Tornai a casa la domenica sera, e Luke mi scrisse un messaggio dove diceva che era malato:
< Hey Abby, ho tipo la febbre e perciò domani a scuola se non mi trovi in mesa sai già il motivo. E... Si, mi dispiace ma dovrai subirti Matthew e i suoi giri, dovrai sostituirmi ragazza! Passa una buona serata, a presto. :-) >
Sorrisi. Trovavo simpatico Matt, anche se Luke già me ne aveva un po' parlato del fatto che Matt veniva spesso preso in giro ma sinceramente non ho mai avuto il coraggio di tirare fuori l'argomento. Ne avrò modo di parlarne, data l'assenza di Luke.Matt mi stava aspettando davanti il mio armadietto, ma erano le 8, e da quanto assonnata ero non lo ebbi riconosciuto subito.
Aprii l'armadietto, ignorandolo ma non lo feci apposta, ovviamente.
- Hai intenzione di calcolarmi? - Disse lui ridendo spuntando dalla portella dell'armadietto. Feci un salto.
- Dio Matt, che spavento. Buon lunedì mattina pure a te. - feci la finta scocciata.
- Che lezioni hai oggi? -
- Francese, biologia, chimica e matematica. - tirai fuori il libro di Francese.
- Bhe, a pranzo ti aspetto al solito tavolo, buona giornata donna. - disse e si allontanò. Suonó la campanella e andai in classe dove Grace mi stava tenendo il posto vicino a lei.
- Ehi ehi super fica! - disse ridendo.
- Ehi ehi ragazza - risi.
- Come stai? - inizió a pettinarsi i capelli con le dita. Era una cosa che faceva spesso.
- Bene bene, anzi, ringrazia tuo padre da parte mia. - dissi accennando un sorriso - Tu? -
- Io bene, era la prima volta che qualcuno dormiva da me, o per lo meno, che mio padre lo sapesse . - fece un sorriso malizioso.Suono la campanella. Le altre ore furono normali, e all'ora di pranzo mi avviai verso la mensa. Grace stava sempre con i suoi amici più grandi a pranzo, nell'ala B, di solito troppo piena per i nostri gusti. Matt stava già mangiando nel nostro tavolo. Mi accorsi che passò un gruppo di ragazzi, e il "leader" disse qualcosa verso Matt e tutti risero, lui diventò paonazzo, andai verso di lui.
- Ehi. -
- Abby. - sembrava quasi irritato.
- C-che succede? - mi sentivo in imbarazzo, non so il motivo.
- Nulla, mangia in fretta, che tra un po' ce ne andiamo. -
Non era la prima volta che saltavo l'ultima lezione. I professori facevano l'appello solo la prima ora, perciò se eri assente la seconda o le successive nessuno se ne accorgeva.
Mangiammo in fretta, poi andammo nel parcheggio della scuola. Matt aveva un pick-up nero, e i sedili in pelle nera. Era molto comoda e mi divertivo li dentro, la musica altissima e l'aria proveniente dai finestrini aperti che colpisce i capelli facendoti sentire leggera, quasi. Io non avevo ancora la patente; A distanza di poco tempo avrei compiuto 17 anni, e i miei mi avevano promesso l'auto.
Matt accese i Pink Floyd, e capii subito che qualcosa non andava; quando Matthew è felice canticchia sempre, lo guardai: era serio, gli occhi dritti sulla strada. Non sapevo dove stessimo andando, ma non chiesi nulla mi limitai solo a guardare dal finestrino.
Arrivammo in un vecchio motel, gestito da una donna anziana.
- Ehi nonna. - disse Matt.
- Tesoro, com'è andata oggi? - disse la signora.
- Tutto bene. Nonna lei è Abigail, un'amica. - si voltarono entrambi verso di me.
- Piacere di conoscerla. - dissi in imbarazzo.
- Posso offrirvi qualcosa? - disse sedendosi si una poltrona che avrà avuto minimo ottant'anni.
- No, andiamo nel retro. Vieni Abby. - lo seguii.
Andammo nel retro del motel, c'era un prato verde, alto fino alle ginocchia, tutta campagna, un pozzo e qualche albero molto grande. Una zona pic nic e un ruscello quasi secco. Matt camminò fino ad uno degli alberi, e si sedette sull'ombra. Feci lo stesso.
Si accese una sigaretta, rimanemmo in silenzio un bel po'.
- Quindi vivi qui? - gli chiesi.
- Sì, i miei sono degli alcolizzati, da quando ho sei anni vivo con mia nonna qui. - disse godendosi ogni singolo tiro della Black Devil che aveva in mano.
- È un bel posto qui. - dissi.
Sbuffò.
- Mat, avanti, dimmi che hai. Che ti hanno detto quei tipi a mensa? -
Non rispose.
- Sono gay, Abby, vivo di insulti. - disse.
Lo avevano insultato, chiaro. Alla fine l'avevo capito che era gay, non so il motivo.
- Devi reagire. - dissi a bassa voce.
- Non posso. -
Mi alzai in piedi e mi misi davanti a lui.
- So cosa vuol dire essere criticati e vivere negli insulti. Fatti forte Matthew, ma chi cazzo sono loro? Io non ti capisco. Prima fai tutto il duro e poi cadi su queste cose. Per Dio. - alzai la voce.
- io sono sbagliato, Abby, siediti. - disse irritato.
Rimasi in piedi a fissarlo.
- Al primo anno, stavo con il tipo che mi ha gridato "frocio" oggi. I suoi non l'avrebbero accettato, perciò mi minacció che se l'avessi detto a qualcuno mi avrebbe pestato di botte. Al ballo lo baciai, suo padre lo scoprì e non venne a scuola per una settimana. Ora se le fa tutte e mi insulta sempre. - disse scocciato.
- Prima gay e poi ti insulta. Davvero interessante. - dissi.
Continuammo a parlare per tutto il pomeriggio. Scoprii moltissime cose su di lui, sulla sua vita, e alla sera mi riaccompagnó a casa. All'inizio non avevo un bel rapporto con lui, entrambi avevamo un carattere chiuso, ma ora era cambiata la situazione, ed ero felice.Accesi il mio fidato Mac e girovagai per Tumblr fino all'una di notte. Controllai il telefono, e Grace mi aveva scritto un messaggio.
< Hey Ab, domani se ti va potresti venire con noi al lago, poi ci riaccompagna a casa Kevin, tranquilla. Fammi sapere. Buonanotte amica :-) >
Noi, cioè il suo gruppo. Hm. La cosa non mi ispirava per niente, ma di certo non potevo dirgli di no. Mi limitai a rispondere con un < certo, ci vediamo a scuola. Buonanotte Grace. :-* > e mi misi a dormire.Grace mi aspettava nella macchina di Kevin. Salii nel sedile posteriore e li salutai. Ero andata solo una volta al lago, era un posto carino, con molte panche e un sacco di uomini che piazzavano le tende per pescare. Lì ci aspettavano Zack e una ragazza bionda, non l'avevo mai vista a scuola.
- Ab, lei è Zehra. - Disse Grace indicandola.
- Piacere. - disse sorridendo.
Eravamo tutti e cinque seduti su due panche parallele.
Zack e Kevin fumarono minimo trenta sigarette in tre ore, Grace mi raccontó che aveva smesso di fumare da un anno, dati i suoi problemi di salute, e Zehra non aveva mai provato a fumare.
Fumai per la prima volta a Coney Island, a dodici anni, perché la mia unica amica, di quindici anni, faceva già parte del gruppo delle snob, e io essendo sua amica di certo non potevo essere di meno. Quando mi trasferii, dopo due mesi, fui davvero molto contenta, da lì non toccai mai più una sigaretta.
Passammo tutto il giorno a parlare di qualsiasi cosa ci passasse per la mente, ragazzi, ragazze, insegnanti, football, estate, capodanno e Natale ( che erano ormai alle porte), scarpe, colore di capelli.
Kevin riaccompagnó a casa prima me e poi Grace, che abitava solo a tre isolati dalla mia casa. Mia madre aveva preparato i Brownies e ne assaggiai uno. Delizioso era dire poco.
- Mamma, sei troppo brava in cucina. - dissi con la bocca piena.
Arrossì e mi accarezzò i capelli arruffati per l'umidità. Me ne andai a letto e mio padre passó a darmi il bacio della buonanotte, come quando ero piccola. Mi sentivo bene.
Davvero bene.
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Blue Sky
Teen FictionAbby. Lei e la sua famiglia cambiavano sempre città a causa dei suoi problemi con la società. A sedici anni, non è facile trovare buone amicizie, e Abby non era neanche capace di istaurarne, i suoi unici amici erano sempre stati i suoi genitori. Dec...