Capitolo XV

1K 62 27
                                    

"Perché pensi di essere ancora ancorato alla tua relazione quando non funziona più da così tanto tempo?"

La psicologa di Mattia lo stava guardando dritto negli occhi mentre gli poneva quella domanda, forse nella speranza di suscitare qualsiasi tipo di reazione, che però non arrivò.

Il giovane ci aveva riflettuto molto nell'ultimo periodo, prevalentemente nelle pause studio. Aveva capito tante cose di sé guardandosi dentro, e sebbene gli facesse ancora una paura tremenda farlo, aveva scoperto che a volte, nei momenti più difficili, poteva anche essere utile.

Gli era ben chiaro nella sua testa che lui Dario non lo amasse più da tempo, ma si era aggrappato a lui per la paura tremenda di rimanere da solo. Tante persone lo avevano abbandonato, così tante che ormai aveva perso il conto, e l'idea che lo facesse anche il suo primo amore lo devastava.

Anche ora, nel tentativo di rispondere alla Dottoressa, sentiva gli occhi bruciare.

"Perché la mia vita senza di lui mi spaventa" confessò tirando su con il naso. Si mise a guardare le piastrelle, anche, un po' per trattenere l'ansia, un po' perché si vergognava di pensare di dover veramente dipendere da un'altra persona per esistere.

"Hai paura di non innamorarti più?" La psicoterapeuta si spostò una ciocca di capelli dietro le orecchie mentre prendeva appunti.

Mattia avrebbe tanto voluto risponderle di sì. Avrebbe voluto dirle che nessuno, nella sua mente o nella realtà, potesse pareggiare il livello dei sentimenti adolescenziali che aveva provato per Dario; sentimenti smisurati che gli avevano fatto provare tante cose nuove, che l'avevano fatto sentire grande, che l'avevano portato al suo primo rapporto serio, che avevano causato l'arrivo delle sue prime esperienze sessuali, che gli avevano finalmente dato una conferma su chi fosse. Avrebbe voluto confermare quella teoria così romantica, ma invece quelle emozioni, seppur importanti contestualizzate in qualche anno prima, non avevano più importanza.

La sua adolescenza era finita con l'inizio dell'università, il suo rapporto quando si era sentito umiliato per la prima volta, i suoi sentimenti quando aveva scoperto che qualcuno potesse apprezzarlo in un modo decisamente più profondo, quasi pericolosamente. Mattia non amava più Dario, era ovvio, ed era in pace con l'idea. Certo, mollarlo sarebbe stato difficile, ma chi è che pianta veramente in pace il proprio partner dopo quasi tre anni di relazione?

"Se ho paura di innamorarmi è solo perché in realtà ho paura di trovare una persona che mi voglia bene veramente" tornò a guardare negli occhi castani del medico. "Ho il terrore di leggere sul viso di qualcun altro che valgo qualcosa, temo di dover tornare a credere di valere, temo di alzare così tanto la posta in gioco da aumentare il rischio di cadere di faccia. Ha senso per lei?"

"Certo" un sorriso timido cercò di confortare la frustrazione dell'ex ballerino. "Sono tutti sentimenti legittimi, Mattia. In Dario tu hai trovato una figura che non ha fatto altro che confermarti tutte le tue insicurezze, e tu ne hai fatto ormai un'identità, così tanto che ormai hai timore di sentirti dire che sei altre cose, perché vorrebbe dire demolire te stesso" annuì fiera del suo responso.

"Boh, può darsi" in realtà sapeva benissimo che la donna avesse ragione, ma non riusciva ad ammetterlo: lui era veramente sicuro di essere uno zero. "Ma perché ho smesso di amarlo quando mi ha umiliato facendomi sentire poco desiderabile?"

"Perché sei comunque umano, e sotto sotto desideri essere amato"

"Non riesco a lasciarlo" sputò tutto d'un fiato, come se si fosse finalmente liberato di un macigno immenso.

"Vuoi farlo?" Il busto della donna si sporse verso di lui in segno d'interesse.

Mattia annuì facendo rimbalzare il ciuffo sulla fronte, di nuovo fin troppo lungo. "Credo di aver capito che in solitudine mi sentirei comunque molto meno solo che in sua compagnia" sospirò. "Posso accettare di disprezzare me stesso, posso convivere con le critiche che mi impongo ogni mattina perché non rispetto uno standard improbabile che mi sono prefissato io stesso, posso anche sorvolare sul fatto che io sia il mio peggior nemico.."

Sentiero ripidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora