Mani intrecciate.

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Abbie

Ormai erano passati quasi quattro anni dalla nostra rottura, il tempo è volato. Lui ha ventidue anni, io diciannove. Ho avuto più relazioni, massimo due.
Lui continua a mancarmi, continua ad essere dentro la mia anima ed essere il mio primo amore.
La voglia di volerlo accanto mi persuade.
Non lo sento da due anni, dall'ultima volta non mi ha più richiamata. Conoscendolo,per  lui è meglio stare distanti, ma non riusciamo a mettere un muro, non riusciamo a separarci e ognuno ha bisogno dell'altro.
Adesso sono fuori casa, su un muretto, con un libro in mano a deprimermi come sempre. Dovevo concentrarmi nella psicologia, nello studio, ma la mente mi porta altrove.

Mi prese il viso fra le mani e con il suo sguardo riusciva a leggermi negli occhi. Cazzo. Abbiamo appena finito di ballare la nostra canzone preferita.
«Quanto sei bella, Abbie.» «Non sai quanto mi sta venendo duro» parlò con tono impaziente, stava morendo dalla voglia di me.
Avvicinò le sue labbra alle mie, per poi premerle e farmi assaporare la sua lingua. Era così bravo a baciare, era così dominatore del mio corpo e della mia anima. Dopo aver interrotto quel divino gesto, cominciò a riempirmi di baci l'incavo del collo, portandomi ad ansimare.
«Payton, ti prego» dissi sofferente.
«Toccami, ho bisogno di te adesso.» lo implorai.
Fece un sorriso compiaciuto per poi insultare le mie qualità femminili, «Sei una puttana.» mi disse con tanto disprezzo. «Ma non ne avrò mai abbastanza di te, mai.» disse per poi prendermi in braccio e sbattermi sul letto. «Sei contenta ora?» mi provocò.
«Non sai quanto, ora sta zitto e baciami.» risposi per abbozzare un sorriso sulle sue labbra.

Mi manca, è evidente, non posso negarlo.
Ero drogata di lui, ero così attratta dai suoi modi di fare e lo sono ancora. Sono passati tanti anni, dovrei andare avanti, solo andare avanti. L'unica soluzione è quella, ma non è così semplice. Poggiai la sigaretta sulle labbra e con l'accendino, cominciai a fumare.  «Fumi pure ora, ragazzina?» una voce rauca e profonda richiamò la mia attenzione, riconoscendola al volo, Payton.
«Cristo in croce!Vuoi farmi morire?» mi fece sobbalzare dallo spavento.
«Non puoi fumare.» disse con una canna fra le labbra. «Cazzi miei? Non mi hai scritta e non mi hai risposto a nessuna chiamata, hai pure il coraggio di presentarti dopo quasi due anni in questo postaccio? Ma sei completamente scemo!»
esclamai con fare acido.
Non poteva comportarsi così, non è una settimana, sono due anni. È scomparso e mi ha bloccato ovunque. Che comportamento immaturo, Dio!
Ma comunque lui non sembrava attento e pentito delle sue azioni, continuava a fissarmi con il suo solito sguardo penetrante e menefreghista.
«Okey.» fu l'unica risposta che mi riuscì a dire.
«Payton è una cosa seria, a te non sono mai piaciuta,siamo completamente diversi ed io ero la debole novellina.» dissi la verità che doveva capire.
Ho ceduto a lui, ho lasciato che mi rovinasse la vita e accettato di avere una relazione tossica.
«Avevo perso la testa per te, non lamentarti di cose inutili» mi spiegò acido.
Si sedette vicino a me, guardandomi. In effetti non ero in ottime condizioni.
«Dammi la mano.» disse fissandomi dritto negli occhi.
«Perché dovrei dartela, ti odio.» mi lamentai.
«Tu fallo e basta» insistette.
Le nostre mani si intrecciarono, una perfetta combinazione. C'era un forte legame fra l'uomo e la donna, soprattutto nel nostro. Mi fece posare la testa sulla sua spalla, gli occhi si inumidirono, il cuore cominciò a fare su e giù, a battere e a morire lentamente dopo qualche secondo.
«Non piangere.» disse per poi accarezzare i miei capelli. «Manchi anche a me..».
«Ma che cazzo stiamo facendo! No, Payton io me ne vado.» dissi per scansarmi.
«Sei bellissima, piccola.» disse per provocarmi.
«Fanculo!» lo mandai a quel paese.
Che stronzo! Dio, che voglia di baciarlo. Quei maledetti capelli rossi, gli occhi più belli che io abbia mai visto. Le sue labbra mi attiravano, come se mi chiamassero, le sue possenti mani venose erano perfette. «Ti accompagno a casa, si gela.»

Payton

La salutai con un bacio sulla fronte, scese dalla mia macchina e si avviò verso il suo portone di casa.
C'erano tutti, la mia Abbie li abbracciò con affetto e mi sorrise dalla finestra, agitai la mano e la salutai, dopodiché me ne andai.
Era bellissima, era davvero stupenda. Non è più la mia fidanzata purtroppo e mi manca da morire.
Non riesco a credere che fuma, Dio piccola.
Mi ha fottuto la testa, che carina che è.
Scesi dalla mia macchina, ed entrai in casa.
Pagherei per averla qui con me. Il mio occhio si posò sul giradischi, sul vinile di Tv Girl.
Cazzo, che ricordi.

«Dai amore! È bellissima!» mi supplicò di mettere "Lovers Rock" in effetti è bella come canzone, sto morendo dalla voglia di ballare con lei.
«E va bene. Che due palle!» mi lamento.
Il vinile comincia a girare e la musica parte.
Le afferro i fianchi e lei poggia le sue mani sulle mie spalle, cominciamo a muoverci lentamente..non ce la faccio, è bellissima mentre ride.
Mi ha contagiato con il suo sorriso e iniziamo ridere come due deficienti.

Cazzo, cazzo, come mi manca. È così bella la mia Abbie,ho così voglia di baciarla.
La scrivo, ora subito, adesso.
-ei, tutto apposto?-  inviai velocemente il messaggio. Dopo qualche minuto mi rispose con un semplice "si".
-tu? tutto okey?- mi chiese. Certo, tutto okey.
-insomma piccola, mi manchi- tentai di scrivere, ma mi limitai a dire che ero stato bene con lei in quei pochi minuti. Mi ringraziò, mi diede la buonanotte e finí li. Ho bisogno di bere.

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