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Buio.

Il vento fischiava nelle orecchie del ragazzo, prima sentiva che una presenza estranea lo stava risucchiando negli abissi. Ma che dopo poco lo lasciò andare, facendolo risalire a galla e lasciandolo respirare.

Voci estranee che si facevano strada nelle sue orecchie e odori che si inoltravano nel suo setto nasale. I muscoli che facevano male, senza neanche muoverli. I capelli sulla sua fronte che solleticavano e gli occhi chiusi, nonostante sapeva di poterli aprire. Ma non voleva, in quel momento si sentiva stanco e se fosse stato per lui avrebbe dormito, anche per un intero mese ancora.

-Caro! Si è svegliato! Si è svegliato!- sentì una voce femminile urlare e richiamare qualcuno, una voce che fino ad un mese fa sentiva come fosse una sveglia, che gli indicava fosse arrivata l'ora di svegliarsi.

Aprì di scatto gli occhi, quando ricordò a chi apparteneva quella voce. Alla sua amata madre.

Fissò per un tempo illimitato il soffitto bianco. Poi spostò lo sguardo, le mura di un'azzurro chiaro, finestre bianche e tende dello stesso colore.

-Ti sei svegliato. Jisung.- lo richiamò una voce questa volta estranea, diversa da quella di sua madre e diversa da quell'altra che riconobbe appartenere a suo padre.

Spostò questa volta lo sguardo dall'altra parte del posto in cui si trovava. Il volto famigliare di sua madre e suo padre erano davanti a lui. Poi un ragazzo, alto. Tanto alto anche. I capelli mori e tirati indietro. Un sorriso sul volto, caratterizzato dagli occhi che si stringevano e il viso in proporzione.

-Signori. Ho bisogno di parlare con Jisung, per spiegargli cosa è successo.- sorrise alla madre e al padre che annuirono, guardando un ultima volta il figlio per poi uscire dalla stanza.

-Ciao Jisung. Sono Yeonjun. Choi Yeonjun, ho alcune cose che devo spiegarti.- sorrise al ragazzo, sedendosi su una sedia.

-Circa un mese fa, sei caduto in un coma improvviso, non sappiamo ancora perché. Ti sei risvegliato solo oggi, ti ricordi dei signori Han vero?- gli spiegò, ponendo poi la domanda. Jisung non rispose a parole, annuì debolmente e basta.

-Dobbiamo tenerti qui in ospedale un altro po'. Niente di così serio, solo ad aiutarti per la riabilitazione. Solo ieri hai rischiato di passare sulla soglia della morte, ma siamo riusciti a soccorrerti in tempo. Anche il tuo compagno di stanza era in coma. Si è risvegliato poche ore fa, ma ha rischiato di morire molto tempo prima. Ora va tutto bene. Puoi parlare con i tuoi genitori.- sorrise alzandosi e lasciando la stanza. 

I signori Han rientrarono di corsa, sedendosi ai lati del letto e avvicinandosi al ragazzo. 

-Oh Dio mio Jisung tesoro.  Non puoi capire quanto ho avuto paura quel giorno, eri nel letto e non rispondevi. Ti abbiamo portato in ospedale e hanno detto che sei caduto in un coma improvviso.- mormorò sua madre stringendolo tra le sue braccia e passandogli una mano sui capelli.

Ricambiò a fatica l'abbraccio, spostando in seguito lo sguardo sul padre che gli sorrideva, stringendo il lembo della coperta che ricopriva il suo corpo.

Un'infermiera entrò, interrompendo gli abbracci che i genitori stavano dando al figlio, facendo un breve inchino con la testa.

-Scusate. L'orario di visita è finito per oggi. Jisung ha bisogno di riposare.- sorrise loro la giovane ragazza.

E così i genitori fecero, dopo aver raccomandato il ragazzo uscirono dalla stanza d'ospedale, lasciandolo solo.

<Coma? Sono caduto in un coma durato qualcosa come un mese? Come? Perché? E la guerra?> si domandò tra sé e sé, coricandosi a seguito sul letto.

Quella che sembrava una vera guerra si è rivelato un sogno causato da un trauma? Come mai?

Ma un punto di domanda non poteva essere rimosso dalla sua testa, chi erano le persone nel sogno? Non lo sapeva, e forse aveva bisogno di tempo per scoprirlo.

➶︎ 𝓣𝓸 𝓫𝓮 𝓬𝓸𝓷𝓽𝓲𝓷𝓾𝓮𝓭...➶︎

BENE.

ciao. 

capirete nel sequel.


𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 𝓦𝓪𝓻 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora