Baby N.2?

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Erano le dieci di sera e tutti in casa Cox stavano dormendo beatamente; tutti tranne Erika, che non riusciva a togliersi dalla testa un pensiero alquanto insistente.
"Al."
Sussurrò, avvicinandosi cautamente al lato del letto della sua ragazza che stava beatamente dormendo a pancia sotto con il viso rivolto verso di lei.
"Al, amore."
Le accarezzò la schiena con delicatezza, osservando come il suo volto si fosse nascosto maggiormente dietro il braccio. Erika sorrise, trovandosi a mordersi piano il labbro inferiore. Posò anche l'altra mano sulla schiena della corvina e la scosse lievemente, riuscendo ad ottenere dei deboli versi infastiditi. Quando Alessia prendeva sonno profondo era quasi impossibile svegliarla, ma la più piccola non si diede per vinta.
"Mmm...cosa?"
Chiese in un lamento la più grande, mantenendo gli occhi chiusi ed aspettando una risposta da parte dell'altra.
"Amore, svegliati."
"Sto dormendo."
Alzò di poco il cuscino e vi infilò la testa sotto, cercando di isolare le sue orecchie dal suono della voce della compagna. Erika sbuffò e portò una mano sul sedere della sua ragazza, iniziando a massaggiarlo lentamente. Rimase a gambe incrociate al suo fianco, continuando ad aspettare ed aspettare.
"Al..."
Alessia si decise ad estrarre il capo da sotto il cuscino e fu finalmente in grado di socchiudere gli occhi.
"Che c'è? Voglio dormire."
"Amore, stavo pensando che Hope ha già cinque anni ormai."
Alessia annuì piano, chiudendo nuovamente gli occhi e cadendo in quell'abisso pieno di sonno. Erika corrucciò le sopracciglia, incrociò le braccia al petto, e prese quanta più aria i suoi polmoni erano in grado di contenere. Si avvicinò al suo orecchio e sghignazzò divertita.
"Alessia!"
Quasi urlò, facendola saltare per lo spavento e portandola a cadere di schiena nel pavimento.
"Sei impazzita?!?"
Erika non riusciva a smettere di ridere alla scena, asciugandosi le piccole lacrime dagli occhi e sorridendo nel sentire l'altra borbottare mentre riprendeva posto sul materasso.
"Scusa, ma dovevo avere la tua totale attenzione."
"Congratulazioni. Ci sei riuscita."
Commentò la più grande, lasciando poggiare nuovamente il capo sul morbido cuscino.
"Senti, Al...ti volevo chiedere una cosa importante."
Alessia la osservò con un sopracciglio alzato.
"Di che si tratta?"
Erika si avvicinò maggiormente alla sua ragazza, lasciando riposare una mano sul suo stomaco mentre con l'altra cercava di sorreggere il resto del corpo.
"Ho smesso di prendere la pillola."
Alessia la osservò sorpresa. Avevano deciso di continuare ad usarla dopo la nascita della piccola Hope, erano pienamente d'accordo, perciò non capiva quella sua decisione. Conoscendo bene la lista di effetti collaterali che poteva portare, iniziò a preoccuparsi.
"Perché? Ti ha fatto male?"
Cercò di mettersi seduta, ma l'azione le venne impedita dalla mano di Erika, ora pressata sul petto.
La più piccola negò col capo e sorrise.
"Stavo pensando...che magari...potremmo fare un altro bambino. Che...che ne dici?"
La osservò con ansia, aspettando una risposta.
Alessia rimase senza parole; non si aspettava di certo una conversazione del genere. Rimase ad osservarla per minuti, continuando a mantenere il silenzio, mentre quel suo stato di stupore non sembrò diminuire. Erika permise ad un lieve sorriso amaro di formarsi sul suo volto e si allontanò di poco.
"Solo se vuoi, ovviamente. Non ti voglio costringere. È che..."
Si portò una mano ai capelli, cercando di sistemare qualche ciocca ribelle, continuando a mantenere lo sguardo basso.
"È che sento come se mancasse qualcosa...qualcosa per raggiungere la perfezione. Vorrei...vorrei che Hope avesse qualcuno con cui giocare. Ha già cinque anni e si vede che si annoia e-"
Il suo monologo venne interrotto dalle labbra di Alessia che si posarono morbide sulle sue.
"Quando hai smesso?"
"Un paio di giorni fa. Non avrei mai smesso quando facevamo l'amore. Non avrei mai agito alle tue spalle."
Alessia sorrise, sollevata di sentire quella risposta. A causa dei vari impegni che avevano entrambe era stato davvero difficile trovare del tempo da passare insieme e, dopo vari tentativi andati in bianco, decisero semplicemente di arrendersi e lasciarsi trasportare dagli eventi, pensando che prima o poi sarebbe arrivato il momento.
