Le parole della McGrannit riencheggerano nella stanza. Nessuno fiatò per un pó di minuti. Qualcuno aprì la bocca, poi la richiuse.
"Emh... prof, io... come funziona questa... specie di punizione?" Azzardò Lorcan.
"Vi daremo una valigia ciascuno. Ciò che riuscite a mettrere dentro, vi seguirà nella foresta. Se vincerete, ognuno di voi riceverà 50 punti. Se non riuscirete ad andare d'accordo, resterete un'altro mese."
"Ma prof noi..."
"No Lorcan, farete come dico io. Tra tre giorni, 15 ottobre, nel mio ufficio alle 17:00!"
Poi, con un gesto della mano, li invitò a uscire. I ragazzi ubbidirono, sconsolati.
"Io vado..." disse Rose con voce flebile.
"Vengo anch'io, Rose!" Si affrettò a dire Alice.
"Ok..."I giorni che seguirono non furono dei migliori. Nessuno si guardava in faccia, neanche Rose e Alice, o Scorpius e Albus, o ancora Hugo e Lily. Tristi, molto tristi, quei tre giorni. Ma arrivò finalmente il 15 ottobre. Erano le 17 ed erano tutti difronte l'ufficio della McGrannit. Sembrava come la prima volta che erano stati chiamati in tanti dalla preside.
"Seguitemi!" Disse la McGrannit sbucando da un angolo.
Percorsero lunghi corridoi, fin troppo conosciuti.
Si mandavano sguardi fugaci, occhiatine veloci, niente più. Ognuno trascinava una valigia di un colore diverso, dove vestiti, cibo e scarpe erano stati infilati a forza
Arrivarono difronte alla foresta proibita.
Alcuni esitarono. Poi la McGrannit parlò.
"ok... manderò dei gufi ogni settimana per il cibo. Mi raccomando, se avete problemi, un patronus può bastare" disse con un sorrisetto. Poi scomparve, dietro a un albero.
Perfetto. Erano soli. Cibo e acqua scarsi, con i loro nemici... cosa c'era di peggio?
"Bene... allora... cerchiamo un posto dove stanziarci e passare la notte?" Chiese James.
La Baston stava per controbattere, poi un ululato si sollevò dal cuore della foresta.
I ragazzi si guardarono, poi, come capendosi al volo urlarono e corsero via, lasciando bagagli lì, sperduti chissà dove.
Stavano correndo da 5 minuti, quando James rallentantò e si fermò definitivamente. Poi si lasciò cadare sulle radici di un albero abbastanza grande.
"Basta. L'abbiamo seminato"
"Ritorniamo a prendere le valigie"
"No Baston, è troppo rischioso... e poi il sole sta quasi per tramontare... dobbiamo trovare un posto dormire"
"Potter, io ritorno a prendere le valigie, tu puoi restare qui a morire di fame!"
"Baston, non puoi andare da sola!"
James si era alzato e aveva stretto i pugni.
"Che c'è Potter ti preoccupi per me?"
Di nuovo faccia a faccia.
"Non di te, Baston!"
Marlene sentiva il respiro di James sul suo viso. Perché quelle parole le avevano fatto male, proprio dentro al petto?
"Meglio, Potter" si affrettò a dire.
"Quindi?" Chiese Albus.
Marlene si allontanò e distolse lo sguardo da James, per posarlo sul fratello. James la imitò.
"Troviamo un rifugio!"
"Prendiamo le valigie!"
Risposero all'unisono.
"Siete insopportabili!" Melanie aveva fatto un passo avanti. "7 con la Baston e 7 con Potter. Tra due ore qua."
Ci vollero dieci minuti per decidere con chi andare, e alla fine, i gruppi uscirono così.
Con Marlene sarebbero andati Lily, Hugo, Ellis, Lysander, Melanie e Beatrise.
Con James, invece, Albus, Scorpius, Rose, Alice, Lorcan e Brendan.Erano le 8 di sera, il sole era tramontato e di Marlene, Lily, Hugo, Ellis, Lysander, Melanie e Beatrise neanche l'ombra, mentre gli altri
aspettavano nel luogo stabilito alquanto preoccupati. James era il più nervoso di tutti. Essendo il più grande, si sentiva in colpa per essersi divisi.
Anche se la Baston aveva avuto questa brillante idea, lui doveva imporsi e dire di no. Ma non l'aveva fatto. Non lo sapeva il perché.
Si sentì un rumore alle loro spalle. Si girarono tutti di scatto. Erano lì, con le valigie, che li guardavano sfiniti. Erano tornati, sani e salvi. Certo, qualche graffio qua e là, e il fiatone, ma comunque apparentemente sani e salvi. James e Albus corsero da Lily, che ricambiò il loro abbraccio. Rose fece lo stesso con Hugo, anche se più di un abbraccio sembrava uno stritolamento. Alice prese in braccio la sorella, come fossero mamma e figlia. Mentre Brendan, Beatrise e Melanie si avvicinavano e Lorcan e Lysander parlavano, Scorpius notò Marlene che si stava allontanando sempre di più. Sussurrò un 'torno subito' ad Albus per poi avvicinarsi silenziosamente alla ragazza. Camminò per un pó. Gli altri erano nascosti dagli alberi che si alzavano maestosi.
"Marlene, vai piano!" La chiamò dopo un pó Scorpius.
Lei si girò. Solo allora il ragazzo notò che stava piangendo. A quella visione fu colpito. Non l'avevamai vista piangere. Lei era sempre stata la Marlene forte, la Marlene dura. Ma forse era tutta una falsa, una maschera, un vestito. Cosa c'era dietro allora?
"Che c'è?" Chiese poi la ragazza.
"I-io... volevo solo... aiutarti... tutto qui"
"Non ho bisogno di te, né di Nessun'altro"
"Non è vero... te lo si legge negli occhi"
"Co... come... fai?"
"Non sono gli occhi che hai di solito. Sono sempre nocciola acceso... ora sono spenti..."
Marlene si passò una mano sugli occhi, ascigandosi una lacrima. Poi sospirò, prima di sedersi appoggiata a un albero, nascondendo la testa fra i capelli e le ginocchia.
Scorpius si sedette vicino a lei. Nonostante fosse un anno più piccolo, era leggermente più alto di lei.
"Comunque non è vero" disse dopo un pó la moretta. "I miei occhi si sono spenti da un bel pó". Poi, vedendo che il ragazzo non rispondeva, continuò. "È solo che... quegli occhi nocciola accesi non esistono più... sono sempre stati così... spenti"
"Allora perché non li riaccendi?"
"È difficile... quegli occhi che vedi sempre sono quelli della finta Marlene, perché la vera Marlene è debole, piange ogni volta che nessuno la vede..."
Ecco cosa si celava dietro l'aspetto.
"Così... tu fingi di essere dura e scontrosa... ma... perché?"
"Perché non ho altra scelta... ho paura di non essere accettata... tutto qui... stupido, vero?"
"No..."
"No?"
"No." Questa volta Scorpius era più deciso. "Non sei l'unica"
"Conosci altre persone che si nascondono come me?"
"No... sono io quella persona" Scorpius guardò Marlene in faccia per la prima volta in quella di conversazione.
"Quindi... tu non sei il ragazzo precisino, gentile e timido?"
"Tecnicamente si. Sono così solo per volere dei miei genitori. Io avrei voluto mille volte voler nascere in una famiglia normale, essere spavaldo... tutto qui... Stupido, vero?"
Marlene sorrise, ma quel sorriso fu traduto da una lacrima. Scorpius si avvicinò e gliela asciugò, poi si alzò e le tese la mano.
"Facciamo così. Ogni volta che ci sentiamo soli, chiediamo l'aiuto dell'altro"
"Ci sto!" Disse la ragazza afferrando la mano e alzandosi.
"Però... almeno quando sto con te... posso essere Marlene, la vera Marlene?"
"A tua disposizione"
Marlene rise. Una risata vera, piena di felicità. E questa volte non c'erano lacrime a tradirla. E Scorpius si unì a lei, ringraziando la McGrannit per questa brillante idea.
"Andiamo direttamente alla casa?"
"Che casa?"
"Oh... tu non lo sai. Stavamo cercano qualcosa tipo una grotta... non lo so. Fatto sta che abbiamo trovato una bellissima casa sull'albero. Cioè, su tre alberi"
"Magnifico... andiamo?"
"Mi piace questo lato gentile di te!""Ma dove sono?"
"James, calmati... saranno qui da un momento all'altro" cercò di rassicurarlo Rose.
"Facciamo così. Albus, accompagna gli altri alla casa... io rimango ad aspettarli."
"Ma James, non sarà pericoloso?"
"So quello che faccio!" Rispose arrogante lui.
"Ok... dai, andiamo"
Scomparirono tra gli alberi. Rose si girò a guardarlo, ma lui la ignorò.
Si pentì subito di averli mandati via... ma in fondo non era lui che voleva stare da solo? E poi perché non era andato con loro? In fondo Scorpius era affidabile come la Baston, quindi non c'era nulla da preoccuparsi. Allora perché? Non ci capiva più niente. Si stese a terra, fissò il cielo nascosto dalle foglie. Perché si preoccupava per Marlene? E da quando la chiamava Marlene? Loro erano nemici, era il loro destino. Una volta qualcuno disse che il destino è stato scritto a matita, perché chiunque trovasse la gomma, potesse cancellarlo e potrebbe riscriverlo. Ma perché lui voleva la gomma? Perché lei? C'erano tante ragazze che cadevano ai suoi piedi, e allora perché lei, perché la sua nemica? Perché ti piace. Perché ti è sempre piaciuta. Perché sei diventato suo nemico solo per parlarci. E ora che sei stanco di non poter far altro, avresti preferito essere qualcun'altro di banale, nasconderti tra la folla, essere un'altro inutile uomo. E hai paura di ammetterlo per paura di rimanerci male, ma ti fai comunque male.
"James, James... James, per Salazar! Che ci fai lì a terra?"
"Oh... Rose... che ci fai qui?" Chiese il cugino mettendosi seduto.
"Ti volevo avvisare che Marlene e Scorpius sono già lì"
"Ok... andiamo?" Disse poi mettendosi in piedi.
La strada sembrava infinita. Soprattutto perché nessuno dei due parlava. Fu Rose a rompere il silenzio.
"Quando glielo dirai?"
"Cosa a chi?" Disse James fermandosi e quardandola in faccia.
"Che la ami. A Marlene, intendo"
"Io non devo dirle niente, tanto meno che la amo. Come ti salta in mente?"
Ripresero a camminare.
"Si vede James"
"Che cosa?"
"Certo, nessuno l'ha notato. Solo io. Ti conosco troppo bene."
"Ah..."
"Quindi è vero?"
"Bhe... si... ma..."
"James, non ti preoccupare, non lo dico a nessuno"
"Grazie Rose" Disse poi abbracciandola.
Finalmente erano tutti e 14 alla casa.
Una casa sontuaosa, tutta in legno, leggermente malridotta. Era a base triangolare, collegata fra tre alberi. C'erano solo due camere e un piccolo ingresso.
C'era un falò acceso. C'erano 14 ragazzi. E ci saranno amori, amicizie, pazzie... Ci sarebbero state tutte in soli 30 giorni?
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INDELEBILE
RandomCosa succederebbe se la McGrannit mandasse quattordici ragazzi nella foresta proibita per un mese, dove devono collaborare per sopravvivere? E se tra quei ragazzi ci fosse il famoso James Potter, nemico giurato di Marlene Baston, coinvolta anche lei...