Payton
Una settimana dopo..
«Payton, dove stai andando?» mi chiese Lauren.
«Vado in clinica..» risposi freddo.
«Ti sembra giusto comportarti così? Cosa ti ho fatto?»
la ragazza con cui mi stavo frequentando, mi amava, mi voleva bene. Era una bella ragazza, anzi bellissima. Mi trovavo bene con lei, ma non ero sicuro di quel futuro noi. Io probabilmente le volevo bene, sì, le volevo bene.
Ma non la amavo. Ci sono andato a letto una volta sola, ma io ho pensato solo a una persona. Una persona che non era di certo lei. Potevamo rimanere amici, o forse continuare a frequentarci senza arrivare a una morale.
Aveva gli occhi scuri, del resto era molto simile alla mia Abbie. «È tutto okey, tranquilla. Vai sola all'aeroporto?»
«Si, ci vediamo la settimana prossima!» mi diede un bacio sulla guancia, le sorrisi e uscì da casa mia.
La vidi correre ed entrare nel taxi che la stava aspettando da tre minuti.
Dovevo necessariamente andare in clinica.
Aspettai che Lauren se ne andò e salì nella mia macchina. Arrivai di fronte quell'inferno, dove intrappolato e con il mascara colato, c'era un angelo.
Era domenica e pioveva a dirotto.
Mi bagnai completamente e fradicio suonai al cancello.
Mi aprirono, corsi per i giardini e aprii il portone.
«Payton! Sei zuppo!» il dottor Nowak, cagava sempre il cazzo. Era il suo giorno libero, che cazzo voleva da me?
Non lo guardai neanche in faccia, mi tolsi la felpa, rimasi con la maglietta a maniche corte e la notai aggrappata al suo braccio. Che?
«Che cazzo ci fa qua? Ora le preferenze da dove le sono uscite, dottor Nowak? Dal culo?» con i miei modi burberi dissi ciò che pensavo.
«Stavamo parlando, va a cambiarti, tossichello sfigato.»
rise e mi venne da sorridere per il soprannome che mi davano alle medie per prendermi in giro. Mi scompiglio i capelli fradici, feci un bel dito medio e andai nella mia stanza, visto che ero nel reparto "Tossicodipendenza".Mi cambiai e asciugai i capelli. Dopo di che, trovai la piccola seduta sul pavimento, accanto alla mia porta.
Mi sedetti di fianco a lei e la osservai.
«Che vuoi, Payton?» mi chiese infastidita.
«Dirti che voglio passare del tempo con te.» la risposi con non prendendomi cura del modo acido in cui si era rivolta a me. «Vai dalla tua ragazza, stronzo!»
«Ora ti piaccio di nuovo?»
«Io- beh, no! N-non è affatto così! Mi ha dato fastidio per come ti sei comportato nei suoi confronti! T-tu sei uno sporco traditore e io non voglio collaborare con te per ferire la tua lei! Perciò n-no! No! Non mi piaci affatto!» «E smettila di guardarmi come un- un pervertito! Sei m-maleducato e p-perverso!» mi disse con una sicurezza che faceva ridere. Era timida e non credeva nemmeno lei a ciò che mi stava riferendo. Ridicola e bambina.
«Quindi non desideri passare tre ore piene di sesso selvaggio con me, come i vecchi tempi?» chiesi schietto.
Lei sussultò come se avessi appena bestemmiato.
«No! Che schifo! Sei orrendo! Non mi attrai, cioè cazz-» si tappò la bocca per una parolaccia.
«S-sei attraente, ma non- non mi attrai..»
d'un tratto la attirai a me e le stampai un bacio sulla tempia. Si adattò subito e mise la testa sul mio petto.
Le accarezzai i capelli e sorrisi.
«Sei bella.» le feci uno dei miei soliti complimenti. Notai le sue guance avvampare.
«Ho tanto sonno, Pay..» sbadigliò sull'orlo di addormentarsi. Mi fece così tanta tenerezza che la lasciai dormire. Passarono dieci minuti e stava dormendo profondamente. La presi in braccio e le toccai le costole, si sentivano, la loro forma era minuta e rabbrividii. Entrai in camera mia e la poggiai sul mio letto. Si svegliò d'un tratto. Mi guardò e si spogliò, di fronte i miei occhi. «Saremmo in grado di fare sesso selvaggio, in queste mie condizioni?» la abbracciai, le feci indossare il mio pigiama, io avrei dormito con quello di riserva. Si accucciolò nel mio letto e mi strinse a sé, si addormentò e a quel punto chiusi gli occhi anche io.La mattina seguente..
«Payton! Voglio leggere Kira!» si intestardì come una bimba.
«E io Nabokov!» la risposi.
«Pari o dispari?» domandò con aria di sfida.
«Dispari»
Agitammo le mani e vinsi io, Undici!
«Te l'ho fatta! Stronzetta!» risi e mi guardò male.
Si buttò sul letto e io la seguii.
Mise la testa sul mio petto, ci coprì con la coperta e aprii il libro. Cominciammo a leggere beatamente, ci stavamo per i cazzi nostri e stavamo bene. Passammo tutto il giorno a divertirci e farci le coccole. Mi ero completamente dimenticato di Lauren la domenica arrivò in fretta.
Erano le sei e mezza del pomeriggio e stavo facendo i grattini sulla schiena alla mia Abbie. Alla porta bussarono, «Avanti» e mi ritrovai Lauren. Incredula, indietreggiò. Abbie si spostò da me e si mise una mano sulla bocca, sull'orlo di piangere.
Mi alzai di scatto e rincorsi Lauren, che era andata via.
Cazzo, come correva! «Lauren! Dove cazzo vai?! Aspetta!» riuscii a fermarla.
Stava piangendo. «Lauren, mi dispiace. Sono mortificato. Io credo di essere innamorato di lei e ho confuso l'amore con l'amicizia con te..mi dispiace.» mi scusami con tutto me stesso, non lo meritava.
«Payton, io posso accettarlo. Se ti rende felice, corri da lei. Ma io volevo soltanto il rispetto di parlarmene.»
«Grazie, ma io ora vado via. Non voglio più vederti.»
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Love and Lust
Romance«Ti amo e non smetterò mai di amarti, perché tu sei unica, Abbie. Cazzo, ogni volta mi seduci senza volerlo e non sai quanto mi fa impazzire.» «Payton, stai parlando come se per me non fosse la stessa cosa..»