10. Buongiorno fiorellino

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~ Rose ~
Newt è là fuori che saltella da un piede all'altro con al fianco Chuck, che sbarra gli occhi appena ci vede.

Il ragazzino ci corre incontro e mi viene ad abbracciare.

«Ciao piccolo!» lo saluto, ma sono troppo stanca perfino per parlare.

«Aiutateci, Alby è stato punto! Ha bisogno del DoloSiero!» urla Minho.

Mi si appanna la vista e sento la testa pesante. No! Non è possibile, sarebbe la terza volta che svengo oggi!

«Rose?» chiede Thomas che è di fianco a me.

“Sei stata brava, ora hai capito con che cosa hai a che fare... confido in te, solo in te.”

Le gambe cedono e collasso a terra.

Un laboratorio. Aghi. Fili. Ricevitori. Piccole schede.

Ho le mani legate. E anche i piedi legati.

Si sente un urlo. Sono io che urlo. Ma io non sto urlando. Una luce accecante mi colpisce in viso. Ma non rimango accecata.

Mi osservo intorno. Vedo dei camici svolazzare di qua e di là.

Che sta succedendo?

Rose calmati” dice tranquillamente una voce “Fa tutto parte del protocollo. Ricordi? C'era scritto sul foglio che hai firmato.” Sembra molto convinta di quello che dice. “Forza, fermati. Se muovi il braccio in quel modo non prenderemo mai la vena

“Ve lo ho già detto!” urla una voce. Sono io. “Mia madre non vuole! E quindi neanche io!”

Sei così manipolabile. Non vedi che ti stanno solo usando? Ovvio che no...” c'è un momento di pausa, in cui si sentono solo le cinghie che sfregano contro la superficie fredda dell'acciaio. Sto cercando di liberarmi, invano. “Ora. Stai. FERMA!

Sbarro gli occhi e cerco di divincolarmi ma non c'è nessuna cinghia che mi trattiene. Mi rilasso e chiudo gli occhi.

Era solo un sogno.

Quando riapro gli occhi la luce che arriva dalla finestra è debole, quindi molto probabilmente ho dormito tutta la giornata.

Sposto lo sguardo e noto un Thomas selvatico appisolato su una sedia infondo al letto.

Mi sposto e, sentendo il letto cigolare, la scimmietta si sveglia.

«Ehi» sbadiglia «Buongiorno fiorellino» sorrido.

«Da quanto tempo sei su quella sedia?» chiedo ridendo.

«Non so. Penso qualche minuto» risponde grattandosi la nuca imbarazzato. «Finché non mi sono addormentato»

«Dai vieni qui» gli dico battendo la mano sulla parte di materasso vuota. Lui mi guarda come se fossi matta, ma poi si avvicina e si stende di fianco a me.

«Wow questo è decisamente meglio della sedia» sogghigna lui, dopo essersi steso su un fianco e avermi abbracciato dalla vita.

«Bhe certamente è più comodo, senza farti venire il fondoschiena piatto»

Le sue labbra sono vicino al mio orecchio quando sussurra con voce roca e profonda: «Oh non solo per questo»

Mi sento formicolare dalla testa ai piedi, mentre Thomas stringe più forte il mio bacino.

Giro la testa e incontro i suoi occhi colore miele. Il mio e il suo respiro di mescolano insieme, mentre abbasso lo sguardo sulle sue labbra. Maledizione perché l'ho fatto.

La Radura ~ Thomas || MAZE RUNNERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora