JESS
Accosto ancora una volta davanti alla casa dai mattoncini rossi e la guardo scendere come se non avesse voluto fare altro da tutto il tragitto. Merito di guardarla andar via senza poterla seguire, merito di poter solo guardare la sua bellezza, merito di non ricevere risposte sul perché se ne sia andata, quella notte.
Nonostante questo e nonostante siano passati tre giorni da quando gliel'ho chiesto senza ricevere niente di più che un rapido sguardo da parte sua, continuo a chiedermelo, sperando che la risposta possa essere diversa da quella che la mia testa immagina.
Rientra in casa, prima di guardarmi un'ultima volta uscire dal suv e io dentro di me vorrei urlare, perché ho sognato questa scena milioni di volte. Quante cazzo notti mi sono svegliato sudato, dopo averla rivista spingere quel cancello grigio ed entrare in casa, dopo che con il cuore in mano, con tutta se stessa, aveva detto di amarmi. E in quei sogni però, io le rispondevo, ma lei continuava a non rigirarsi nella mia direzione. Entrava in casa e i mattoncini si facevano sempre più scuri, come se trasformassero la casa in una sorta di fortezza invalicabile.
Eppure, rimango qui, appoggiato alla Jupiter nera, come se potessi godere ancora un po' di lei stando solamente fuori dal suo vialetto. I miei pensieri continuano a muoversi in un flusso implacabile, mentre la sigaretta fuma tra le dita.
Vorrei non pensarci, cazzo, vorrei essere stato in grado di passarci sopra, ma sapere che Harry sia stato così tanto stronzo da dirle come cazzo mi ero comportato in quel bagno e lei così tanto ingenua da abbandonarsi a lui, non ha mai lasciato in pace la mia mente.
Dopo aver ricevuto la chiamata di John, era stato Kale a telefonarmi e a spiegarmi la situazione. Istintivamente sarei partito all'istante, avevo una voglia matta di spaccargli la faccia. Ma, ovviamente, questo non solo avrebbe comportato la perdita immediata del lavoro ma anche il massacro dei giornali che non solo se la sarebbero presa con me – cosa che, tra l'altro, mi sarebbe importata fino a un certo punto – ma anche con Grace.
D'altronde non è sempre stato così, con lei? Se ci sono quegli occhi blu di mezzo, tutto viene amplificato. Ogni emozione, ogni sensazione di benessere, così come la rabbia e l'impulsività.
Ed è stato quello il motivo per cui mi sono allontanato da lei, perché sarebbe bastato un niente, con me, per farla finire di nuovo sulle prime pagine: io e il mio incidente in moto, io e una famiglia che mi detesta alle spalle, io e le risse clandestine a Baker Street, io e Micheal.
«Ehi, ragazzo» la voce inconfondibile mi fa sorridere, così come la naturalezza con cui mi guarda, quasi come se non me ne fossi mai andato. Come se anni fa non avessi preso tutto e nel giro di un paio d'ore fossi sparito da Londra, dai mostri che mi perseguitavano e dalla ragazza che amavo.
Il vecchio Arnold cammina più lentamente dell'ultima volta che l'ho visto, ma non da a vedere la fatica che sta facendo. Il bastone si appoggia ad intervalli regolari sull'asfalto, spostando un plico di giornali lasciati sul marciapiede davanti a casa sua. Senza che me la chieda, faccio uscire un'altra sigaretta dal pacchetto bianco, che viene afferrata dalle mani rugose, che se la portano alle labbra.
«Sapevo che prima o poi saresti tornato» faccio scattare la fiamma sul tabacco, che lentamente inizia a fumare.
«Penso fosse abbastanza imprevedibile, Arnold» d'altronde neanch'io pensavo che sarei mai tornato qui. Forse a Londra sì, ma davanti a questo vialetto non credo.
«Tu pensi?» Aspira la nicotina, mentre Jack si avvicina lento alle mie scarpe. «Io, invece, penso sia imprevedibile sparire da un momento all'altro» colpito e affondato «ma assolutamente prevedibile che il destino sia in grado di riportarci dove sia giusto stare»
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Imprevedibile
ChickLit«Per fare l'amore con lei, bastava immergersi nei suoi occhi» E se entrambi perdeste la testa per la persona sbagliata? E, dopo cinque anni, i vostri destini si dovessero rincontrare? ____________ Quando Grace e Jess si incontrano per la prima volta...