"Bene... ci siamo tutti?" Chiese la McGrannit guardando i ragazzi uno ad uno.
"Professoressa veramente manca..." cominciò Brendan, ma venne zittito da un gesto della McGrannit.
"So tutto, signorino Nott. E non vi preoccupate, non può uscire dai confini di Hogwarts, quindi la ritroveremo subito. E ora, possiamo andare" esclamò sorridendo.
Ma solo da pochi il sorriso venne ricambiato.
C'è chi come Marlene e Rose che ci avevano provato, con il solo risultato di una smorfia.
C'è chi come James, Hugo o Lysander non ci aveva neanche provato.
O chi come Lily che aveva un sorriso amareggiato, stanco, triste.
Ma la McGrannit parve non accorgersene. Quindi annuì e si girò, pronta ad andarsene.
C'è chi si guardò indietro, guardando la foresta malinconico, oppure con disprezzo.
C'è invece chi non lo fece, arrabbiato, o triste.
"Guarda Rosie, siamo di nuovo ad Hogwarts!" Sussurrò Albus alla cugina quando entrarono nelle mura.
Già, erano ad Hogwarts. Di nuovo.
Le mura erano ancora lì, i quadri, i gradini, alcune crepe qua e là.
Ma degli studenti nemmeno l'ombra.
"Professoressa, e gli altri studenti?" Chiese Ellis ad un certo punto.
Lei sorride, comprensiva.
"Sono a lezione. Prima che torniate ed andiate a mangiare, dovete passare nel mio ufficio, devo puntualizzare alcune cose..." aggiunse camminando verso il gargoile in pietra.Erano di nuovo in quell'ufficio, che parecchi di loro ormai consideravano il luogo delle brutte notizie.
Tutti però, questa volta, si guardavano in meniera diversa. Chi in positivo, chi in negativo.
"Allora ragazzi, come forse sapete, ho detto a tutto il resto della scuola che voi siete partiti per un concorso di incantesimi. Nonostante ciò, vi dico già che avete ognuno ottenuto 50 punti a testa e che, i vostri compagni di casa, hanno deciso di dare una festa, ognuno una propria festa nelle proprie sale comuni. Bene, avete altro da aggiungere?"
'Una festa? Ma che era matta?' Si ritrovò a pensare Rose. Tutto tranne una festa!
Ma non lo disse ad alta voce, si limitò a guardare la mano alzata di Ellis.
"Mi scusi professoressa, ma quando riorenderemo le lezioni? E quando saranno le feste, all'incirca?"
"Stasera, signorina. E le lezioni le potrete riprendere dopodomani, tranquillamente. E se con questo non avete altro da aggiungere, la vostra avventura finisce qui. Congratulazioni ragazzi!" Si comolimentò la McGrannit, mentre i quadri applaudivano.
Rose avrebbe pure riso, se solo la voglia di ridere non se ne fosse andata un mese fa.
Si ritrovò fuori, in quel corridoio, e si chiese cosa stava facendo prima che venisse interotta dal patronus della professoressa.
Ma certo, andava in sala comune!
Avrebbe ripreso da lì.
Così corse via senza dare spiegazioni, e intanto si sentiva a casa, tra le mura in pietra.
Disse velocemente la parola d'ordine ed entrò nella sala, sorridendo. Ma essa era vuota, ed era... normale.
Ma lei, cosa si apettava? Si aspettava veramente che qualcosa fosse cambiato? Era lei che era cambiata, era lei che si era rovinata, non gli altri.
Chiuse gli occhi, sospirando sonoramente, poi salì le scale che la portavano nella stanza.
Non sapeva neanche se sarebbe andata, poi, alla festa.Marlene non aveva parlato per niente con James. Erano usciti dall'ufficio? Bene, non si erano neanche guardati.
O magari lui l'aveva fatto...
Marlene! Non farti stani film mentali, che poi ti illudi da sola. È una festa, hai sempre amato le feste, goditi anche questa.
Così, ripetendosi quelle parole, scese le scale, fino alla Sala Comune. I divani erano addossati ai muri, come i tavoli, e su du essi c'erano varie cose da mangiare, ma soprattutto da bere. C'era una musica di sottofondo, ma nessuno sembrava ancora voler ballare. Mentre attraversava la sala in molti le davano pacche affettuose, strette di mano, dicendo un "Congratulazioni", "bravissima", "complimenti".
Alcuni studenti erano seduti sui divanetti, altri parlavano accanto ai tavoli. Solo allora Marlene notò che su un tavolo c'era lui, in piedi, che parlava ai ragazzi sotto di lui.
Al suo cuore mancò un battito. O due. O tre.
Lo osservava ammirata, mentre gesticolava e parlava. Poi la guardò, e disse alcune parole. Sembravano indirizzate a lei.
"Guardate chi c'è, la Baston"
La Baston.
Non Marlene.
Non Len.
La Baston.
Lo fissava immobile, mentre i ragazzi ai sui piedi si giravano verso di lei e ridevano. Ma lei guardava solo i suoi occhi, e ancora non sapeva come rispondere.
"Spero che questo ti abbia rovinato la giornata, Ja... Potter"
"Ci sei riuscita alla grande" e sul suo volto si dipinse il solito ghigno.
"Non posso esserne più felice..." non era affatto convinta di ciò che stava dicendo.
"Questo lo so. E fidati, davvero, non poteva accadermi cosa peggiore" a quel punto Len lo guardò con così tanto odio negli occhi che sembrava esplodere.
"Ti odio, Potter" lo sputò il suo cognome. Si girò, fiera di essere riuscita a tacere tutti quelli che prima ridevano, ma soprattutto perché era riuscita a zittire James... o meglio, Potter. Ma sentiva gli occhi pizzicare. Eccome se li sentiva. Si fermò ad un tavolo, e fissava il muro dietro di esso, cercando di non piangere.
Intanto vide con la coda dell'occhio James che le si avvicinava. La voleva vinta? Non lo avrebbe avuta, non stavolta.
"Che cavolo vuoi?" Disse prendendo un bicchiere e riempirlo della prina cosa che le capitò sotto mano.
"Chiederti scusa..." rispose lui imitandola.
"Non dovresti. Prima non lo facevi"
Lui rimase in silenzio, continuando a riempire il bicchiere.
"Stavolta è diverso..." il suo tono era deciso e indieciso allo stesso tempo, quello di Marlene era solo il primo.
"Non dovrebbe"
"Len per favore..." posò il bicchiere.
"Per favore cosa? E poi sono la Baston per te"
"Smettila di fare così" piagnucolò lui.
"Così come?" Urlo infine lei, girandosi verso di lui. Tutti gli osservavano ormai, ma non le interessava particolarmente.
"Ascolta Marlene, io non volevo dire in realtà quelle cose!" Spiegò lui, frettoloso.
"Ah no? Quindi non volevi dirmi che mi volevi bene? Che mi osservavi mentre leggevo? Che volevi essere mio amico?!" Gridò fuoriosa, e stringeva il bicchiere fino a farsi sbiancare le nocche. Tutti si stupirono, e si azzittirono subito, passando lo sguardo tra i due.
"No Marlene, io non volevo dire che una volta qui sarebbe tornato tutto come prima. Io... io ti voglio bene, Len" la sala ora guardava James a bocca aperta.
Ma 'Len' no. La ragazza lo guardava triste. Sapeva che si era illusa, la sua vocina, nonostante sia masochista, aveva ragione. E lei no. E ora faceva male, davvero.
"James io..." mormorò mentre una lacrima le scendeva dagli occhi.
"Tu?" La incita in un sussurro lui, che però tutta la sala ha sentito dato il silenzio. Perfino la musica non suonava più.
"Non ce la faccio più" abbassò lo sguardo, e per un attimo le balenò per la testa di scappare, perché adesso stava letteralmente piangendo in silenzio.
Lui fece un passo avanti, e lei istintivamente uno indietro.
"A fare cosa?" Mormorò allora lui.
"Stammi lontano James. Mi fai solo male..."
"Male?"
"Si James Merlino! Lo so, è una stupidata, ma io ti amo. Ho accettato di esserti amica solo perché così non litigavo, perché così mi potevo illudere che anche tu mi amassi. Ma ho avuto la conferma che mi vuoi solo bene. Non è colpa tua, è colpa mia, scusami, ma ti amo" aveva detto velocemente, gesticolando, piangendo, fregandosene degli altri che la stavano guardando immobili, come pietrificati.
"Len...."
"Mi dispiace..." disse lei asciugandosi una lacrima con il dorso della mano.
"Ma cavolo Marlene, ho mentito, io ti amo santo Salazar"
Non era riuscita a collegare le sue parole. Ci riuscì poco dopo, ma adesso due braccia forti la stringevano, delle labbra erano sulle sue.
Riaprì gli occhi, e si accorse che era James quello che la stava baciando, amche se davanti a tutti, era James quello che le aveva appena detto ti amo anch'io, era James.
Non sapeva esattamente cosa stava provando in quel momento. E sinceramente nessuno l'aveva mai fatta sentire così confusa e felice allo stesso tempo. Solo lui ne era capace. Solo lui. James Sirius Potter. Quello che per tutto il tempo ad Hogwarts aveva sempre odiato, e ora invece si ritrovava a baciare. Era strano. Ma Merlino, era la cosa migliore che le fosse mai capitata.

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INDELEBILE
DiversosCosa succederebbe se la McGrannit mandasse quattordici ragazzi nella foresta proibita per un mese, dove devono collaborare per sopravvivere? E se tra quei ragazzi ci fosse il famoso James Potter, nemico giurato di Marlene Baston, coinvolta anche lei...