CAPITOLO 4

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Era un pomeriggio abbastanza soleggiato, ma le nuvole si muovevano velocemente, segno che erano alimentate da un forte vento. Lysander passeggiava stanquillamente tra i maestosi alberi. Ripensava alla sera prima. Lily e le sue morbide mani che gli scompigliavano i capelli. Lily e le sue risate. Lily e i suoi occhi nocciola. Lily e i suoi lunghi capelli rossi. Lily e i suoi sussurri. Lily e il suo sorriso. Solo Lily, finalmente sua, Lily. Mentre contemplava Lily in tutto il suo spendore, venne interroto da un urlo che sembrava portare il suo nome.
"Lysander!"
Lysander sobbalzò e si girò verso l'origine della voce. Evidentemente, era la voce di Albus.
Albus lo raggiunse velocemente, lo prese per il colletto e lo spinse contro un albero.
"Albus ma che..."
"Zitto Scamander!" Urlò lui puntandogli la bacchetta contro.
"Tu! Hai osato toccare Lily..." Urlò lui.
"Ehi Potter, che problemi ci sono?" Il gemello del ragazzo 'preso in ostaggio' comparì dietro al brunetto.
"Che problemi ci sono? Questo qui ha baciato mia sorella!" Sbraitò il ragazzo.
Lysander diventò rosso come il fuoco e abbassò lo sguardo.
"E con questo?" Urlò Potter "Non può!"
"Il motivo? Se sono sbagliati che male c'è? Pensa a tuo cugino!"
Albus lo guardò incuriosito. Lasciò andare Lysander che guardava il gemello con la stessa espressione di Al.
"Quale cugino...?" Sussurrò rendendo gli occhia fessura.
"Ops... non dovevo dirlo..." Lorcan era spaventato ed impallidì.
"Ma hai cominciato il discorso. Finiscilo" Ringhiò.
"Ok... Tuo cugino Hugo sta con Beatrise Finnigan!" Disse tutto d'un fiato. Albus corse via senza aggiungere altro. Era spaventato a quella notizia. Hugo? Suo cugino? Il timido e pacato Hugo? Con la Finnigan? La spontanea e odiosa Finnigan? Come l'avrebbe detto agli altri? Doveva girare in torno o arrivare e dire 'hei, lo sapete che Hugo sta con la Finnigan?!?

Albus Severus Potter lo sapeva che quella sarebbe stata una pessima giornata. L'aveva capito già da quando Lorcan gli aveva dato quella spiacevole notizia. Poi, come previsto, Lily si era arrabbiata con lui perché era venuta a sapere che aveva minacciato Lysander. E come se non bastasse Rose aveva litigato con il fratello, tornando in lascrime. Ora era lì che la consolava. Lei aveva poggiato la testa sul petto e lui l'aveva accolta in una dei suoi più calorosi abbracci. C'erano anche James e, per sua sfortuna, Alice a consolarla.
"Vedrai che si sistemerá tutto" cercò di calmarla James.
Lo stava ripetendo da una mezz'oretta abbondante e Albus si era stufato di sentire 'andrà tutto bene', 'gli passerà' o 'si sistemerá tutto'. Ma Rose aveva bisogno di lui in quel momento e lui l'avrebbe aiutata.
Finalmente Rose alzò la testa e si asciugò gli occhi gonfi e rossi.
"Grazie" mormorò guardando i ragazzi che le stavano attorno. Si alzò e se ne andò, seguita da James, il quale voleva parlargli.
Quindi, un'altro fattore che lo portò a concludere che quella giornata non poteva andare peggio, fu quando il suo sguardo sfidò quello di Alice.
"Basta Alice! Basta, non ce la faccio più!" Urlò esasperato. Alice lo fissò curioso, colpita da quelle parole. Non aveva ancora afferrato il concetto. Provò a ragionarci su ma non riusciva a capire.
"A cosa ti riferisci?" Chiese, arrendendosi, nascondendo però la curiositàe mantenendo uno sguardo d'intesa.
"A noi. Non ce la faccio più a evitarti da quando ho scoperto che ti amo!" Gridò lui. Sembrava sul punto di piangere.
"Quindi? Cosa dovrei fare?" Disse incrociando le braccia.
"Torniamo quelli di prima. Quelli di una volta. Quelli che si conoscevano come l'amica di mia cugina e il cugino della mia migliore amica. Torniamo a non odiarci, a non evitarci. Torniamo a quelli che anche se non erano amici si salutavano. Torniamo a quelli di prima. Per favore"
Alice lo guardava mentre lui abbassava li sguardo e sospirava.
"So che a me ci hai rinunciato, ormai. Ma io no, perché io ti amo veramente. E non ti lascerò andare così via velocemente, fidati. E anche se non staremo mai insieme, se non diventeremo quella coppia che tu desideravi tanto, possiamo tornare amici?" Chiese scandendo le ultime parole.
Alice aveva gli occhi ridotti a fessura. Aveva paura di dire si, di soffrire ancora.
"Ho paura" ammise esasperata sciogliendo le braccia e facendole cadere pesantemente lungo il corpo.
"Ho paura di soffrire ancora, un'altra volta. Se me lo dimostri potrei anche accettare"
"Non sono mai stato bravo a dimostrare le cose" ammise il ragazzo alzando lo sguardo. Non sarebbe mai riuscito a dimostrargli ciò che provava per lei. Perché non era qualcosa di facile. Doveva già rimediare al danno già fatto, per poi andare avanti con il dimostrarle che l'amava.
"Bene. Allora basta. Non lo chiedere più, sprechi solo fiato" disse Alice donandogli un ultimo sguardo prima di allontanarsi. E quello era l'ultimo sguardo sul serio. L'ultimo per sempre. Anche se Albus giurò di aver visto una lacrima rigarle il volto.

"E alla fine gli ho detto che poteva continuare a fare ciò che voleva, ma non avrebbe avuto il mio appoggio" concluse Rose asciugandosi un'ultima lacrima solitaria.
"Rosie... devi dargli tempo. Deve ragionare, l'ha fatto incosapevolmente" la tranquillizzò James.
"Che mi dovevi dire?" Chiese la ragazza cercando di cambiare discorso. Il moretto invece non voleva cambiarlo, per niente.
"Io... bhe... volevo solo sapere... come faccio con la Baston?" Chiese arrossendo.
Rose si stupì di quel gesto. Era proprio James, suo cugino, quello che stava arrossendo? Era lui quello che si stava innamorando? Proprio James?
"Bhe... prima cosa, metti fine a questa guerra" rispose poi con il tono da saputella.
"Come?"
"Parlandogli, no?" Lo riproverò Rose.
"Ah..."
Possibile che James diventava così tonto quando si parlava di Marlene?
"Punto due... le dichiari i suoi sentimenti" concluse.
James la ringraziò e prima di andarsene le scoccò un bacio sulla guancia a mo' di saluto.

Beatrise cercava disperatamente il suo ragazzo. Quella giornata non era andata particolarmente bene. Era stata aggredita da Brendan e Melanie perché erano venuti a sapere del suo segreto. Adesso non aveva neanche più un segreto! Il suo segreto. Il mondo ce l'aveva con lei? Lo trovò mentre passeggiava sulla riva del fiume. I capelli rossi erano sempre ordinati e rispecchiavano la luce flebile del sole. Camminava lentamente a un ritmo costante con le mani nelle tasche dei jeans. Beatrise si fermò. Sarebbe dovuta essere arrabbiata, triste, depressa o felice?
Optò per un'altra scelta: far finta di niente.
Così si avvicinò lentamente al ragazzo e si schiarì la gola, come a farsi notare.
"Ciao Bea!" Esclamò Hugo voltandosi e lasciandole un bacio sulla fronte.
"Ciao Hug... senti... io ho litigato con Mel e Bren. Hanno saputo tutto. Io non so il perché, non me l'hanno detto..." disse come una macchinetta. Aveva rinunciato a far finta di niente, non sapeva mentirgli.
"Lo so. L'ha saputo per primo Albus. Glielo ha detto Lorcan. Anche io ho litigato con Rose"
"Oh... mi dispiace... so che non avevate mai litigato"
"Fa niente. Dimmi... posso salutarti come si deve?" Ghignò Hugo.
"Se proprio devi..." rispose al ghigno la moretta.
Così si salutarono con i soliti baci.
"Sembra che il mondo ce l'abbia con me" soffiò sulle labbra di lui la Finnigan. Hugo sorrise e poi incominciò a canticchiare.
"Stai tranquilla, non è niente,"
"È solo vita che entra dentro..." continuò Beatrise.
"Il fuoco che ti brucia il sangue, quella è l'anima...."
"Può anche non piacerti il mondo..."
"O forse a lui non piaci te..."
"Te la ricordi ancora?" Lo interruppe Beatrise.
"Come dimenticare"
"Hug... che dobbiamo fare?"
"Beatrise... io ti amo... ma forse... dovremmo lasciarci... per il bene delle nostre famiglie..."
Beatrise guardava Hugo con le lacrime agli occhi.
"Ma... io ti amo Hugo..." Sussurrò tra i singhiozzi.
"Anche io ma..." cercò di calmarla lui ma Beatrise lo allontanò di almeno un metro e si separò da quell'abbraccio lasciando un immenso senso di vuoto.
"Mi avevi promesso che non mi avresti abbandonato!" Urlò.
"Ma io..."
"No! Tu me l'hai giurato!
"Si ma io..."
"No basta Hugo. È finita" disse piangendo definitivamente. Quei pianti, quei singhiozzi ferirono Hugo nel profondo del cuore. Perché lei era lì a piangere, e lui non poteva abbracciarla e consolarla, perché lei piangeva per lui. Così rise, amaramente.
"Così mi lasci così, mentre siamo arrabbiati. A che scopo?"
"Perché così sarò arrabbiata con te e non mi verrà la voglia di tornare da te!"
"Va bene. Così è finita?" Temeva la risposta che presto sarebbe uscita da quelle labbra che aveva così tanto baciato, accarezzato, giocato. Avrebbe voluto assaggiarle solo un'altra volta. Ma non poteva perché gli avrebbe fatto male. E avrebbe voluto baciarle ancora. E mentre pensava Beatrise gli aveva già risposto e lui, da codardo, era corso via, via da lei. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Lontano da Beatrise. Ma da adesso sarebbe stata solo la Finnigan. Non più la sua Beatrise. Mai più sua.
"Mai più" Gridò prima di inginocchiarsi a piangere.

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