61 - Déjà-vu

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GRACE 🔴

«Cazzo, Paris»

Immobile sotto la sua presa, lascio che la sua lingua accarezzi violentemente la mia mentre la sua mano alza il mini-dress blu che avevo indossato con tanta cura stamattina, senza sapere che mi sarei ritrovata poche ore dopo, distesa sul divanetto del mio ufficio.

O forse avrei anche potuto immaginarlo. Era da tutta la mattina che il suo sguardo non faceva altro che posarsi sull'orlo del vestito, massacrando quelle labbra che mordeva sapendo di non potermi toccare.

E io, come sempre, ne avevo approfittato provocandolo giusto un po', prima abbassandomi con lentezza davanti alla stampante e poi facendomi aria con un paio di fogli in sala riunioni.

Ma cosa posso farci? Io e Jess siamo anche questo, lo siamo sempre stati e lo saremo probabilmente per sempre. E io non rinuncerei per nulla al mondo a sentire le sue mani sulla mia pelle, le uniche in grado di aumentare la temperatura del mio corpo così tanto da rendere l'ufficio il più caldo di tutto l'edificio.

Non posso fare a meno di far uscire un gemito dalla mia bocca quando, con le mani immerse nei suoi capelli, sento la sua presa sul mio seno farsi sempre più forte.

«Shh» sussurra per poi lasciare un bacio umido ma prepotente sotto il lobo del mio orecchio «vuoi che tutto l'ufficio conosca il mio nome?»

Mi mordo le labbra frenando un sorriso, mentre nei suoi occhi risplende la malizia tipica del suo sguardo.

«No, sono molto gelosa, penso che me lo terrò per me» sorrido inclinando la testa da un lato.

Jess si alza mantenendo le gambe divaricate sul divanetto ai lati delle mie. Velocemente afferra i bordi della maglia sfilandosela dalla testa. E il caldo inizia a farsi sempre più afoso, man mano che i miei occhi scorrono dal linguine, percorrendo gli addominali in tensione e arrivando poi ai pettorali.

«Ti ho tatuata addosso Grace, non credo che tu abbia motivo di essere gelosa» commenta poi, buttando la maglietta per terra.

«Dimmi come devo fare io, invece...» si abbassa premendo le mani sulle cosce, accarezzandole e andando sempre più su fino a sollevare il mio vestito all'altezza dell'ombelico e continuando a guardare nient'altro che la brasiliana in seta «con le tue continue provocazioni...» alza poi lo sguardo su di me, passandomi un dito sulle labbra, «con queste labbra così morbide, perfette per me e con questo dannato vestito troppo corto»

Infilo una mano nel bordo dei suoi jeans, costringendolo ad abbassarsi «lo sai che non sono una brava ragazza»

«E tu devi ringraziare di essere in ufficio, perché quello che ti sto per togliere diventerebbe il secondo paio di mutandine che non rivedresti più» ringhia ad un centimetro dalle mie labbra, prima di farle sue.

Immersa nella sua bocca calda, lascio che ogni inibizione sparisca, perdendomi nei suoi baci e nelle sue carezze, che scendono sempre di più, fino ad abbassare lo slip sulle cosce e liberandomene gettandolo sulla sua maglietta.

In pochi secondi sgancia la fibbia della cintura nera e mi solleva dal divano. Il mio corpo s'incolla al suo, che mi trascina contro la scrivania, che ho scoperto essere diventato uno dei suoi posti preferiti. Le mie gambe tremano ancora prima di unirci definitivamente, per poi perdere il controllo quando l'erezione si fa strada dentro di me, così come la sua lingua dentro la mia bocca.

Ogni volta, con Jess, è diverso. Ha mille modi differenti di fare l'amore con me, lo può fare incazzato, lo può fare provocatorio, lo può fare dolcemente ma anche prepotentemente. E io vorrei esplorarli tutti questi modi, lasciarmi trascinare nel turbine del piacere e della lussuria che solo lui è in grado di creare, alternando spinte tanto violente a baci tanto delicati.

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