La corvina si girò su di un fianco e portò le mani sotto la testa, chiudendo nuovamente gli occhi.
"Va bene. Faremo un altro bambino."
Erika non poteva credere alle sue orecchie; era stato fin troppo semplice convincerla. Continuò a fissarla, aspettando che proseguisse il discorso, circondata dal silenzio della notte. Quando però si accorse che la sua ragazza si stava riaddormentando, corrucciò le sopracciglia ed incrociò nuovamente le braccia al petto.
"Al, io intendevo adesso."
"Adesso?!?"
Chiese l'altra spalancando gli occhi, palesemente impreparata. La più piccola annuì decisa e sorrise divertita nel vederla sbuffare assonnata.
"Non devi fare niente. Faccio tutto io. Tu devi solo farlo funzionare."
"Ho sonno."
"Puoi anche dormire."
Rispose tranquilla la ragazza dagli occhi nocciola, guadagnando uno sguardo sconvolto da parte dell'altra.
"Sei seria?"
"Sì, perché?"
Chiese quasi innocentemente, inclinando la testa da un lato ed alzando le sopracciglia per formare un'espressione per nulla colpevole.
"Amore, ora non mi va. Voglio dormire."
Il sorriso sulle labbra di Erika svanì in un istante e si ritrovò ad abbassare il capo. Alessia, nel vederla in quello stato, si sentì lievemente in colpa e si sedette per poterle lasciare un bacio casto sulle labbra.
"Domani sarò tutta tua, ma ora proprio non ce la faccio."
Erika annuì quasi impercettibilmente e si sdraiò nuovamente sulla sua parte di materasso, venendo seguita poco dopo dalla più grande che non perse tempo ad avvicinarsi a lei ed abbracciarla da dietro.
"Mi dispiace di averti delusa."
Sussurrò piano, prima di chiudere gli occhi per prepararsi a cadere nuovamente in un sonno profondo. In tutta risposta, Erika iniziò a strusciare il suo fondoschiena contro Alessia nel tentativo di farle cambiare idea, ma la cosa non sembrò funzionare. Decise quindi di voltarsi nella sua direzione.
"Sai...sono molto eccitata adesso."
Le sussurrò all'orecchio con voce sensuale, prendendole il lobo tra le labbra e stimolandolo abilmente. Alessia si lamentò nel sonno e si girò a pancia in su per liberare il proprio orecchio dalla morsa della sua ragazza.
"Proprio non ti arrendi, eh?"
"No."
Affermò seria la più piccola, osservandola speranzosa.
"Se lo faccio mi prometti di non trasformarti in Satana fino al parto?"
"È stato davvero così brutto?"
"È stato tremendo!"
Si ritrovarono entrambe a ridere liberamente, lasciando poi che i loro sguardi si incatenassero saldamente, mentre la ragazza dagli occhi nocciola fece scivolare lentamente una mano verso i boxer della sua ragazza, cercando un silenzioso consenso. Abbassò il tessuto con tranquillità, rivelando il membro in stato di riposo della corvina che non perse tempo a ridacchiare divertita. Erika prese il lembo di pelle tra le dita ed iniziò ad accarezzarlo piano. Alessia dal canto suo rimase come incantata da quel movimento ed improvvisamente dimenticò tutto il sonno che aveva addosso. Si morse il labbro inferiore ed allungò le mani verso la più piccola, facendole comprendere quanto avesse bisogno di baciarla in quel momento. Erika non perse tempo ad avvicinarsi a lei e permise alle loro labbra di scontrarsi in un bacio carico di passione. Alessia si separò bruscamente quando il movimento della sua ragazza divenne più rapido e deciso, permettendole di sentire l'eccitazione iniziare a prendere il possesso del suo corpo.
"Hallelujah! Pensavo non ti funzionasse più."
Scherzò la mora, ridacchiando divertita quando finalmente sentì un piccolo riscontro da parte di quella porzione di pelle.
"Stronza."
Controbattè Alessia, corrucciando le sopracciglia e ghignando perversamente. Erika si abbassò lentamente verso i fianchi della sua ragazza fino a raggiungere la sua parte più sensibile, iniziando ad assaporarla con la lingua per poi permettere alle sue labbra di avvolgerla, portando la più grande a pressare il capo contro il cuscino. Non seppe dire per quanto tempo andò avanti la cosa; l'unica cosa che sapeva era che la sua ragazza era perfetta e si sentiva davvero fortunata ad averla incontrata.
Quando quella sensazione tanto conosciuta iniziò a farsi strada in lei, strinse i denti e intrappolò le mani tra i capelli di Erika.
"Amore..."
Disse solo, pronta ad accogliere il momento di massimo piacere. Erika comprese al volo; continuò il suo lavoro un altro paio di volte fino a quando non sentì le gambe dell'altra irrigidirsi. Si allontanò velocemente e tolse le mutande con premura, gattonando sopra il bellissimo corpo della sua compagna e fondendo insieme le loro intimità.
"E-Erika!"
La più piccola fu giusto in tempo per sentire la linfa che le avrebbe permesso di creare la vita scivolarle nel profondo. Sorrise, restando in mobile per permettere alla ragazza sdraiata sotto di lei di godere appieno del momento. Alessia portò un braccio a coprirsi il volto, prese qualche respiro profondo per riconquistare la calma e sghignazzò divertita.
"Lo vuoi davvero tanto questo bambino, eh?"
"Che posso dire; voglio una piccola te."
Rispose Erika, riflettendo su quanto Hope assomigliasse più a lei che all'altra madre. Alessia rise a quella affermazione e posò le mani delicate sui fianchi dell'amore della sua vita, incatenando i suoi occhi di ghiaccio a quelli nocciola che tanto la facevano impazzire. Nessuna delle due si mosse, intrappolate in un momento che solo loro riuscivano a percepire, prese l'una dall'altra.
"Vuoi ancora dormire?"
Chiese poi Erika con un ghigno perverso in volto. Alessia non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risata vigorosa, prima di rispondere alla domanda.
"Ormai sono sveglia."
Ammise, alzando i fianchi verso l'intimità della più piccola e guadagnando un gemito sorpreso. Erika sorrise vittoriosa e si mosse per incontrare i movimenti della più grande, ansimando vicino al suo orecchio quando decise di curvarsi verso il suo volto per catturare quelle labbra perfette in un bacio. I movimenti erano lenti, talmente lenti che iniziarono a far impazzire Alessia, che non perse tempo ad invertire le posizioni, uscendo involontariamente da quella profondità così comoda. Non appena si furono sistemate, fu lesta a rimettersi dove giaceva prima, soffrendo per la mancanza di contatto. Si adagiò completamente sul corpo sotto di lei e nascose il viso nell'incavo del collo della sua amata, lasciando fruire liberamente l'aria che andò a scaldare quella porzione di pelle.
"Ti amo."
Sussurrò piano, mantenendo gli occhi chiusi e sorridendo nel sentire le braccia di Erika avvolgerle avide la schiena.
"Ti amo da morire."
Ripeté, felice di non dover più provare paura nel pronunciare quelle piccole parole. La sua anima ha cercato disperatamente un nido dove risiedere, nido che finalmente era stata in grado di trovare in Erika, l'amore della sua vita.
"Anche io...t-ti amo anche io."
Rispose Erika, inclinando il capo da un lato per far capire alla ragazza sopra di lei di agire sul suo collo. Alessia non se lo fece ripetere una seconda volta e alzò la testa per lasciare dei baci umidi su quella bellissima porzione di pelle; baci che ben presto si trasformarono in altro.
La più piccola afferrò saldamente le natiche della ragazza sopra di lei e la spinse maggiormente verso di lei.
"Non devi fare piano, lo sai. Non avere paura di farmi male."
"Ma-"
Alessia venne zittita con un bacio carico di passione.
"Niente "ma". Voglio sentirti come si deve."
La ragazza dagli occhi di ghiaccio annuì ed intensificò i movimenti, portando la sua amata ad inarcarsi dal piacere chiudendo con forza gli occhi.
"Continua. Non ti fermare."
Ansimò, pressando le unghie nella schiena dell'altra che non perse tempo a grugnire alla sensazione.
"Al...grazie."
La corvina, troppo concentrata sul suo lavoro, non riuscì a capire a cosa ai stesse riferendo e la osservò confusa.
"Per cosa?"
"Per aver accettato. Grazie."
Sorrise, connettendo nuovamente le loro labbra e permettendo alle loro lingue di scontrarsi fameliche. Il respiro di Erika accelerò improvvisamente e una dolce sensazione si affrettò a crescere in lei. Ansimò pesantemente portando Alessia più vicina a lei e poggiando la fronte sulla sua spalla. Senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò a divaricare maggiormente le gambe come a voler permettere ad Alessia di farsi più spazio, lasciando che si sistemasse meglio per poter raggiungere altri punti.
La più grande spostò di poco i fianchi e si concentrò sul viso contornato di sudore della sua compagna.
"Va bene così?"
L'altra annuì, incapace di formulare una semplice risposta.
"Dio, Erika."
Ansimò non appena sentì quella profondità farsi gradualmente più stretta, arrivando quasi ad impedirle il passaggio. Erika non stava ascoltando, troppo presa dal suo momento di massimo splendore. Permise a dei gemiti lievemente più forti dei precedenti di lasciare la sua gola e si strinse maggiormente ad Alessia, allacciando le gambe intorno ai suoi fianchi come a volerle impedire di scappare.
Alessia strinse le lenzuola tra le dita e morse piano la spalla della compagna per evitare di fare troppo rumore. Erika la conosceva fin troppo bene, non le servivano altre spiegazioni.
"Sì?"
Chiese, vedendola annuire freneticamente fallendo miseramente nel cercare di contenere dei gemiti di piacere. Sorrise e riprese a stringerle il fondoschiena, cercando di aiutarla in quei movimenti ormai scomposti e privi di ritmo.
"Dai, Al..."
"E-er-"
Non riuscì a terminare il suo nome. Si fermò di botto ed affondò per intero in lei, permettendo al suo seme di riempire quel vuoto voglioso, tremando lievemente alla forte sensazione.
Ansimò pesantemente nel tentativo di ricomporsi e quando cercò di allontanarsi crollò sul corpo di Erika, venendo pervasa da un altro sparo inaspettato, trovandosi a liberare un lamento fin troppo alto. Rimase saldamente e totalmente ancorata a quella cavità finché il suo membro non si decise a terminare gli spasmi. Erika attese pazientemente, per nulla preoccupata da quella reazione. Nel corso degli anni aveva imparato che per la sua ragazza era una cosa del tutto normale dopo svariati giorni di astinenza; e con una figlia piccola e gli impegni lavorativi quei giorni non poterono far altro che aumentare. Spostò di poco una gamba, ma venne prontamente bloccata dalla sua ragazza, che portò una mano sul suo ginocchio per invogliarla a fermare ogni movimento.
"Ferma, f-ferma."
Erika annuì, aspettando un suo via libera. Alessia collassò nuovamente e serrò la mascella. Si spinse un altro paio di volte per accertarsi di aver concluso e, dopo essere riuscita a regolare lievemente il respiro, si alzò di poco, iniziando a separarsi lentamente. Questo lento movimento portò Erika a stringersi involontariamente intorno a lei e si trovò nuovamente sormontata dal corpo della più grande.
"P-porca puttana, Erika!"
"Scusa, non l'ho fatto a posta."
Si giustificò lei, accarezzandole una guancia lentamente. Di colpo spalancò gli occhi e ridacchiò, attirando l'attenzione dell'altra.
"Ho capito! Stai avendo degli orgasmi multipli!"
Annunciò divertita, non riuscendo a smettere di ridere nel vederla arrossire improvvisamente.
"È così imbarazzante."
Sussurrò la più grande, nascondendo il viso nell'incavo del collo della sua ragazza per evitare di farsi vedere in volto. Erika non riusciva a smettere di ridere, continuando ad accarezzarle i capelli. Alessia si decise ad alzare il capo per poterle lasciare un bacio delicato sulle labbra ed Erika, troppo divertita dalla situazione, mosse i fianchi verso l'alto, ricevendo un lamento.
"Un altro?"
Chiese tranquillamente. In tutta risposta Alessia si avvicinò di più a lei, dipingendo nuovamente quella cavità.
"Cazzo, non è divertente."
"Per me sì."
Controbattè la più piccola senza riuscire a smettere di ridere. Divenne seria, però, non appena la sentì respirare troppo velocemente. Girò il capo nella sua direzione ed attese un suo riscontro.
"Per favore, non ti muovere. È troppo, mi...mi sta girando la testa."
Erika smise di scherzare e si impose di non muovere nemmeno un muscolo, aspettando che l'intruso in lei tornasse a dormire. Passarono svariati minuti prima che potesse finalmente sentire il membro della sua ragazza tornare lentamente al suo stato di riposo e solo quando ne fu totalmente certa, Alessia lo estrasse cauta, sdraiandosi poi al fianco della sua compagna.
"Che cazzo. D'ora in poi ogni due giorni. Non posso ridurmi così."
"A me piace."
Commentò Erika, girandosi di lato per poter osservare la sua ragazza.
"Perché non sei tu a doverlo subire."
La più piccola si accoccolò sulla spalla della più grande e le avvolse lo stomaco con un braccio.
"Una cosa è certa: è sicuro che avremo un bambino."
Alessia annuì e le lasciò un bacio carico d'amore, stringendola forte a sé, prima di ricadere nuovamente in un sonno profondo.

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