CAPITOLO 5

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"Dai Scorp aiutami!"
"Ma Albus io non ti posso aiutare! Tu devi dire ad Alice che la ami. E poi non è colpa mia se non sei bravo con le parole!"
"Appunto. Aiutami! Se incomincio a parlare mi impappino e... e..."
"Va bene. Allora scrivile una lettera!"
Albus parve pensarci un pó su, per poi annuire.
"E mi aiuti?" Chiese poi con gli occhi dolci.
"Sei un caso perso!" Sbuffò Scorpius prima di alzarsi e andarsene via, ignorando i protesti dell'amico.
Albus decise così che doveva scriverle una lettera. Doveva essere profonda ma non strappalacrime. Si ricordò di alcune canzoni babbane che il nonno gli aveva fatto sentire. Poteva prenderne spunto, tanto Alice non le conosceva.
Così cominciò a scrivere.
Un'ora dopo era circondato da fogli accartocciati e scriveva frettolosamente, cercando nonostante tutto di far sembrare la sua scrittura decente.
Proprio mentre scriveva il suo nome ed era pronto a rileggerla, arrivò Hugo. Senza fiatare si sedette di fronte a lui e lo fissò. Albus sollevò lo sguardo senza allontanare la penna dal foglio.
"Ciao Hugo..."
"Ciao Alb... posso chiederti una cosa?"
"Dimmi tutto" rispose il Potter sfoggiando uno dei suoi migliori e confortevoli sorrisi.
"A te dava fastidio che io stessi con Beatrise?" Chiese fissandolo con quei grandi occhi blu, come a non volersi perdere neanche un minimo dettaglio della reazione del cugino.
"Bhe... no... non proprio..."
"Allora perché l'hai detto a Rose?" Disse quasi come una supplica.
"Perché Rose è tua sorella!"
"Ma lo sai com'è lei! Me lo avrebbe vietato! Non potevi parlarmi tu?"
Era sul punto di piangere. Un giorno non avrebbe mai pianto davanti a qualcuno, neanche di fronte a Albus, per via della sua reputazione. Ma ormai aveva perso la cosa più grande che aveva, e tutto non aveva più importanza. Così, quando Albus sospirò e si rese conto che non aveva una risposta, con gli occhi velati di lacrime si alzò e se ne andò.
"Hugo aspetta!" Tentò di fermarlo il cugino.
Hugo si girò e lo guardò intensamente.
"Ti... ti ha lasciato, vero?" Chiese Potter.
"Come lo sai?"
"Hai detto se mi dava fastidio se stavi con Beatrise, non se stai"
"...si..." mormorò a voce bassissima Hugo, ma per sua fortuna Albus riuscì a capirlo.
"Vuoi parlarne?"
Hugo chiuse gli occhi e sospirò. Si mordeva il labbro inferiore per trattenere le lacrime. Poi spalancò le palpebre e lo guardò, schiudendo appena le labbra.
"No" affermò apparentemente convito, anche se sotto aveva fatto uno sforzo enorme. E con altrettanta forza trovata da non so dove, parlò ancora.
"E tu? Che fai?"
"Io... scrivo una lettera"
"A chi?" Chiese Hugo sorridendo beffamente. Albus riusciva sempre a farlo sorridere. Forse poteva riuscire a dimenticare. Poteva trovarne un'altra e rimpiazzarla, così che un giorno non la ricordasse nemmeno. Doveva stare con la sua famiglia, come quando era piccolo e tutto era perfetto. Poteva diventare un pó come Peter-Pan e non crescere mai più.
"A... Ad Alice..." balbettò Albus grattandosi la testa diventando rosso.
Hugo gli prese il foglio dalle mani mentre il cugino andava a spaccarsi la testa contro un albero.
"È orribile vero?" Chiese poggiando la testa al tronco e guardandolo sconsolato.
"No. È magnifica!" Rispose il rosso felicissimo.
"Davvero?" Chiese il Potter più sollevato che mai.
"Certo. Ah, dagliela subito" poi gli fece l'occhiolino, gli diede la lettera e se ne andò.
Albus ripiegò la lettera e si avviò veso la casetta. Aveva sentito dire da Rose che lei e Alice sarebbero andate lì.
Si nascose dietro una quercia e sentì la voce di sua cugina farsi sempre più vicina.
Ok Albus, al tuo tre ti giri, gli dai la lettera e poi... e poi vedi come reagisce.
1...
I passi più vicini...
2...
La risata di Rose più forte...
3...
"Ciao!" Le salutò spuntando da dietro il maestoso albero.
"Ciao Al!" Lo salutò calorosamente Rose.
"Ciao" borbottò invece Alice.
"Rose ho visto Lily da quelle parti- continuò Albus indicando un punto nella foresta- ti voleva parlare"
"Lily? Oh mio Dio è vero! Me ne sono dimenticata! Ciao Alis, Albus" disse prima di correre nella foresta.
Al credette che più fortuna di questa non ne abbia mai avuta. Sospirò.
Bene Albus. Tieniti pronto, è il tuo momento! Gridò una voce dentro di lui.
"Tieni Alice- disse allungando il braccio e porgendole la lettera- qui dento ho cercato di dimostrarti cosa provo per te. Puoi buttarla o leggerla. A te la scelta" disse convinto.
Alice lo guardò. Poi spiegò a mani tremanti il foglio.
Gettò un'ultimo sguardo timoroso al ragazzo di fronte a lei, per poi immergere lo sguardo in quelle parole scritte frettolosamente, quasi a voler scappare via dal foglio e volare via. Per raggiungere il suo cuore, molto probabilmente.

INDELEBILEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora