34- ANNA

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Non riuscivo a dormire. Il pensiero di essere stata ingannata di nuovo mi impediva di prendere sonno. La felicità che avevo provato in quegli ultimi giorni era svanita, scacciata da una bellissima ragazza bionda che aveva un ruolo fondamentale nella vita di David e la cui esistenza mi era stata tenuta nascosta.

Dopo essermi rigirata infinite volte sotto le lenzuola, decisi di alzarmi e scendere in cucina a prepararmi una tisana. Infilai i pantaloni di una tuta e una maglia e, mentre passavo davanti allo specchio, lanciai un'occhiata alla mia immagine. Avevo i capelli raccolti in un nodo scomposto dal quale sfuggivano numerose ciocche e la mia cicatrice era ben visibile sotto l'orecchio. Ma non mi importava di essere ben poco presentabile. A quell'ora dormivano tutti e nessuno avrebbe saputo che mi ero alzata.

In punta di piedi scesi le scale ma, appena entrai in cucina, trovai David seduto su uno sgabello, intento a sorseggiare una tazza di caffè, a giudicare dall'aroma che aleggiava nell'ambiente.

«David...» dissi, sorpresa nel trovarlo lì.

«Che cosa ci fai in cucina a quest'ora?» mi chiese.

«Non riuscivo a dormire e ho pensato di prepararmi una tisana.»

«Nemmeno io riuscivo a dormire. Forse anche a me farebbe bene una tisana.»

«Ma se stai già bevendo il caffè... e poi il caffè non concilia affatto il sonno.»

Andai ai fornelli e misi l'acqua a scaldare, mentre continuavo ad avvertire lo sguardo di David su di me. Evitai di guardarlo, ma sapevo che lui avrebbe voluto conversare.

Portai in tavola le tazze e bevemmo in silenzio.

Non appena terminai la mia tisana, mi alzai e andai verso la porta, desiderosa di tornare nella mia stanza.

«Aspetta!» La voce di David mi fermò. «Ti va di parlare?»

«Non ho nulla da dire e a quest'ora vorrei andare a letto.»

Lui si alzò e a grandi passi venne verso di me. Con una mano chiuse la porta, bloccandomi l'uscita.

Trasalii. «David, che fai?»

Aveva i palmi delle mani premuti sulla porta, ai lati della mia testa. Sentivo il suo corpo dapprima sfiorare il mio, poi premere sempre di più. Mi sarei volentieri lasciata andare contro di lui, era quello che desideravo, ma l'immagine di Claire mi tratteneva.

«Anna, devi ascoltarmi. Dobbiamo parlare.» Tolse le mani dalla porta e continuò a fissarmi.

«E cosa devi dirmi? Forse qualcosa che ti sei dimenticato le altre volte?» dissi sarcastica.

«Senti, mi dispiace che Claire si sia presentata qui senza preavviso, ma...»

«È la tua futura moglie, è normale che venga qui» ribattei.

«Come? La mia futura... cosa?! Stai scherzando, vero?»

«Non è forse così?»

«Certo che no!»

«Be', Paul dice che Claire vuole sposarti e lui è un bambino che non mente.»

Sorrise. «Ha ragione, infatti! Claire vorrebbe sposarmi, ma io non ho nessuna intenzione di sposare lei.»

Lo guardai attentamente per rendermi conto se stesse mentendo o meno. Sembrava sincero.

Fece un passo indietro e riprese: «Siamo amici fin da bambini. In seguito abbiamo frequentato le stesse scuole e un giorno abbiamo iniziato a uscire insieme. Lei è la figlia dell'avvocato della Anderson Publishing, nonché amico di mio padre. Entrambe le nostre famiglie approvavano la nostra relazione. Claire, però, non è capace di amare. Ha sempre e solo cercato divertimenti e svaghi, cose che poteva avere senza difficoltà stando con uno come me. In poche parole, aveva uno scopo: aumentare le sue finanze. Ma per quanto mi riguarda, una relazione basata solo sugli interessi non può durare. Così, la nostra storia è finita. Lei, però, non ha mai smesso di sperare nella possibilità di rimettersi con me. Ti assicuro che non c'è più niente tra me e lei».

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora