CAPITOLO 2

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Le prime luci dell'alba entrarono da quei buchi che alcuni chiamavano finestre. Sette ragazze dormivano in quella camera, con un letto formato da cappotti, plaid e magliette ammassate come cuscini.
Lily si vestì velocemente e scese dalla scaletta. Si avviò verso un fiume per sciacquarsi la faccia, ignara che qualcuno, senza neanche nascondersi, la stava osservando.
Lily si girò e solo allora si accorse della figura poggiata comodamente a un albero, anche non riconobbe chi era, perché era in penombra.
"Oh... scusa..."
"E di cosa... Lily?"
Solo allora Lily capì chi era. Era Lysander, il gemello per cui aveva una cotta dal primo anno. Non aveva mai avuto un rapporto molto intimo con lui, ma aveva sempre avuto una cotta. Cotta che era diventato ben altro da quell'anno.
"Ehm... bho" disse poi arrossendo leggermente.
Lysander si avvicinò. Indossava una camicia e dei jeans. 'Elegante come sempre' pensò Lily.
"Come mai... ti sei svegliata così presto?" Chiese il ragazzo, guardando il riflesso del sole sul fiume.
"Mi sveglio sempre a quest'ora" Lily invece si era persa nel verde degli occhi di Lysander. Quest'ultimo sospirò.
"Cosa pensi?"
"A quest'avventura. Tu come la vedi?"
"Non lo so... è complicato"
"Come complicato?"
"Non lo so" il ragazzo la guardò.
Lily pensò a una risposta. Si mordicchiava il labbro. Poi si rese conto che non avevano bisogno di parole. Bastava lo sguardo di Lily su Lysander. E quello di Lysander sul suo. Lysander avvicinò una mano, timorosa, al volto di Lily. La posò sulle labbra, facendole schiudere appena.
"Così te lo stacchi" disse poi.
Lily era rosso fuoco.
Poi Lysander spostò la mano sulla guancia. Ora invece aveva il cuore a mille. Socchiusero gli occhi, pronti a quello che sarebbe successo. Ma che non arrivò. L'atmosfera si era sciolta da uno spezzarsi di un rametto secco. Da dietro un albero,uscì suo fratello Albus, mezzo addormento.
"Buongiorno" mugugnò.
I ragazzi si erano allontanati giusto in tempo e ora Lily era arrossita e guardava ovunque tranne dalla parte di Albus e Lysander. Quest'ultimo invece guardava le sue scarpe.
Lily maledisse Albus per essere arrivato. Perché non poteva arrivare pochi minuti dopo oppure mai?
"Ho interrotto... qualcosa?" Nella sua voce c'era oltre la perplessità e l'imbarazzo anche una punta di amarezza e Lily capì perché. James e Albus erano sempre stati così... 'invadenti' per lei...
"No. Niente... non ti preoccupare" rispose secca prima di superare il fratello e camminare svelta tra gli alberi. Aveva un bisogno pazzesco di parlare con qualcuno. Avrebbe parlato volentieri con Rose, ma era sua cugina, e a lei serviva un'amica. Hugo era praticamente scomparso. Quindi prese per un braccio Ellis e la fece salire nella casa.
"Lily.... Lily mi fai male!"
"Scusa... era urgente"
"Che è successo?"
"Lysander... mi ha quasi baciata"
"Che cosa?"
"Abbassa la voce!"
"Si si... perché quasi?"
"Perché è arrivato Albus... quanto lo odio!"
"Dai... vedrai che alla prima occasione lui ci riproverà... fidati"
"Ti voglio bene" concluse lei abbracciando l'amica.

Beatrise Finnigan era stanca.
Stanca di essere la seconda in tutto.
Stanca di essere la riserva.
Stanca di essere inferiore alla sorella.
Stanca di se stessa.
Ma essere stanca non l'avrebbe aiutata. Anzi, tutt'altro. La faceva arrabbiare di più.
Ma Beatrise Finnigan aveva qualcosa che né la sorella, né Brendan, né nessun'altro aveva. Lei possedeva qualcosa che nessuno sapeva. Lei aveva un segreto. Non ci parlava da quasi una settimana e già le mancava. Perché si, il suo segreto era una persona. Corse sopra alla camera, si mise un paio di jeans, una maglietta rossa e le sue All Star. Gliele aveva regalate lui, per il suo compleanno.
Scese di corsa e si allontanò il più veloce possibile.
Gli mancava.
Tanto.
Troppo.
Non ce la faceva più.
Arrivò nel luogo prestabilito.
"Sei qui...?"
Nessuno rispose. Che gli fosse successo qualcosa? Stava per rispondere quando due mani l'afferrarono per i fianchi, facendola sussultare. Si promise di fare la severa quando si sarebbe girata.
Ma non ci riuscì. Quando i suoi occhi incontrarono i suoi occhi color mare non poté fare a meno di sorridere.
Perché si, il suo segreto aveva gli occhi blu.
Il suo segreto aveva i capelli rossi e una marea di lentiggini.
Il suo segreto era Hugo Weasley.
"Mi sei mancata" Sussurrò lui.
"Quanto?" Sussurrò lei.
"Tanto"
"Tanto quanto"
"Troppo"
"Dimostramelo... ma prima prendimi..." e incominciò a correre. Guardava avanti e dietro e ogni volta che si guardava le spalle Hugo era sempre più vicino. Ridevano tutti e due. Merlino quanto l'amava.
Poi lui la prese di nuovo per i fianchi, la fece girare intorno a lui e poi la fece voltare verso di lui.
"Posso avere ciò che mi spetta?"
"Dipende"
"Da cosa?" Sussurravano di nuovo.
"Se mi dici che mi ami ti credo"
"Ti amo"
"Anch'io. Non sai quanto"
Poi lui la strinse a sé e unì le labbra alle sue. Sembrava di volare. E solo quando sentì le mani delicate di lei dietro la testa che giocavano con i suoi capelli si sentì in paradiso. Merlino, quanto l'amava.
Si staccarono. Si guardavano sorridendo, perche solo insieme erano felici. Lei poi chiuse gli occhi e si appoggiò sul suo petto, le braccia ancora attorcigliate al collo.
Lui la strinse e poggiò la testa sulla sua. Poi l'alzò e ghignò.
La prese in braccio.
"Hugo ma che..."
Ma lui la zittì con un bacio. Poi si sedette con lei ancora rannicchiata tra le sue braccia. Adorava accarezzare i suoi lunghi capelli neri... nero e rosso...
"Perché a me?" Sussurrò lei.
Hugo sospirò.
"Perché proprio i nostri genitori?"
"Perché le persone sono stupide..."
Lei sollevò la testa per guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e quando una lacrima cadde sulla sua morbida guancia, Hugo si affrettò ad asciugarla.
Lei chiuse gli occhi. Si ricordò dei suoi genitori e quelli di Hugo. Avevano litigato anni fa per un fatto a lei sconosciuto.
"Non piangere"
Lei però non ce la fece. Nascose di nuovo la testa tra il suo collo e il suo petto e pianse. Il singhiozzi la facevano sussultare di tanto in tanto.
"Ti... ti amo... Hugo... ti prego... non mi lasciare mai"
Lui chiuse gli occhi e poggiò la testa all'albero. Si mordeva il labbro. Stava per piangere anche lui. Non sopportava di vederla così.
"Non lo farei mai"
Crack
Il rumore ruppe quel ciclo di singhiozzi. Beatrise scattò in piedi e si asciugò le lacrime con la manica della felpa. Hugo aveva fatto lo stesso.
Da dietro un albero spuntò Lorcan Scamander.
"Ciao Lorcan" disse timidamente Beatrise.
"Da quanto ci stavi spiando?" Chiese irritato Hugo.
"Abbastanza"
Hugo stava per saltargli addosso ma venne bloccato dalla sua ragazza.
"Ti prego Lorcan... noi... possiamo spiegarti tutto"
"Non ti preoccupare, non dirò niente a nessuno, solo che voglio delle spiegazioni"
"Noi stiamo insieme" Azzardò Hugo.
"Ma i vostri genitori... si odiano!"
"Lo sappiamo. Tu sei il primo che lo sa" rispose Beatrise.
"Da quanto?"
"Tra una settimana un anno" rispose prontamente Hugo.
Beatrise lo guardò e sorrise. L'amava veramente.
"Allora... mi dispiace"
"Si convive... oppure si impara a farlo" rispose amareggiato il rosso.
"Vi lascio..." disse poi Lorcan.
I due ragazzi si guardarono per secondi interminabili.
Poi Hugo non ce la fece più. La spinse contro un albero e la bloccò con le sue braccia.
Poi la baciò. Ma non era un bacio pieno di passione, no. In questo c'era tristezza, amarezza, rabbia. Lei gli mise le mani sulle spalle e lui poggiò una sua mano sulla sua guancia.
Quando si staccarono avevano entrambi il fiatone.
"Che ore sono Hugo?"
"Le 12. Tu vai, io arrivo tra un pó" rispose allontanandisi.
"Ti amo" disse infine la ragazza. Si muse sulle punte e gli regalò un ultimo bacio a stampo, per poi correre via. Hugo fu certo che l'amava.
Tanto.
Troppo.

"Sei sicuro di aver visto bene Al? O eri ancora addormentato stamattina?"
"Si Scorp!..."
"e lei? Ha reagito...?"
"Non lo so... ma se si avvicina a lei l'ammazzo"
"Sei troppo protettivo"
"Shh"
"No, dico sul serio..."
"Shhh. Malfoy, sento qualcosa... viene da questa parte... vieni"
I due ragazzi si arrampicarono su un albero. Si sedettero. Il buio li nascose.
Sotto di loro, una chioma rossa e una chioma mora si fermarono a parlare.
"Si Rose!"
"Sicura?"
"Certo... sarebbe perfetto. È soltanto che lui non mi vuole!"
"Non è vero Alis. Mio cugino ha solo due fette di prosciutto al posto degli occhi... non è colpa tua"
"Però sono dtanca di aspettare... sono sei anni che gli vado dietro ma lui... niente... zero!"
"Albus è un idiota... andiamo..."
"Si..."
I due ragazzi scesero dall'albero non appena Rose e Alice furono lontane.
"A-Alice... mi ama"
"Buongiorno Albus! Te ne sei accorto finalmente!"
"Vuol dire che tu... tu lo sapevi?"
"Tutti lo sanno!"
"Oh per Merlino"
"Già..."
"E ora?"
"E ora se ti piace, vai lì e dille che la ami!"
"Non è così semplice"
"Certo che lo è! Io lo farei"
"Allora fallo!"
"Alice non ama me!"
"Ma Rose si!"
"Non è vero!"
"Come no?"
"È una sfida?"
"Certo. Ti dò due galeoni se vai e la baci... ora"
"Ci sto" detto questo Scorpius si avviò a passo spedito verso il punto dove le ragazze erano scomparse.
"Rose!"
Rose si girò. È sola, perfetto! Pensò il biondino.
"Dimmi Scorp"
"Volevo darti un cosa" si avvicinava sempre di più.
"Cioè?"
"Questo" poi senza attendere risposta la avvicinò a sé con una mano e la baciò. Fu un bacio corto, perché lei si staccò subito.
"Questo cosa vuol dire?" Disse allontanandosi sempre più.
"Che... che... vedi...io..."
"Tu non mi ami, vero?".
Scorpius non rispose. Lei fece una smorfia.
"TU MI CONSIDERI UNA RAGAZZA CHE TI VA DIETRO PER UNA SEMPLICE COTTA? BHE, TI SBAGLI. IO TI AMO, e per davvero" Aveva storto il naso. Stava per piangere.
"Già Scorpius, io ti amo da sei anni. Ma che te ne frega a te? Tu sei lì, con mille ragazze ai tuoi piedi mentre la tua migliore amica soffre... per te"
La sua voce era carica di amarezza. Scorpius fece un passo avanti, ma lei ne fece due indietro.
"Stammi lontano. Secondo me ho già sofferto troppo per te"
Poi si girò e se ne andò.
E Scorpius rimase lì a guardare Rose che se ne andava.
La sua migliore amica se ne andava.
Il suo amore se ne andava.

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora