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-Neve!- esclamò Seungmin agitandosi sul posto e indicando con un ampio sorriso la leggera polvere bianca che si poggiava continuamente sul terreno.

Yongbok invece sembrava non amare tanto quella vista, anche se fin da piccolo aveva sempre adorava uscire di casa insieme ai suoi amati genitori e riempire le sue manine pallide di neve e giocarci fino a piangere per il freddo che lo toccava attraverso i guanti, finché non ci fu quella giornata di neve che lo segnò nel profondo.

「flashback」

-Yongbok-ah!- esclamò la soave voce di una donna, richiamando l'attenzione del piccino, impegnato a giocare con un burattino che portava un cappello stile cowboy.

-Arrivo!- esclamò il giovane bambino alzandosi da terra e ondeggiando le sue manine in avanti e indietro, saltellando per raggiungere la cucina.

-Che succede mamma?- domandò il bambino, poggiando le ditine sul piano da lavoro e facendo spuntare la testa da sopra esso per osservare la donna impegnata a cucinare.

-Piccolino, puoi aiutare la mamma ad apparecchiare?- domandò la donna andando verso il suo unico figlio e prendendolo in braccio per donargli un bacio.

-Va bene!- sorrise il moro scalciando un paio di volte mentre la madre lo rimetteva per terra e gli passava i piatti.

-Se hai bisogno di aiuto chiamami.- sorrise la donna.

-Sono forte! Non ho bisogno di aiuto!- sbuffò il bambino camminando in modo goffo verso il tavolo del piccolo salotto di casa loro e poggiando davanti alle tre sedie i piatti bianchi e lucenti, lavati con cura dalla sua amata madre.

Dopo aver ammirato per un bel po' la sistemazione che aveva creato, sentì un boato forte provenire dall'altra parte della casa.

Con una piccola corsa raggiunse la porta rimanendo scioccato alla vista davanti ai suoi piccoli occhi.

Sua madre era svenuta per terra, un piatto era rotto vicino ai suoi piedi e la pentola ripiena di cibo che rischiava di far colare il suo contenuto.

-Mamma!- urlò il bambino dirigendosi verso di lei e iniziando a spostare i suoi lunghi capelli neri per poter osservare il suo viso stanco.

-Mamma!- sbiascicò nuovamente agitando il corpo della donna e iniziando a cercare di aprirle gli occhi.

-Yongbok~!- sentì dopo pochi secondi la voce canterina di suo padre fare il suo ingresso nelle sue orecchie. Non rispose, non riusciva.

-Yongbok?- domandò nuovamente l'uomo affacciandosi alla cucina e trovando quella scena atroce davanti ai suoi occhi.

-A-Yeong!- urlò l'uomo vedendo sua moglie accasciata a terra e suo figlio vicino a lei che piangeva in modo disperaro.

-A-Yeong.- la richiamò dopo essersi seduto a terra vicino a lei.

Controllò la sua fronte per vedere se scottava o meno, si sapeva che certe volte a causa della febbre si sveniva, ma lei invece era fredda e pallida.

-Yongbok-ah, la mamma starà bene. Dobbiamo solo portarla da un medico.- sorrise tristemente l'uomo sollevando la donna da terra e tenendola tra le sue braccia, dirigendosi poi fuori casa.

-Puoi chiamarmi il papà di Myung-Hee?- domandò l'uomo indicando con la testa la casa del vicino.

Il piccolo Yongbok annuì dirigendosi di corsa alla porta in abete della famiglia del medico bussando freneticamente, finché non venne ad aprire il suo amico.

-Yongbokkie! Che ci fai qui?- domandò Myung-Hee tirando il più piccolo in un abbraccio.

-La mamma...- mormorò il minore iniziando a piangere mentre suo padre lo affiancava.

-Ciao Myung-Hee. C'è tuo padre?- domandò il padre di Yongbok tenendo stretta la moglie tra le braccia per non farle prendere freddo.

-Omo! Mamma, papà! Venite subito, la zia A-Yeong sta male!- urlò il giovane corvino girandosi e correndo a cercare i suoi genitori, che dopo pochi attimi corsero davanti alla porta d'ingresso.

-Dio Mio! Che è successo?!- domandò scioccata la madre del corvino vedendo in che stato era la sua cara vicina di casa.

-Entrate per ora.- gli invitò dentro il marito guidandoli verso la camera del loro figlio.

-Quando sono tornato da lavoro, era caduta per terra e credo sia anche svenuta, ma non ha la febbre.- spiegò il padre del moro poggiando sua moglie sul letto e lasciandola nelle mani dei suoi vicini.

Quest'ultimi erano una coppia sposata e sono entrambi medici, il marito era un cardiochirurgo e la moglie era una fisioterapista, entrambi lavoravano nell'ospedale della città.

-Dobbiamo controllare la sua pressione. Myung-Hee, puoi andare nella tua cameretta a giocare con Yongbok?- domandò la donna al figlio che annuì, trascinando con sé il più piccolo che non la smetteva di tirare su con il suo piccolo naso e asciugare invano le lacrime che bagnavano il suo piccolo viso.

-Yongbok! Smettila di piangere!- lo riprese con tono di rimprovero il suo amico agitandosi sul letto con il minore seduto ai suoi piedi che guardava la finestra.

-La mamma sta male.- sussurrò il minore non riuscendo a spostare lo sguardo dal giardino dei vicini.

-Hanno detto in radio che oggi nevicherà, non sei felice? Se la zia si sveglia potremo guardarla tutti insieme.- sorrise il maggiore buttandosi giù dal letto e rotolando verso il suo amico, stringendo le sue manine.

-La mamma non si sveglierà.- rispose deciso il minore.

In qualche modo quel giovane coreano era diverso dalla società dei bambini, tutti emanavano speranza e felicità, ma lui sapeva che quando un adulto diceva che tutto sarebbe andato bene, non sarebbe successo.

Aveva sperimentato cosa era la speranza e come era una grandissima menzogna. Sapeva che non tutto sarebbe andato bene, rosa e fiori, nella vita.

Molti lo ritenevano strano come non urlasse la parola 'felicità' da ogni angolo del suo corpo, ma andava bene così per i suoi genitori che lo amavano così com'era.

Dopo lunghi minuti di silenzio un urlo straziante raggiunse le sue orecchie facendolo andare sull'attenti e alzare di scatto per correre verso la stanza in cui aveva lasciato i suoi genitori.

Entrò di colpo trovando suo padre accasciato a terra con una mano sul viso e l'altra a stringere la mano di sua moglie.

-La signora A-Yeong è morta il 26 dicembre alle ore 20:37, a causa di un infarto miocardico, dopo un forte stress emotivo.- mormorò il dottore passandosi una mano sul viso mentre sua moglie aveva iniziato a piangere senza ritegno.

-Mamma!- urlò per l'ennesima volta in quella giornata, la gola che bruciava e le guance che erano tornate ad essere bagnate.

-Mamma!- si lasciò andare in un pianto pieno di singhiozzi e urli strozzati nella stoffa della coperta che copriva il corpo dell'amata donna che gli aveva mostrato la luce.

E in tutto ciò, anche Myung-Hee che gli aveva detto che avrebbe visto la neve con sua madre, si era rivelato essere un mezzo bugiardo.

La neve era iniziata a scendere e coprire tutto il terreno sotto di lei. Ma Yongbok non poteva ammirarla perché sua madre non era più presente.

「end of flashback」

-Yongbok.- lo richiamò Changbin.

-Che succede?- parlò balzando sul posto e guardandosi attorno vedendo come tutti erano evidentemente preoccupati per lui.

-Stai piangendo...- fece notare Seungmin rischiando di seguirlo anche lui.

-Non è niente.- mormorò l'ex moro asciugandosi le lacrime e sorridendo malinconicamente.

-Mi manca solo mia madre.- tornò a lasciar scorrere sulle sue gote le lacrime calde che contrastavano con il freddo clima di quell'inverno.

ahsgajyw scusate ma avevo necessità di aggiornare anche se la sera lol

tanto per allungare il brodo ho detto di aggiungere un pezzo riguardante la storia di Lixie:)

credo che comunque durante il viaggio verranno rannati solo i flashback dei ragazzi e magari anche uno sulla ChanJeong:^

anybitches, come state dopo sto capitolo? ajsgaj

𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 𝓦𝓪𝓻 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora