L'invidia è il più stupido dei vizi, perché non esiste un solo vantaggio che si guadagni da essa. L'invidia, uno dei sette vizi capitali, sentimento profondamente nocivo, chi è invidioso prova piacere nello svalutare le persone che percepisce migliori di sé stesso e spesso non si limita al pensiero o alle fantasie di tipo aggressivo e distruttivo, ma cerca di danneggiare oggettivamente l'invidiato. Chiunque ne soffre va a bramare ciò che non gli appartiene, per loro l'erba del vicino è sempre più verde e raramente si trovano ad ammettere di esserlo. L'invidia è un emozione secondaria e spesso procura un risentimento talmente forte da desiderare il male di colei che ha quel qualcosa che egli, invece, non possiede. L'invidia è un impulso primitivo, che mira a portare via a qualcun'altro ciò che ha, o in alternativa, a distruggerlo.
Era esattamente questo che stavano provando Lavanda Brown e Ronald Weasley.
Invidia verso Hermione e Draco.
Eh si, sono stati proprio loro ad aver ascoltato tutto qualche notte fa.
I due erano infatti usciti in terrazza per una delle loro solite sveltine, quando ad un tratto avevano sentito qualcun'altro giungere nel medesimo luogo che si erano scelti. Non avrebbero avuto problemi a mostrarsi e a rientrare nella sala, ma vedendo chi fosse stato ad interromperli, decisero di restare fermi ad origliare la loro conversazione. Sebbene quei due si trovassero bene assieme, entrambi avevano dei conti in sospeso con la coppia poco distante.
Erano per l'appunto invidiosi del loro rapporto. Agli inizi erano sicuri che avrebbero avuto mille problemi, dati i loro trascorsi, ed erano fermamente convinti che la ragazza avrebbe sofferto come un cucciolo abbandonato, nel vedere il marito sollazzarsi con una qualunque donna pur di non stare con lei.
Ma poi vedendoli assieme agli eventi, sentendoli parlare e scoprendo dei cambiamenti nelle loro abitudini, si erano resi conto che sotto vi era qualcosa di molto, molto più grande.
Qualcosa che loro non avevano.
Ron si era gettato tra le braccia di Lavanda perché non era soddisfatto della donna che aveva al suo fianco.
Pessimo errore, si era detto più volte.
Ma Hermione era troppo dedica al lavoro, troppo testarda, troppo puntigliosa e senza passione, pensava al contempo.
Mai si era preoccupato di chiederle se ci fosse qualcosa nella loro vita di coppia che non la soddisfacesse, mai si era preoccupato di sapere se una sua decisione potesse in un modo o nell'altro ferirla. Mai.
Lui dava per scontato molte cose, era cresciuto nella convinzione che la donna fosse solo una macchina per riprodursi e che il suo compito fosse quello di stare a casa, mettere su famiglia e badare ad essa. Niente lavoro, niente sforzi inutili.
Era convito che lei lo avrebbe seguito una volta uscito dalla squadra ed invece non solo era rimasta in un gruppo ormai contaminato dalla presenza delle serpi, ma aveva per giunta osato dargli del bambino. Lui non si sarebbe mai gettato nelle braccia di un'altra se la vita con Hermione fosse stata più semplice, ma evidentemente undici anni non erano bastati per comprendere che donne come lei non erano da comandare, ma da domare.
Hermione era la classica donna dominante e sicura di sé. Questo genere di donne solitamente non perde tempo in chiacchiere inutili, no. Loro sono donne di successo, estremamente indipendenti ed intelligenti, leali e passionali e sanno quello che vogliono, e sebbene all'inizio possano intimorire, spesso la loro è solo una semplice apparenza, una corazza esterna costruita per proteggere le proprie debolezze, nell'attesa che un uomo arrivi ad amarle per come sono davvero.
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Ubi tu, ibi ego - Dramione
FanfictionTradimenti. Cambiamenti. Promesse. "Chiunque aveva sparlato dicendo che il loro, sarebbe stato un amore impossibile. Peccato che, tutte quelle persone, non sapevano che loro due, l'impossibile, sapevano farlo benissimo." ► Avviso: i personaggi della...