39- DAVID

1.3K 130 476
                                    

Era stata una serata fantastica. Ancora faticavo a credere di essere uscito con Anna. Sembrava quasi che lo avessi immaginato. Lei era la prima ragazza che portavo a cena. Le altre con cui mi intrattenevo non le avevo mai giudicate importanti abbastanza. Non era mai successo.

Per una volta nella mia vita avevo fatto qualcosa di normale e di meraviglioso. Quello che avevo provato doveva proprio essere ciò che viene chiamato felicità. Mi ero sentito felice come non era mai successo in vita mia.

Anche se, durante la cena, la mia follia aveva minacciato di rovinare la serata ero riuscito a tenerla a bada. Eppure Anna si era accorta che c'era qualcosa che non andava in me, come per esempio la mia mania di ruotare il bicchiere prima di bere.

Avevo liquidato la cosa dicendo che quel gesto era semplicemente una vecchia abitudine e, per fortuna, forse lei mi aveva creduto. Tuttavia avevo paura, una paura folle che potessero venire alla luce i miei segreti e che lei si rendesse conto che non ero quello che pensava che fossi.

Sarebbe scappata da me, spaventata da una mente contorta come la mia. Inventarmi una scusa accettabile per tenere nascoste tutte le mie stranezze non sarebbe stato affatto facile. Avrei dovuto dirle tutto, ma come potevo? Avrebbe avuto paura di me e mi avrebbe lasciato. Io, però, non le avrei mai fatto niente di male, ne ero certo.

Certo? Tu non sei mai stato certo di nulla.

Di questo sì, risposi mentalmente a quell'odiosa voce dentro di me che arrivava puntualmente a ricordarmi ciò che ero.

Sentivo già di essere sul punto di precipitare nel baratro della mia stessa follia che cercava di cancellare il piacevole ricordo della cena. Non lo avrei permesso, non avrei permesso alla mia mente difettosa di rovinare la mia felicità così tanto agognata e finalmente raggiunta.

Che cosa stai combinando, David? mi chiese la voce.

Sto soltanto cercando di vivere, risposi con la mente.

Lascia stare quella ragazza. Tu non devi permetterti di coinvolgere persone nella tua vita.

Una parte di me sapeva che quella voce insistente aveva ragione, ma non potevo rinunciare ad Anna. Mi aveva donato la felicità, non potevo rovinare tutto.

Perché? Perché dovevo stare così male dopo aver passato una così bella serata? Era forse il prezzo da pagare per quei momenti felici e piacevolmente normali?

Dopo quello che hai fatto, non puoi pensare di essere felice.

Quella frase, per me devastante, mi colmò di angoscia. Erano anni che espiavo, ero stanco. Adesso avevo Anna e volevo lasciarmi tutto alle spalle. 

Non potrai mai farlo.

Di nuovo quella stramaledetta voce, fastidiosa ma terribilmente veritiera. La prova l'avevo avuta durante la cena, quando il mio cervello mi aveva costretto a roteare il bicchiere prima di portarlo alle labbra. Avrei potuto avere comportamenti strani davanti ad Anna, l'avrei insospettita e, prima o poi, lei avrebbe capito. Ma non potevo lasciarla. Lei mi faceva sentire bene, mi stava offrendo la possibilità  di sentirmi un uomo normale in un mondo a me estraneo e di non essere più solo.

Non potevo lasciare che la voce nella mia testa mi portasse via quell'unica speranza che avevo. No, mi rifiutavo.

Mio padre mi raggiunse. 

«David, hai passato una bella serata?»

Quella domanda mi lasciò sorpreso, forse perché non era mai capitato che passassi una serata come quella e di conseguenza non aveva alcun motivo di domandarmelo.

The Mind Owner - 1 La tua mente è miaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora