Capitolo I

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Mattia aveva immaginato tante volte di poter disegnare il paesaggio che scorreva veloce dal finestrino dell'autobus. Spesso aveva la tentazione di correre dall'autista e pregarlo di fermarsi davanti a quel simpatico alberello nel giardino di una casetta di paese che riusciva a cambiare totalmente aspetto con il passare delle stagioni. L'aveva già notato quando compieva quel tragitto per andare alle superiori, assistendo al suo cambiamento di manto infinite volte in cinque anni. Al biondino piaceva osservare le cose, soprattutto da quando si era avvicinato al mondo dell'arte. Adorava fare caso ai loro cambiamenti nel tempo, a ciò che le rendeva speciali e uniche. Aveva la stessa curiosa abitudine con le persone, soprattutto con la sua famiglia, in particolare con sua nonna. In quegli anni, dalla morte del nonno soprattutto, l'aveva osservata nel suo rimpicciolirsi, nel suo dimagrire e nel suo ingrigirsi. L'ammirava alla ricerca di dettagli da poter imprimere nella sua memoria, un po' per aver la sicurezza di ricordarsi per sempre quella donna amorevole che gli preparava i panini al prosciutto per merenda quando era piccolo, un po' per prendere nuovi spunti per i suoi ritratti.

Mattia amava i volti più di ogni cosa.

Tra l'altro era la prima cosa che aveva notato nel suo ragazzo. Dario aveva la faccia più particolare che avesse mai visto: era sottile, dai tratti morbidi, decorata da due grandi occhi azzurri e da due labbra carnose che l'avevano mandato fuori di testa la prima volta che l'avevano baciato.

Amava sfiorarla mentre era seduto accanto a lui, impegnato sicuramente in qualche videogioco, la sua passione più grande, amava vederla sorridere e amava vederlo arrabbiata, piegata in una strana curva, perché poi anche una curiosa ruga gli si formava tra le folte sopracciglia; l'aveva disegnata milioni di volte, tanto da riempire interi quaderni scolastici.

Quel bel viso era anche l'unica cosa che lo teneva ancora insieme a lui.

Le cose non andavano bene da un bel po', anzi, questo è un eufemismo. La loro relazione era strappata e sbambolata, abbandonata in un angolo senza riguardo, come una vecchia maglietta che nessuno ha il coraggio di buttare via.

Mattia non sapeva bene di chi fosse la colpa, di preciso, e forse non gli importava. Tutto era andato a rotoli quella primavera, quando il suo ragazzo aveva palesemente perso interesse nei suoi confronti, o forse aveva iniziato solo a darlo per scontato, mettendolo da parte per questioni che riteneva decisamente più importanti. Il nostro protagonista, che già era preso dal combattere contro le conseguenze di un disturbo alimentare, non la prese affatto bene, e si lasciò andare. Ormai faceva veramente fatica a immaginarsi fuori da quella strana situazione con il cibo, nonostante avesse intrapreso un impegnativo percorso con una psicologa e una nutrizionista, nonostante avesse iniziato a obbligarsi a deglutire tutti i bocconi che metteva sulla forchetta, nonostante le macchie sulla sua pelle dovute al sottopeso avevano iniziato a sparire. Quello che succedeva nella sua testa era tutt'altra cosa: grazie anche a questa nave in tempesta nella sua relazione, ora si sentiva inadatto, come se non meritasse di stare meglio, ma meritasse invece di sentirsi ignorato. Viveva solo per inerzia, solo per non deludere la sua famiglia che lo teneva d'occhio, solo per non farsi fare domande scomode.

Non sentiva di avere un vero motivo per guarire, e cercava di pensarci il meno possibile.

Il colpo di grazia arrivò quell'estate quando Mirko, il suo migliore amico, confessò i sentimenti che teneva nascosti da anni, nello stesso periodo in cui il suo ragazzo gli confessò di non provare più attrazione per lui, lasciandogli in bocca il sapore più amaro che avesse mai assaggiato.

Gli cadde tra le braccia, appendendosi all'unica persona che rimase disposta ad amarlo.

Sfiga volle che lui fosse in buonissimi rapporti anche con Dario dalla notte dei tempi e che, da quando Mattia, preso dalla rabbia e dalla tristezza iniziò a vederlo di nascosto, non ci volle molto a fare uscire tutto allo scoperto in una drammatica scena.

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