Perdonare: passare sopra ai peccati senza odiare chi li ha commessi.
Questo concetto era così semplice e lampante nella testa di Mattia; così tanto che gli era stata innescato sin da appena nato la tendenza al perdono. Non esisteva peccato, per lui, così grave da non poter essere superato e sepolto nel giro di qualche tempo.
Certo, nei limiti della permissione della legge.
Aveva sempre perdonato tutti nella vita: aveva chiuso un occhio davanti al suo amichetto che era andato a spifferare i suoi segreti a un altro compagno di classe in seconda elementare, aveva perdonato il suo amico di giochi più fidato quando quel giovedì pomeriggio aveva scelto di giocare con un altro bambino, aveva anche messo i prosciutti sugli occhi quando i suoi compagni delle medie sembravano aver fatto comunella contro di lui e, ora, dopo anni, stava provando ad abbracciare l'idea che suo padre non intendesse spezzargli il cuore andandosene di casa e scegliendo di stare dietro a quella capricciosa di sua moglie e al loro figlio, invece che a lui e suo fratello, rimasti senza una figura importante.
Tutto ciò gli aveva causato un vuoto dentro, tutti probabilmente colmabili, ma tutto difficile da dimenticare. Ma nella vita non si trattava di questo. Nel corso dell'esistenza, una persona non può semplicemente buttare in un cestino tutte le sue esperienze, nemmeno quelle traumatiche. Purtroppo l'unica cosa che si può fare è chiudere gli occhi davanti alla realtà e subire i danni imminenti.
Certo, si può anche reagire, arrabbiarsi, dire qualche parolaccia a nessuno di definito e legarsi tutto al dito in modo da poter tenere costantemente sotto controllo il sinistro in modo da assicurarsi che non faccia poi tanto male. Ma questo non era nello stile del protagonista.
Mattia dava tanto, era un cuore puro, un'anima limpida, un ragazzo pronto a soffrire per tutti pur di non creare malintesi. Ma, come tutte le persone troppo buone che si rispettino, non aveva ricevuto lo stesso trattamento da nessuno in cambio.
Gli era bastato sbagliare una volta – un errore enorme, doveva ammettere – per essere trattato come se fosse l'ultimo anello della catena, quello arrugginito, quello che non tiene più nulla insieme. E si sentiva così ogni giorno con Dario. E sebbene fosse una colpa che sapeva di meritare, in qualche modo, non pensava di dover subire la falsità.
"Provo a perdonarti" aveva detto il suo fidanzato. Ma ora era dicembre, ed erano passati già tre mesi interi dal misfatto, e la situazione non migliorava. E il latinista lo capiva, probabilmente avrebbe fatto fatica anche lui a perdonarsi, ma non si sarebbe mai dato false speranze. Perché quella del perdono da parte del suo amore non era altro che una stupida illusione.
Dario non era come lui, non era mai stato in grado di perdonare; era solo un insieme di carne, ossa, sangue e rancore. E nessuno mai avrebbe pensato che fosse in grado di dimenticare un tale torto.
Nessuno che non fosse ancora un po' accecato dall'amore e dalla paura di rimanere solo.
Nemmeno Christian sembrava averlo perdonato, per ora. Dopo la sfuriata della settimana prima in cortile non gli aveva più rivolto la parola. I due si limitavano ad andare in Accademia per conto proprio, senza aspettare l'altro, si sedevano da soli a lezione, o in compagnia di altri compagni, pranzavano per conto proprio e Mattia avanzava sempre qualcosa nel suo cestino.
Nessun messaggio aveva più illuminato il telefono di nessuno dei due, nessun cenno di vita era stato segnalato. Se non si fossero visti ogni giorno almeno di sfuggita, il biondino avrebbe pensato sicuramente che l'altro fosse morto.
Ma non lo era, ed era sempre più bello, con i capelli sempre più lunghi e meno ordinati, che si arricciavano appena sul davanti.
Il motivo per cui gli avesse messo il muso non gli fu chiaro subito, ma era certo di una cosa. Di sicuro a orgoglio era molto bravo. In un ipotetico gioco del silenzio avrebbe sicuramente trionfato lasciandolo in mutande e soccombere nel suo essere fin troppo disponibile.
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Sentiero ripido
FanfictionQuesta non è una storia d'amore. Questa storia parla del percorso condiviso tra due persone, durato anni, e che forse non terminerà mai veramente. Non si parla d'amore perché alla fine probabilmente i protagonisti del racconto in questione dell'amor...