*Salve a tutti. Prima di lasciarvi alla lettura volevo ridirvi che sconsiglio vivamente la lettura a chi non riesce a sopportare tematiche quali: violenze e maltrattamenti. Particolarmente forti saranno i primi capitoli, poi giuro se mi addolcirò nella scrittura, cosi come si addolciscono gli eventi. Detto questo, con animo più leggero, buona lettura a chi è rimasto. Ps. La storia è ambientata nella metà del 900*
Per l'ennesima volta si guardava allo specchio e si faceva schifo. Mattia che da settimane ormai era costretto a fare quella vita, se cosi poteva essere definita, non si riconosceva neanche più.
Era nudo, appoggiato malamente al lavandino del bagno, tentando di disinfettarsi un taglio sulla gamba sinistra che l'ennesimo cliente stronzo gli aveva inferto. Bruciava, bruciava maledettamente tutto. Quel taglio era l'ultimo dei suoi problemi in realtà, a fargli male era quello che veniva da dentro e che si espandeva fino a bloccargli il cuore. Il fazzoletto imbevuto di disinfettante gli cadde dalle mani per una scossa di dolore che gli aveva attraversato il corpo. Tentò di prenderlo da terra ma aveva gli occhi appannati dalle lacrime e quindi provò un paio di volte senza successo, prima di accasciarsi al suolo. Si faceva schifo soprattutto perché non era riuscito ad opporsi a tutto ciò e ogni giorno in più si sentiva di valere sempre meno, fino a diventare solo ed esclusivamente un oggetto, costretto ad annullare i suoi sentimenti. Purtroppo a quello l'avevano ridotto e lo sapeva molto bene.
< Muoviti> disse quasi ringhiando il capo di quel luogo maledetto <che cazzo ci fai ancora lì? vedi di darti una mossa che non ti devi presentare al fidanzatino> continuò <sei solo un cazzo di buco e ancora non l'hai capito>.
Mattia a sentire quelle parole singhiozzò silenziosamente, non si era ancora abituato e non lo sarebbe mai stato. Non che quella vita fosse facile e bella per altri, ma lui, a 18 anni, era fondamentalmente ancora un bambino. Rimase fermo e terrorizzato sul posto, non sapeva se il suo corpo sarebbe riuscito a resistere ancora una volta.
Il capo a quella visione si avvicinò ad egli, lo strattonò violentemente esclamando <muoviti ti ho detto, animale che non sei altro> e poi <io prima o poi ti ammazzo> concluse dandogli uno schiaffo in pieno viso, che gli fece girare la testa e lasciandogli un segno rosso all'istante.
Mattia avvertì il colpo all'istante, chiuse gli occhi per cercare di fermare le lacrime e per darsi un minimo di contegno. Ogni tanto provava a recuperare l'orgoglio sano che prima aveva e che ora sembrava svanito nell'aria, come faceva il fumo della sigaretta dell'uomo che aveva davanti.
Da fuori la stanza arrivò una voce <Rai>, il capo non rispose <Raimondo> continuò più forte, <Capo> proseguì gridando la voce esterna. <Dimmi Nu> disse con aria aggressiva <la bestia mi sta facendo innervosire, che c'è>, e Nunzio, il vice di tutta quella baracca abituato a tutto ciò, esclamò con voce ferma < è arrivato> e poi lasciò i due da soli. <Muoviti puttana> disse Raimondo <hai sentito?>. Mattia con gli occhi ancora rossi mosse la testa in un cenno di assenso ma non riuscì comunque a muoversi.
Allora il capo lo spinse fuori dal bagno, lo lanciò malamente sul materasso di quel letto che ormai era l'unica cosa che gli apparteneva e se ne andò, senza notare che il ragazzo nella spinta ricevuta, avesse messo male il piede per terra e che adesso se lo teneva invocando gli Dei che non fosse niente o che, come ultimamente pensava maggiormente, lo portasse alla morte istantanea.
Ma non aveva tempo al dolore, Nunzio l'aveva detto prima, il suo ennesimo cliente della giornata era arrivato, e così si sforzò a mettere su un sorriso, sperando con tutto se stesso che un giorno potesse riuscire a sorridere davvero.
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La Casa delle Rose -Zenzonelli / Matian
Fiksi PenggemarMattia, 18 anni, costretto a prostituirsi nella Casa delle Rose, per vicessitudini del passato. Christian, 19 anni, assiduo frequentatore del luogo. Ambientata nella metà del 900. DISCLAIMER I personaggi non mi appartengono (purtroppo) e tutti gli...