CAPITOLO 6

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"Ha detto che le cose che dobbiamo trovare devono bastare per una settimana.
Lily e Hugo devono cercare l'acqua.
Albus e Beatrise devono trovare i frutti.
Io e James dobbiamo procurare il pesce.
Ellis e Lorcan devono trovare la legna per il falò.
Lysander e Melanie devono... costruire un riparo perché domani alle otto la casa sull'albero... scomparirà? Vabbè.
Scorpius e Marlene... dovete cacciare qualche animale. Non devono essere eccessivamente grandi.
Brendan e Alice... dovrete cercare cose come... utensili... o cose del genere" spiegò Rose dopo aver letto la lettera della McGrannit.
"Cacciare? Con la magia?" Chiese Scorpius.
"Tu cosa dici?" Rispose sarcastica quanto scocciata Rose.
"Ok...allora? Partiamo?" Propose Melanie.
"Si... qui per pranzo..." affermò Rose.
"Perché invece non tiriamo fino a cena? Prima che fa buio alla nuova casa... ok?" Propose Albus.
Acconsentirono tutti. Quindi c'è chi andò giù al fiume, chi nel cuore della foresta e chi verso il confine.

Silenzio. A Brendan non era mai sembrato così difficile parlare con una persona. Forse, se questa persona era la nemica della sua migliore amica... questo complicava leggermente le cose. Ma in realtà lui non aveva mai visto Alice né come amica, né come amica, né come carina, né come brutta. Non l'aveva mai vista, ecco.
"Allora... Alice, vero?" Tentò di cominciare.
"Oh... si... tu Brendan, giusto?"
"Certo, sempre Brendan..."
Il silenzio calò di nuovo pesantemente su di loro, che probabilmente non sapevano dove andare, e giravano a vuoto.
"Brendan... che cerchiamo per prima?"
Il silenzio era scomparso, ma quella frase era comunque pesante da sopportare.
Il ragazzo parve pensarci, poi parlò proponendo di trovare quelle che sarebbero state le posate.
Lei acconsentì e cominciarono a cercare dei bastoncini ideali.
"Io ne ho trovati un bel pó... che si fa ora?" Chiese Alice mostrando due mucchietti di legnetti.
"Allora... ci vuole un coltello... una forchetta e un cucchiaio... siamo 14... facciamone uno di scorta... 15 per 3?" Ragionò lui per poi chiedere aiuto alla moretta.
"...45... non sei bravo in matematica, ah?" Rise lei.
"Già... così tanti?"
"Sei anche uno scanzafatiche!" Disse lasciandogli un finto colpo sul braccio. Quel gesto così intimo... che però non fece imbarazzare nessuno dei due.
"Allora sediamoci e comincia ed affilare questi cosi..." affermò Bren sedendosi, dove presto la ragazza si sedette vicino. Passarono l'intera giornata a ridere, istaurando un rapporto che non si immaginavano. Certo, Alice non era Melanie o Beatrise, e Brendan non poteva raggiungere Albus, ma bastava. Se qualcuno li avrebbe svelato il futuro il giorno prima gli avrebbero riso in faccia.
"Ok... abbiamo tutto... bicchieri, posate, piatti.... abbiamo un paio d'ore libere, che facciamo?" Chiese Alice quando ebbe finito di scavare un bicchiere.
"Mh... decoriamo tutto?"
"E come?"
"Così" spiegò il Nott prendendo un pó di terra umida e incominciandola a spargere sul bicchiere, creando ghirigori.
"Sai Bren, posso dirti una cosa?" Chiese la Longobotton prendendo un pó di terra. Il ragazzo si girò e la guardò invitandola a parlare.
"Sei simpatico... ma mai quanto me!" E quella terra umida che Alice aveva preso nella mano andò a finire sulla faccia del ragazzo che cominciò a rincorrere l'autrice dello scherzo, mentre grida e risate davano vita a un'amicizia che probabilmente avrebbe messo a tacere guerre secolari...

"Hug?"
Niente.
"Hug?"
Ancora niente
"Hug, Merlino! Rispondi!"
Zero.
A quel punto Lily si spazientì, e si mise a braccia incrociate davanti a lui, costringendolo a fermarsi.
"Hug!"
"Si Lils, sono io, Hugo Remus Weasley, presente. Posso continuare a camminare? Dobbiamo raccogliere l'acqua, sai... la McGrannit... la lettera..." spiegò mentre cercava di andare avanti, inutilmente.
"Hug. Ora tu mi dici cosa cavolo succede o tu da qui non ti muovi" affermò convinta la rossa.
"Lils non fare la stupida!"
"Tu fai lo stupido! Che ti salta in mente? Baciare Ellis.... davanti a tutti... perlopiù solo per far ingelosire Beatrise... ma che hai al posto del cervello?"
"Lils io... mi trovavo in una situazione difficile... molto difficile... non puoi capire..." sconsolato, il rosso superò senza fatica la cugina, che non aveva opposto minima resistenza, e si stese per terra, a guardare il cielo.
Poi si rese conto di una cosa. Che quello era il posto dove il secondo giorno di questa sventura era stato con Beatrise. Si girò di lato, come a voler trovare Beatrise, vederla sorridere, essersi addormentato e aver fatto un incubo. Scappare da Lorcan così che non potesse vederli e nel futuro stare insieme. Ma quel futuro era così dannatamente presente... e Beatrise non c'era, e non ci sarebbe più stata. Doveva farci l'abitudine, dimenticarla. Ma anche questo era così dannatamente difficile come impossibile...
Chiuse gli occhi. Sperò che quando gli avrebbe riaperti avrebbe rivisto quella matassa di capelli castani e quei meravigliosi occhi. Ma c'era solo un paio di occhi nocciola e tanti e ordinati capelli rossi. Un giorno adorava vederli, perché era la cosa più grande che aveva. Poi aveva conosciuto Beatrise. E ora aveva capito che ogni ragionamento portava a lei, e che non sarebbe mai riuscito a dimenticarla.
"Provaci. Aiutami a capire" Sussurrò la Potter.
"Immaginati... che i tuoi genitori e quelli di Lysander fossero nemici..."
Faccia e capelli di Lily si fusero in un unico colore.
"Che... centra ora Lysander?"
"Lils, anche se in questo periodo siamo... molto... distaccati... vorrei farti notare che ti conosco troppo bene per farmi sfuggire anche un solo dettaglio. Come dicevo. Ora, tu e Lys state insieme da un anno e James, Rose e Albus lo vengono a sapere. Litigate e vi lasciate. Come ti senti? Come ti senti dopo aver passato un anno a rincorrere la persona che ami e altrettanto tempo ad averla accanto nonostante i tuoi genitori? Non ti sentiresti vuota? E illusa sperando di dimenticarlo? Non... sentiresti qualcosa che ti manca?" Il tono di voce che man mano diventava alto si spense nell'ultima frase.
"Si Hug... mi sentirei così"
Hugo singhiozzò.
"Hug no ti prego... non piangere..." Lily era traumatizzata. Non l'aveva mai visto piangere. Era sempre stato lui quello che l'aveva consolata. Quando a cinque anni James le faceva i dispetti, quando a sette anni, a Natale, la mamma l'aveva rimproverata. A undici anni, quando prese la prima D. O ancora l'anno dopo, quando Greg la lasciò... ma ora? Toccava a lei consolarlo. Ma come? Decise che doveva fare come lui aveva fatto a lei. Così, mentre i singhiozzi aumentarono, Lily si poggiò su un fianco e tirò a se il cugino, nascondendolo sotto il suo collo. Lui le mise una mano sul fianco, e l'altra sulla spalla, mentre le braccia di lei l'avvolgevano in uno dei suoi più calorosi abbracci.
Dopo minuti interminabili, Hugo si staccò da lei.
"Scusa per la maglietta... io non volevo..."
"Hug non fare il cretino. Che devo dire io? Quante te ne ho bagnate!" Rise lei aiutando ad alzarlo.
"Bene. Andiamo al fiume, trasfiguriamo un pó di secchi e li portiamo alla casa... bisogna però sapere dove sarà quella nuova... no?"
Risero entrambi, nonostante fosse sciocca. Ma infatti non avevano riso per quella, ma perché finalmente erano ritornati quelli di una volta, Lily e Hugo, migliori amici più che cugini.
E Hugo era feliccissimo di potersi definire tale, in entrambi i casi.

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