Capitolo 14

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Era una normale giornata di scuola, ed io e i ragazzi eravamo appena usciti dalla mensa, pronti a ritornare alla ultime lezioni.
Ognuno di noi prese la sua strada, però ovviamente Ethan rimase con me, perché era in una sottospecie di sciopero; si rifiuta di fare lezione finché boh, ha detto che non ha voluto specificarlo. Perciò ho smesso di insistere.
Ethan: "Quindi mi stai dicendo, che tu e Jaden avete avuto una conversazione... pacifica?" pronuncio quella frase piu incredulo di me.
t/n: "si Ethan si, tel'ho ripetuto sei volte nell'arco di quindici minuti." lui senza preavviso mi alzò da terra facendomi girare, al che io all'inizio rimasi rigida, ma poi risi, fregandomi degli sguardi che stavamo attirando verso di noi.
t/n: "Ethan mettimi giù."
Ethan: "subito bambola." feci un leggero risolino, poi toccai nuovamente i piedi a terra.
t/n: "vieni a casa mia più tardi? magari invitiamo pure Max e ci divertiamo un po."
Ethan: "Non devi neanche chiederlo dolcezza, sarò da te alle 6:00 pm."
t/n: "Perfetto, a più tardi." detto ciò ci separa mai ed io, contro la mia volontà mi toccò incamminarmi contro l'aula di Chimica.
Mentre attraversavo il corridoio ormai deserto, maledicendomi per il mio ritardo, una mano mi si strinse attorno al polso e mi trascinò all'interno dello sgabuzzino.
Prima che potessi urlare, una mano familiare ma poco gradita mi tappò la bocca.
Liam: "shh, sono io non urlare." mi scrostai dalla sua presa e mi girai verso la sua direzione, dato che mi bloccava l'uscita.
t/n: "si può sapere che diavolo stai facendo? fammi uscire di qui." provai ad aprire la porta, ma lui mi prese per le spalle e mi diede una forte spinta verso il muro alle mie spalle, provocandomi dolore alla schiena.
Liam: "Scusami t/n, ma con te non rispondo delle mie azioni." mi misi in allerta, era più diverso, il suo sguardo non incuteva nulla di buono.
t/n: "Liam fammi uscire e dimenticherò ciò che è appena successo ok?" mentii spudoratamente.
Liam: "oh no no, scordatelo."
Gli occhi mi pizzicavano, ero preoccupata e questa situazione non prometteva nulla di buono; i miei sensi mi gridavano da tutte le parti di reagire, fare qualcosa, ma mi sarebbe comunque stato impossibile, il suo corpo bloccava l'unica via di fuga, ed io ero completamente in trappola.
t/n: "Che vuoi Liam?" domandai armandomi di coraggio.
Liam: "t/n, io lo so che mi ami, dobbiamo tornare come prima." quelle parole mi lasciarono sconcertata.
t/n: "Liam tu non mi ami, sei solo ossessionato dall'idea di stare con me." il sottoscritto non ci vede più e senza darmi il tempo, poso le sue labbra evasive sulle mie, mi dimenai sotto al suo tocco sgradito, cercando di scollarmelo di dosso.
Liam si staccò qualche minuto dopo solo per riprendere fiato, poi cerco un ulteriore contatto con me.
Fece nuovamente lo stesso, solo che adesso aggiunse le mani, le quali infilò al di sotto della mia maglia. Continuai a dimenarmi quando esse raggiunsero il seno, che lui tocco prontamente.
Lacrime calde mi scovolarono sulle guance, mi dimenai a più non posso, ma era tutto inutile, lui non cedeva.
Liam: "Sei così bella t/n." si staccò da me guardandomi con lussuria.
Io ero disgustata, con gli occhi ancora appannati dalle lacrime, mi feci più forza e lo spinsi, lui fortunatamente inciampò su uno straccio posto per terra e cadde a terra urtandosi il fianco.
Colsi quell'occasione per uscire da lì dentro il prima possibile, ancora scossa dall'accaduto.
Mi asciugai le lacrime il più possibile e chiamai mio padre per farmi venire a prendere, non volevo più stare in quella struttura, avevo bisogno di tempo per memorizzare ciò che era appena successo.
Raccolsi il mio zaino da terra e corsi verso l'uscita, spaventata che Liam potesse seguirmi e richiudermi nuovamente li dentro con lui.
Avevo il respiro strozzato e quando mio padre arrivò non li rivolsi la parola, nonostante i continui rimproveri del fatto che non dovevo disturbarlo quando era a lavoro e del perché avessi insistito che fosse proprio lui a riaccompagnarmi a casa e non un comune autista.
Non diedi la minima attenzione a ciò che stava dicendo, guardavo fuori dal finestrino e pensavo e basta, a ciò che sarebbe potuto succedere se fossi rimasta chiusa li con quel verme.

***

Mi fiondai in camera mia e crollai in un pianto liberatorio, la casa era vuota, quindi non mi curai del fatto che qualcuno avrebbe potuto sentirmi.
Mi portai le ginocchia al petto ancora spaventata da ciò che è accaduto meno di un ora fa.

two different souls || Jaden Walton FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora