Tradimenti.
Cambiamenti.
Promesse.
"Chiunque aveva sparlato dicendo che il loro, sarebbe stato un amore impossibile. Peccato che, tutte quelle persone, non sapevano che loro due, l'impossibile, sapevano farlo benissimo."
► Avviso: i personaggi della...
Fortunatamente nessuno dei suoi colleghi aveva notato il suo rientro permettendogli così di chiudersi nel suo ufficio e piangere, fino a quando ne avrebbe sentito la necessità. Neanche alla scoperta del tradimento aveva avuto una simile reazione, si sentiva completamente persa, privata di ogni emozione, era quasi straziante stare lì su quel pavimento rannicchiata su se stessa a versare lacrime per una persona a cui credeva di interessare, per questa ragione dopo quasi un'ora decise di andare via senza avvisare nessuno.
Smaterializzata di fronte casa si rese conto di non avere una valida motivazione per il suo rientro anticipato, scelse quindi di restare lì fuori così da non essere vista. Valutando la bella giornata decise di passare un po' di tempo in beata solitudine così chiamò l'elfo che apparve qualche secondo dopo esattamente di fronte a lei. «Bibbi essere qui Lady. Bibbi poter fare qualcosa per Lady?» domandò la creatura.
Hermione si inginocchiò per stare alla sua altezza. «Bibbi potresti andare a prendere la mia giacca, quella che uso per andare a cavallo? Grazie.» L'elfo annuì sparendo con uno schiocco, attese giusto qualche minuto prima che lui riapparisse. «Ecco qui Lady.» disse porgendogli l'indumento. «Bibbi poter fare altro?» chiese di nuovo.
«Si ascolta, non dire a nessuno del mio ritorno e non aspettatemi per cena...non so a che ora tornerò.» spiegò lei a bassa voce, come se stesse raccontando un segreto.
«Lady va tutto bene? Perché non volere cenare?» le domandò la creatura preoccupata.
«Sto andando a cavallo, è una bella giornata e vorrei approfittarne Bibbi. Tu stai tranquillo, servi la cena come al solito, non aspettarmi.» mentì sperando di risultare credibile. Ubbidiente seppur un po' confuso, l'elfo annuì di nuovo accompagnando poi la padrona alla scuderia dove si trovavano i cavalli della famiglia Malfoy. Ognuno possedeva il suo, erano tutti della stessa razza, un PSI, ovvero dei Purosangue Inglesi. Persino il nome era una garanzia. Si trattava di una razza equina originaria della Gran Bretagna, essi sono famosi per la loro agilità e velocità. L'unica differenza che avevano era il loro mantello: Lucius aveva un morello, Narcissa un sauro, Draco un baio mentre lei un grigio. Sciolse le briglie al proprio, spazzolandolo delicatamente prima di sistemarlo e montarci su, iniziando a galoppare per i campi circostanti l'abitazione.
Non era un amazzone provetta ma da quando risiedeva al Manor, Draco le aveva insegnato tutto ciò che c'era da sapere, era con lui che faceva spesso e volentieri quel genere di passeggiate. Quel giorno però necessitava stare da sola da qualunque parte purché non fosse casa, non voleva stare con i suoi suoceri e più di tutti non voleva stare con il marito.
Calde lacrime tornarono a scenderle lungo le guance, non s'impegnò neppure a scacciarle sarebbe stato inutile. Pensare che in quei giorni Draco non le si fosse avvicinato neanche una volta come quel pomeriggio continuava a farle male, pensare al probabile motivo di quel suo mancato avvicinamento la faceva stare anche peggio.
Più e più volte si era fatta un'idea di come avrebbero vissuto il loro matrimonio, tenendo in considerazione anche la presenza di terzi che in quella tipologia d'accoppiamento sfortunatamente erano presenti, ma averne la prova, vederlo con i propri occhi faceva male in ogni caso, e per una donna innamorata era una vera e propria pugnalata al petto.
Senza rendersene conto stava incitando il cavallo ad andare sempre più veloce, non aveva mai corso così, si sentiva viva, ma non era lucida per fare una cosa del genere poteva seriamente rischiare di ferirsi, eppure la rabbia, la gelosia, il dolore riuscirono a prendere il sopravvento spronandola ad aumentare la velocità per uscire fuori dalle campagne.
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