Passarono un paio di settimane. Trascorrevo molto tempo con Matt, e altrettanto con Grace. Solo poche volte uscivo con entrambi, però.
Ero a mensa con Matt, e Luke si avvicinò. Non ci parlavamo da molto tempo.
-Ehi, ragazzi.- Ci disse, e si sedette al nostro tavolo. Matt lo ignorò.
- Ehi. - mi limitai.
-Come va? -
Matt era nero dalla furia.
-Che vuoi, Luke? - lo guardai.
- Mi dispiace, okay? Volevo solo scusarmi. -
- Ah, scusarti? Che faccia tosta. - Disse Matt, prima di bere.
- Mh, io? Io almeno so scusarmi. -
Sapevo che stava per iniziare una rissa.
- Ti fai ipnotizzare da una sgualdrina, e poi diventi il suo lecchino. Va' via.-
Luke mi guardò, ma stetti zitta. Matthew aveva ragione. Si alzò e andò via; mi inviò un messaggio <Puoi venire al parcheggio? Devo parlarti.>
Uscii e lo raggiunsi.
-Abby.-
-Luke.-
-Senti, ma che gli è preso?-
-Spero che tu stia scherzando.- Alzai gli occhi al cielo.
-Io non ho fatto nulla.- Si accese una sigaretta.
- Sei ridicolo.- Mi voltai dall'altra parte. C'era Matt.
-Abby. Andiamo.-
Luke mi prese per un braccio. Faceva male.
- Mollami, Luke.-
Tenne resistenza, ma poi mi lasciò.Arrivammo alla macchina di Matt, e iniziò a piovere. Come sempre, non gli chiesi dove stavamo andando. Senza accorgermene lo stavo fissando, immersa nei miei pensieri.
-So di essere figo, ma che hai da guardare?- Scoppiai a ridere.
-Nulla, pensavo.- Mi sorrise.
- Dove andiamo, Ab?- Mi sentivo un navigatore.
- Andiamo al lago.- mi piaceva, quel posto.Andammo sotto la tettoia, per ripararci dalla pioggia, ma ero comunque bagnata da testa piedi. Non faceva freddo, però.
Matthew si sedette su una panchina ricavata da un tronco, io ero in piedi, a guardare quel paesaggio: l'acqua e il cielo grigio, le nuvole, le gioccioline che mi cadevano nel naso. Sentii Matt accendersi una sigaretta, mi sedetti accanto a lui. Nessuno parlò per quasi dieci minuti.
- Abby?- disse lui tra un tiro e l'altro.
-Sì, Matt?- continuai a guardare dritta a me.
Non rispose per un po'.
- Andiamo.- Si alzò e spense la sigaretta.
-Vuoi andare di già?-
- Non volevi andare al lago? Qua siamo sulla tettoia.-
-Ma piove tantissimo- cercai delle scuse - e ho freddo.-
- Ti do la mia giacca.-
-E per la pioggia?-
- Abby, non ti va di rischiare neanche un po'?- Aveva la voce inquietante.
- Che vuoi fare?- Mi misi a ridere, inutilmente.
- Fidati di me.-
Mi alzai e lo seguii sotto la pioggia. I capelli, tutti bagnati, erano appiccicati alla faccia. Anche quelli di Matt: aveva i capelli quasi lunghi fino alle spalle, neri e lisci come i miei.Camminammo in mezzo all'erba e al fango, e arrivammo alla riva del lago. Non era un lago abnorme, ma con tutta quella nebbia e pioggia non si vedeva l'altra estremità.
Matt si bloccò, e si sedette per terra, nell'erba bagnata. Mi sedetti vicino a lui. Ci fu silenzio per un bel po', e mi passò una black devil. Non fumavo, ma, che c'era di male in una sigaretta? La accese, e ci godemmo ogni singolo minuto di quel paesaggio. Dopo un po' il mio corpo si abituò al clima, e smisi di tremare.Andammo al motel di sua nonna, ci asciugammo i capelli e poi mi accompagnò a casa. Sua nonna era una signora molto gentile. E, anche se non l'avrei mai detto, quella sera, il motel era pieno. Forse, pensai, che fosse l'unico nella zona.
-Ma', pa' lui è Matt, ma l'avete già visto una volta.-
- Ciao, accomodati pure figliolo.- Non avevo mai visto mio padre così tranquillo.
- Buonasera signori.-
Decisi di invitare Matt a cena, per farlo conoscere meglio ai miei dato che mia madre mi chiedeva sempre dei miei amici.
Passammo una serata tranquilla, poi portai Matt nel giardino nel retro della casa. Era un bel posto, anche se non ci andavo spesso.
Ci sedemmo.
-Grazie, per stasera.- Mi disse.
-Sono contenta che tu sia venuto.-
Ci fu silenzio.
- Mi manca Luke, un po'.- Dissi.
- A me no.- Rispose seccato.
- Beh, puoi fare il duro quanto vuoi, ma so che manca pure a te.-
- Ho detto di no, cazzo.-
Non dissi niente, sennò l'avrei solo mandato a fanculo da quanto incazzata ero.
- E' meglio se me ne vado ora.- Si alzò e ne ne andò.
Rimasi fuori ancora un po'. Poi me ne andai a letto.Il giorno dopo Matt non era davanti al mio armadietto, di solito mi aspettava sempre lì. Mi accorsi che mancava a scuola, decisi di andare al motel alla fine delle lezioni. Mi feci accompagnare da Grace e Kevin: da quel che avevo capito avevano iniziato ad uscire insieme, ma non avevo ancora reso la patente perciò dovevo farmi accompagnare da qualcuno.
Piovigginava, e avevo paura di non trovarlo nell'edificio.
Camminai verso la porta, e mentre mi avvicinavo Matt uscii. Appena mi vide rimase quasi stupito.
- Stavo venendo da te.-
- Ah. -
- Chi ti ha portata? -
- Kevin. -
- Da quando sei amica di Kevin? - sembrava seccato.
- Esce assieme a Grace, ed era l'unico disponibile.-
- Senti Abby, mi dispiace.-
-Non hai da scusarti. Abbiamo solo discusso per niente. Che avevi stamattina?-
- Mia nonna è ammalata, dovevo gestire il motel.-
- Va bene.-
- Andiamo a farci un giro?- mi chiese, aveva già aperto la portiera per farmi salire.
- Okay.-
Non ci fu una meta.
Solo la strada.
Non ero mai stata per quelle zone, solo boschi, la strada bagnata, il rumore del vento, la musica. Chiusi gli occhi, era stata una giornata impegnativa ed ero contenta di aver fatto pace con Matthew.
Girammo per più di tre ore. Per la cena ci fermammo al Mc Donald's e poi facemmo un'altra ora di strada per il ritorno.
Matt era molto attento alla strada, parlammo poco durante il viaggio.
- Matthew? -
- Abigail.-
- Perché sei mio amico? - Continuai a guardare fuori dal finestrino e lui dritto a sè sulla strada. Avevo sempre paura di chiederglielo, ma volevo delle risposte in quanto mio primo amico.
Pensó per qualche minuto.
- Perché sei tu - si fermò in un semaforo. - a scuola, tutte le ragazze sono finte, e strane. Tu sei così, semplice e quasi indifesa. C'è qualcosa di affascinante in te, ma in pochi trovano questa caratteristica.-
Ci limitammo ad ascoltare musica per il resto del ritorno. Arrivata nel vialetto della mia casa scesi dalla macchina e mi appoggiai al finestrino.
- Buonanotte, Matt. - sorrisi.
- Dolce notte, Abby. -
Sparì nella notte, tornai a casa e andai a dormire.
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Blue Sky
Teen FictionAbby. Lei e la sua famiglia cambiavano sempre città a causa dei suoi problemi con la società. A sedici anni, non è facile trovare buone amicizie, e Abby non era neanche capace di istaurarne, i suoi unici amici erano sempre stati i suoi genitori. Dec...