CAPITOLO 9

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"Quindi ora siete amici?"
"Bhe, non prorpio amici. Diciamo che non siamo più nemici" spiegò convinta mentre tirò un altro sasso che rimbalzò tre volte sulla fragile e cristallina superficie dell'acqua prima di cadere dentro essa.
"Capito. Ma quando tornerete ad Hogwarts? Ovvero tra sei giorni, cosa farete? Un cambiamento così improvviso... gli altri..." mormorò invece lui guardandola seduto sotto un pino.
Lei sbuffò, fece una smorfia e si avvicinò a lui, per poi sedersi accanto.
"Gli altri... sempre e solo questo è il problema" Ragionò pensierosa mentre fissa il panorama davanti a lei. "Se gli altri non ci fossero potremmo essere noi, una volta per tutte. Eppure gli altri ci sono sempre a rovinare tutto... non ti rompe?"
"Si..." affermò distratto, mentre spostò lo sguardo da lei al lago.
"E a te? Con Rose hai parlato?" Chiese Marlene guardandolo.
"No... il problema è che questa avventura ha rovinato tutto... io e lei, potevamo essere ancora essere amici a questo punto... e invece no! E anche ad Hogwarts sarà uguale..."
"No Scorp. Lì sarà più difficile parlarle. Devi farlo ora, in questi sei giorni. Poi se no sarà tutto perso... e so che tu non vuoi questo, non è così?" Gli spiegò la Baston mentre gli sorrideva rassicurante.
"E so che ce la farai. Sei Scorpius! Scorpius Malfoy!" Sorrise ancora di più, ruscendo finalmente a strappare un sorriso anche al biondino.
"Va bene, ci andrò ora... meglio tardi che mai, no?" Si alzò mentre aspettava una risposta.
"Si ma... hai un piano?" Lo rimbeccò sorridendo.
"No..." borbottò cadendo in ginocchio nella neve fresca. Lei rise.
"Va bene, te lo do io.
1. Le parli quando è sola.
2. Non andare dritto al punto o ti mollerà un ceffone, ma non essere troppo lungo con i giri di parole.
3. Concludi il discorso con un ti amo preceduto da frasi dolci.
4. La baci"
"La bacio?"
"La baci. Devi farlo Scorp, è fondamentale!" Rimediò alle sue stesse parole Marlene, mentre l'amico annuiva.
"Io vado... e... Grazie Marlene..."
Lei sorrise ancora, mentre lo incita ad andare.
Il suo sorriso svanisce non appena si è allontanato abbastanza. Non sa dove possa trovarsi Rose, e quindi vaga a vuoto, senza sapere dove sta andando.
E appena scorge la figura della ragazza persa nella lettura, da sola, ringraziò chiunque gli passasse nella testa.
Si sedette sotto l'albero di fronte a quello dove era appoggiata lei, e la fisso. Aveva le guance e il naso arrossato, mentre il viso per metà era nascosto dalla sciarpa rossa e gialla.
Gli occhi ridotti a due fessure, le labbra leggermente socchiuse.
Sollevò lo sguardo, lo guardò per un po', poi tornò alla lettura. Scorpius non si mosse . Passò un bel po' e sapeva che Rose non stava leggendo, perché era sulla stessa pagina da quando era arrivato.
Dopo l'ennesima occhiata, scocciata parlò.
"Che vuoi?"
"Voglio parlarti" e rimasero altri secondi a fissarsi. Il blu degli occhi suoi nei verdi dei suoi.
"Vai al dunque, non ho tempo da perdere" affermò poi, chiudendo il libro.
"Vorrei dirti che mi dispia..."
"Scorp ho capito che ti dispiace, e dispiace anche a me, ma che ci possiamo fare? Mi hai usato e come ogni Grifondoro mi devo far valere. Ho il mio orgoglio da mantenere" lo bloccò subito lei, alzandosi in piedi. Lui la imitò e ora si trovavano a meno di un metro di distanza l'un dall'altro.
"Mi fai parlare?!" Sbraitò, zittendola allo stesso tempo.
"No Scorpius! Sono stanca! Mi dirai che ti dispiace, che non volevi, ma intanto lo hai fatto!" Rispose subito dopo essersi ripresa. Poi fece per andarsene. Ma sentì una presa calda afferrarla dal polso, che la fece rabbrividire. Si girò a fissarlo.
"Perché litighiamo?" Chiede lui in un sussurro.
"Perché mi hai usata!"
"Di questo ne sei convinta tu, io non ho risposto quella sera"
"Chi tace acconsente" ribadì lei, sempre sussurrando, irritata.
"Allora ti dico adesso che non ti ho usata. E che ti amo veramente, che per me non sei come quelle ragazze facili, perché..."
"Troppo tardi" mormorò lei infastidita, mentre tentava di sfuggirgli, invano.
"Fammi finire. Non sei come le altre ragazze facili perché tu di facile non hai niente, Rose. Sei complicata, hai una logica tutta tua, un qualcosa che ti rende così... Rose Weasley. Hai anche un modo tutto tuo di essere una Weasley, un modo complicato. E complicati sono anche i tuoi capelli. Li osservo spesso e ancora non ho capito la loro logica. Forse non ce l'anno ed è proprio per questo mi piacciono. I tuoi occhi assumono sfumature diverse. Se sei tranquilla assomigliano al mare, se sei arrabbiata al cielo in tempesta, se sei allegra sono color acqua cristallina. Sei unica nel tuo genere. Sei unica nel modo di vestirti. E sei così non perché siamo tutti diversi, ma perché tu lo sei. Nessuno fa l'isterico per un commento negativo, nessuno si arrabbia per una O in Pozioni. Nessuno, apparte te. E non ti stupire del fatto che ti conosca così bene. Ti ho osservato durante le lezioni, le gite ad Hogsmade, i viaggi sull'Hogwarts express, al Malfoy Manor a Capodanno e alla Tana a Natale. E sai perché l'ho fatto Rose? Perché ti amo. Ti amo da sempre. Da quando Albus disse e Rose, lui è Scorpius, il mio migliore amico e tu hai fatto una faccia strana e te ne sei andata. Non ti ho usata. L'ho fatto forse per una scommessa, ma non ci ho ripensato neanche un attimo. Fondamentalmente, perché ti amo" concluse il discorso con un sussurro, come se quel ti amo fosse diverso da tutto il resto. E guardò Rose, sapendo che se non fosse bastato l'avrebbe persa per sempre, ed era in bilico su un filo. Allentò la presa sul suo polso, mentre ancora la guardava, lei che aveva lo sguardo basso.
Lei fissava la neve a terra. Aveva gli occhi lucidi, e non sapeva se erano cielo, acqua cristallina o mare, come diceva il Malfoy. Lo amava anche lei, ma se mentiva? Lo conosceva anche lei, e sapeva che era molto bravo a recitare. E quando il suo braccio ricadde lungo il fianco, si sentì persa senza quel contatto. Ma non alzò lo sguardo, lo tenne ancora basso. Anche lei era su un filo, e stava a lei decidere da che parte buttarsi e da quale parte buttare Scorpius.
"Rose... se avessi mentito, se ti avessi calcolato come le altre, credi che saremmo amici? Credi davvero che ti abbia osservato per sei anni per poi usarla come scusa? Credi veramente questo?"
No che non lo credeva. Se lui l'aveva osservato, se dopo erano rimasti amici e lui aveva insistito c'era un motivo. Sollevò lo sguardo e fissò i suoi occhi, erano spenti, ma c'era speranza. La speranza di un Ti amo anch'io, di un si. Così si lasciò cadere da quel filo, buttandosi forse che dopo avevrebbe rimpianto.
Ma aveva alzato lo sguardo ormai, il suo sguardo umido.
"No, non lo credo" e mentre diceva quel no in realtà aveva detto si a tutto.
Si a Scorpius.
Si a ciò che poi poteva pentirsene.
Si a qualcosa di incerto.
Si a qualcuno che aspettava da tempo.
Si a Scorpius.
E vide sulle sue labbra un sorriso, non troppo piccolo, né troppo grande. Era perfetto. Perfetto per lei.
Se sarebbe durato, se era uno sbaglio, ora erano solo domande che non valevano più niente.
Ora che le sue labbra erano sulle sue.
Ora che entrambi erano felici.
E non importava se Rose era in dubbio, Scorpius non avrebbe mai più perso la sua fiducia.
E ora non importava se erano soli, in una foresta. Si stavano baciando, e solo quello contava.

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