Capitolo 20

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***Katharina

L'aria è fredda e pungente, dopotutto è inverno ma questo sembra essere più rigido. Cavalco da non so quanto tempo. Il vento soffia controcorrente, mi fa venire i brividi e le miei mani iniziano a spaccarsi dal troppo gelo.

Avanzo sempre di più finchè nella vetta noto il castello di Bran. Ricordo che quando era piccola mia madre mi diceva che quel luogo era infestato dai fantasmi. In effetti ha un che di macabro esattamente come Vlad.

Cavalco più veloce, la salita è ripida e Snow sembra già stanco...

Sospiro e accarezzo la sua criniera.

-Coraggio amico mio, ti prometto una doppia razione di carote.- gli bisbiglio per incitarlo e nel mentre cerco di scaldarmi nel mantello il più possibile.

Dopo qualche minuto, finalmente noto le porte del castello. Sono arrivata!

Scendo in fretta da Snow e mi dirigo verso l'entrata ma...

-Alt!- esclamano due guardie puntandomi le loro lance.

-E' una questione urgente, vi prego. Lasciatemi passare...- li supplico.

-Chi siete? Che cosa volete??- chiedono con ira.

-Devo parlare con il principe Vlad.- spiego con sincerità provocando la risata di entrambe.

-Hai sentito questa stracciona, Alexander?- sghignazza uno.

-Si!- esclama l'altro starnutendo.

-E' impossibile. Il principe è impegnato in una riunione e...- inizia a blaterare.

Alzo gli occhi. Come posso raggirarli?

Penso finchè...

Distolgo lo sguardo e indico un punto inesistente su una montagna. -Mio Dio! I turchi! Ci stanno attaccando!-

-Cosa?- esclama Alexander allarmato.

-Dove?- Fa eco il suo compare avvicinandosi a me per guardare meglio.

E' il momento giusto. Li raggiro e corro via veloce entrando finalmente al castello.

-Ehi! Ferma! Ferma!- urlano le guardie alle mie spalle.

Corro più in fretta, ma nemmeno so dove si trova Vlad. E non credo di resistere al lungo.

Avanzo per diverse sale finchè la voce del Voivoda si fa strada nelle mie orecchie.

Torno indietro e attraverso un altra sala.

-Fermati! O ne pagherai le conseguenze!-

Spero di non sbagliarmi. Apro in fretta la porta e la chiudo alle mie spalle.

Ansimo e volto il capo e finalmente vedo il mio...

-Vlad...- mormoro.

I suoi occhi sono puntati dritto sui i miei così come tutti quelli degli ambasciatori. Che alla mia entrata si sono alzati imbarazzati.

Vlad invece è rimasto seduto a fissarmi. Forse non vuole vedermi, forse mi farà cacciare.

Avanzo salutando imbarazzata le alte cariche che mi stanno osservando. Mi avvicino al principe e lo prego con lo sguardo.

-Vlad...ho bisogno di parlarti...- mormoro.

I suoi occhi non mi perdono di vista, sta per parlare ma delle forti strette mi bloccano le braccia. -Presa! Piccola stracciona.-

-Pensavi di sfuccirci!-

Mi dimeno dalla loro presa. -Chiedi scusa al nostro sovrano. Siamo mortificati vostra altezza noi...-

Anche l'Impalatore sorrideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora