissai l'esagerata vatietà di vestiti nell'armadio davanti a me. Cosa diavolo avrei dovuto indossare? Avevo pochissimo tempo per rendermi presentabile, così afferrai un vestitino bianco completamente ricamato, che scendeva svasato senza coprire le ginocchia e delle ballerine del medesimo colore, con dei nastri in raso che legai attorno alle caviglie.
Mi avvicinai alla specchiera e senza disperarmi troppo per il mio aspetto da cadavere - con tanto di trucco sciolto della sera prima, occhiaie e pallore inquietante, che stavolta non ero riuscita a nascondere a Michael - pensai a risistemare completamente il mio viso. Usai dell'acqua in spray, uno struccante, oli e tonici per detergere la pelle e pulirla dal disastro che avevo sul volto. Poi optai per un trucco leggero, quindi applicai giusto un ombretto color panna, del mascara e un velo di rossetto rosa antico. Soddisfatta del risultato, feci una treccia ai capelli che lasciai cadere morbida sulla schiena. Infine mi diressi rapidamente verso la parte centrale della casa. Era la prima volta che dedicavo così poco tempo alla mia beauty care; del resto, non avrei potuto fare diversamente: non volevo risultare così maleducata e scortese nei confronti di Rina... e a dirla tutta, non volevo neanche perdere più tutto quel tempo a concentrarmi sul mio aspetto quando avrei potuto invece trascorrerlo con Michael. Chissà, forse mi aspettava già in sala da pranzo. Ebbi un brivido a quel pensiero e accelerai il passo.
Iniziavo ad orientarmi meglio per i corridoi della casa - dovetti tornare indietro solo una volta per imboccare quello giusto - per cui presto ritrovai di fronte a me la bellissima sala da pranzo che conoscevo.

Michael era appoggiato alla parete, fissava il vuoto. Si voltò nella mia direzione quando mi sentì arrivare e io quasi corsi per andargli incontro, con un sorriso a trentadue denti. Tese la mano verso di me, ma io, anziché afferrarla, lo abbracciai. Quel contatto mi dava forza, vita. Mi dava l'energia di cui avevo bisogno. Lui strinse con delicatezza le braccia attorno al mio torace e mi sentii impazzire di euforia.

<< Bambini, a tavola! >> chiamò Rina, distogliendoci dall'abbraccio. << Ooh, finalmente la vedo sorridente questa piccirella! >> disse rivolta a me, con un sorriso sornione. Io arrossii violentemente. << Vediamo se Micuael riesce pure a farti mangiare oltre che a farti sorridere! >> rise, per poi dileguarsi verso la cucina.

La tavola era stata apparecchiata per due, così io e Michael prendemmo posto l'uno di fronte all'altra. Di nuovo ammirai le bellissime posate in argento: sul manico di ognuna di esse - forchette, cucchiai o coltelli che fossero - erano incise le iniziali "MJ" in corsivo.

Rina tornò pochissimo tempo dopo e ci servì il pranzo. Il menu del giorno prevedeva pasta ripiena e carne. Quando servì i ravioli a Michael, la sentii sussurrare al suo orrecchio: "controlla che mangi, anche se non li mangia tutti, l'importante è che le si svegli l'appetito. L'ha detto il medico, ha insistito tanto". Michael annuì facendole segno con la mano di troncare la conversazione. Lei intese e ci lasciò soli.

In quel momento, dopo aver inevitabilmente ascoltato quelle parole, fui colta come da uno slancio di orgoglio: volevo rivalermi. Volevo che tutti la smettessero di dire quelle cose assurde. Insomma, non potevano seriamente trattarmi come una bambina capricciosa che si rifiutava di mangiare!
Impugnai quindi la forchetta e cominciai ad infilzare due ravioli per volta per poi addentarli con una voracità decisamente forzata, ma di cui, in quell'istante, fui fiera. Ripetei l'operazione per altre due o tre volte, finché non mi ritrovai a lottare col mio stomaco che minacciava di rigettare tutto quanto ingerito. Afferrai il tovagliolo - su questo le iniziali "MJ" erano invece state ricamate in oro - e lo tamponai sulle labbra. Poi alzai gli occhi, e incrociai lo sguardo di Michael.

<< Hai molta fame? >> chiese, con una certa nonchalance che mi infastidì. Sospirai.

<< Non molta a dire il vero >> risposi sinceramente - non volevo mentirgli su questo aspetto, il suo supporto era per me fondamentale << ma sarà meglio che tu non lo dica alla tua governante, o mi metterà in punizione >>. A quella frase, Michael, inaspettatamente, scoppiò a ridere. La sua risata cristallina contagiò anche me e ci ritrovammo a ridere di gusto entrambi.

<< Oh, Chrissie >> si asciugò una lacrima col dorso della mano << Finiamo presto questo pranzo. Voglio portarti con me in un luogo speciale. >>

<< Davvero? >> i miei occhi si colorarono di stupore e curiosità. << Dove? >>

Michael scosse la testa come in un segno di rimprovero. << Te lo dirò solo se finirai questo piatto di ravioli prima di me. Ma tanto sono sicuro che non ce la faresti mai. >>

<< Ah, davvero? >> la mia voce assunse un'inflessione ironica. Mi aveva appena lanciato un guanto di sfida: non avrei mai potuto tirarmi indietro. << Fatti sotto, Jackson! >>

E così entrambi ci fiondammo sul nostro pranzo.

ANGOLO AUTRICE: Ciao ragazze, mi scuso infinitamente per non aver aggiornato per tutto questo tempo. Risparmierò le giustificazioni poiché credo che non vi interessino particolarmente i miei impegni universitari che non fanno altro che rallentare la mia creatività, e mi limiterò a ringraziarvi. Se siete ancora qui e state ancora leggendo questa storia nonostante la mia negligenza, beh, non potrei desiderare delle lettrici migliori.
So che questo capitolo è stato breve e precipitoso, e mi scuso anche di questo, perché immagino che dopo tutta quest'attesa avreste voluto leggere qualcosa di più avvincente. Tuttavia, se deciderete di darmi ancora fiducia, prometto che farò di tutto per non deludervi! Nei prossimi capitoli "Lady in my life" prenderà una piega nuova. Considerate quanto avete appena letto come un capitolo "di transito"! Vi mando un abbraccio e tutta la mia gratitudine per essere arrivate fino a questo punto assieme a me.
Vostra,
Lulamae.

Lady in my lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora